mercoledì 19 giugno 2013

Rinnovamento dello Spirito. Il lavoro è una priorità anche per la chiesa

POLICORO - Nell’ambito del Progetto di formazione alla socialità e alla cittadinanza “Guido Vicino”, il movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito Santo della Basilicata nel pomeriggio di sabato 15 giugno ha tenuto un incontro presso il centro giovanile “Padre Minozzi” sul tema “Lavoro e Territorio: come ripartire?”. Tra i relatori l’economista Nino D’Agostino, il quale si è soffermato sulle percentuali di disoccupazione in Italia, 12%, e il 30% in Lucania ai quali si aggiungono coloro i quali usufruiscono di ammortizzatori sociali, anch’essi al limite delle soglie della disoccupazione. Per invertire il trend la prima ricetta è quella di recuperare il rapporto tra etica, politica e mercato in una società lucana troppo dipendente dalla classe politica e le cui aspettative sono state tradite dalla speculazione della classe politica sui bisogni dei cittadini. Per uscire dalla crisi D’Agostino ha proposto la teoria dei beni relazionali: investire sul capitale umano e rendere la Basilicata una regione attrattiva per gli investimenti con un piano di sviluppo che non c’è:  “Oggi –rileva- il 75% del Pil lucano deriva dalla spesa pubblica. Troppo alta è l’incidenza del pubblico dal lato dell’assistenza e troppo bassa è la spesa per gli investimenti finalizzati alla produzione. Quest’area del Metapontino è sicuramente la più forte della regione, dove però l’agricoltura, il turismo e servizi annessi non sono stati ancora messi a sistema. Troppe le battaglie di retroguardia o poca organizzazione: una visione di insieme non esiste e di cui la classe politica non se n’è fatta mai carico”. Con gli indicatori economici così negativi alla Basilicata non resta, secondo D’Agostino, che guardare all’esterno per aumentare la domanda di beni e servizi, troppo bassa quella interna visti i piccoli numeri dei residenti regionali, all’incirca 580.000. E in questo contesto la sua proposta è quella di copiare il sistema cooperativistico di altre regioni del Nord: quello che egli stesso ha definito il capitale di comunità; ovvero quello che crea più lavoro e meno profitto”. Ad aprire i lavori Rosario Sollazzo, il quale si è soffermato sull’emergenza lavoro come un problema sul quale anche la chiesa e il Papa si sono espressi recentemente con parole dure: senza lavoro la dignità della persona viene annullata. Il lavoro non è solo, a detta di Sollazzo, il mezzo di sostentamento ma anche il fine dell’essere umano. Un invito poi a non perdere la speranza e la fede in un futuro migliore al quale il coraggio di cambiare è la terza componente per un mondo più a misura di cristiani e cattolici.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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