lunedì 31 gennaio 2011
Appaltato servizio scolastico per abilmente diversi
POLICORO - La cooperativa “Heraclea New Service” si è aggiudicata il bando relativo al servizio di assistenza pedagogico-educativa per alunni disabili per l’anno scolastico in corso per le scuole: materne, elementari e medie. La procedura utilizzata è stata quella del cottimo fiduciario. Tre le domande pervenute presso l’Ente, il cui bando è stato pubblicato l’8 novembre e scaduto il 19 novembre 2010 alle ore 12:00. Oltre alla cooperativa vincitrice, le altre due offerte sono arrivate dalla cooperativa “Cress” di Policoro e dal consorzio di cooperative sociali “La città essenziale”. Così dai verbali di gara, dopo l’istruttoria da parte dell’apposita commissione, l’Heraclea service ha ottenuto il punteggio maggiore, 60, avendo presentato l’offerta economica più vantaggiosa al prezzo di 15,94 ad ora del servizio prestato dalle assistenti educative: “Avevamo la necessità –osserva Rocco Leone sindaco facente funzioni- di elargire questo servizio indispensabile per i destinatari e le loro famiglie, garantendo pari opportunità a tutti e soprattutto il diritto allo studio”.
Il prossimo 4 marzo giornata sul turismo
L'assessore alle attività produttive della Regione Erminio Restaino ha
annunciato nei giorni scorsi che il prossimo 4 marzo è in programma la
giornata regionale sul turismo che, «lungi dal voler essere un momento di
mera celebrazione, dovrà rappresentare un appuntamento fondamentale per
rilanciare il tema del turismo per lo sviluppo della Basilicata
in un contesto economico difficile, confrontandoci su difficoltà,
opportunità e strumenti». L'assessore Restaino, inoltre, ha detto,
partecipando ad un seminario promosso dall'Api, che «confrontarsi e
riflettere sui punti di forza e di debolezza della promozione turistica
lucana è fondamentale per l'intero sistema regionale e per tutti gli
attori, istituzionali e privati, che sempre più guardano a questo settore
come un fondamentale pilastro dell'economia lucana».
annunciato nei giorni scorsi che il prossimo 4 marzo è in programma la
giornata regionale sul turismo che, «lungi dal voler essere un momento di
mera celebrazione, dovrà rappresentare un appuntamento fondamentale per
rilanciare il tema del turismo per lo sviluppo della Basilicata
in un contesto economico difficile, confrontandoci su difficoltà,
opportunità e strumenti». L'assessore Restaino, inoltre, ha detto,
partecipando ad un seminario promosso dall'Api, che «confrontarsi e
riflettere sui punti di forza e di debolezza della promozione turistica
lucana è fondamentale per l'intero sistema regionale e per tutti gli
attori, istituzionali e privati, che sempre più guardano a questo settore
come un fondamentale pilastro dell'economia lucana».
Morte bianca a Policoro. Oggi a Paola i funerali di Costanzo
POLICORO – Sabato scorso alla presenza di un medico legale di Bari, Biagio Solarino, e della Polizia di Stato, commissariato di Scanzano Jonico, presso il cimitero della città jonica è stata effettuata l’autopsia dell’operario Carmelo Costanzo morto sul posto di lavoro nella notte tra mercoledì e giovedì nella tratta ferroviaria ricadente del centro Jonico nei pressi della zona Idrovora mentre con la sua ditta, calabrese, stava svolgendo per contro delle ferrovie dello Stato lavori di ammodernamento della linea ferroviaria Metaponto-Reggio Calabria. Dall’autopsia è emerso che l’uomo, nato a Cosenza ma residente a Paola (Cs) di 46 anni, sarebbe deceduto per una disgrazia. Nel senso che sarebbe stato risucchiato dalla risanatrice, un grosso macchinario simile ad un treno. Molto probabilmente non si trovava alla giusta distanza di sicurezza dal mezzo e sarebbe finito sotto la grossa lama che lo ha decapitato e poi stritolato il corpo. Infatti chi si è recato sul luogo descrive la scena agghiacciante. La macchina operatrice è di enormi dimensioni e fa un rumore assordante durante le ore notturne, quando si effettuano questi lavori –poiché passano pochi treni di linea- e nella notte della tragedia la temperatura era molto bassa: quasi un grado. La risanatrice ha iniziato il suo lavoro da via San Giusto scendendo piano piano verso sud (Nova Siri) sollevando il legno dei binari, risucchiando le pietre e poi rigettando le stesse sulla ferrovia coprendole poi con i binari d’acciaio. Il povero Costanzo si trovava a dirigere le operazioni sui binari, mentre un altro suo collega si trovava sopra la macchina operatrice, la quale mentre si avvicinava a Costanzo l’avrebbe appunto risucchiato stritolando il suo corpo. L’autopsia di sabato è servita a sapere se si è trattato di un malore o di una disgrazia. La seconda ipotesi sarebbe quella accertata. Inizialmente si era parlato anche del mancato rispetto delle norme di sicurezza, ma la risanatrice è collaudata regolarmente con tanto di marchio su una facciata. I funerali si svolgeranno oggi (lunedì) a Paola alle ore 15:00 nella chiesa del centro della città calabrese. La procura di Matera ha aperto un’inchiesta e gli indagati, allo stato attuale, sono il macchinista del mezzo che ha travolto il povero Costanzo e l'amministratore della società datrice di lavoro. Le persone offese - prossimi congiunti del sig. Costanzo - sono rappresentate e difese dagli avvocati Pierluca e Brunella Bonofiglio, entrambi del foro di Cosenza. La famiglia ha nominato quale suo consulente tecnico di parte il dott. Arcangelo Fonti, che ha affiancato il medico legale sabato nell’accertare la causa del decesso, concedendo un termine di sessanta giorni per lo svolgimento dell'incarico.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
domenica 30 gennaio 2011
Mons. Nolè le fa rimuovere il quadro. L’artista Dada: “Sono altre le brutture. Solo falso moralismo”
POLICORO - Da poche settimane sono terminati i festeggiamenti per il decennale dell’insediamento del vescovo della Diocesi Tursi-Lagonegro, Mons. Francesco Nolè. In tanti hanno apprezzato la sua missione spirituale in una terra, la Basilicata, dalle forti radici cristiane e cattoliche. Nella sua pastorale lucana però c’è anche una nota stonata che non vuole essere una polemica, ma una constatazione di come si può interpretare anche il sacro da diverse angolature. Così Felice Giovinazzo racconta la storia di una incomprensione nata tra il prelato e sua figlia, Maria Antonietta (pittrice e scultrice, in arte Dada) all’indomani dell’arrivo di Nolè: “il suo predecessore, Mons. Talucci, commissionò a mia figlia sei quadri da dipingere gratuitamente e da esporre nella chiesa Madre Maria SS. del Ponte di piazza Eraclea, in Policoro, con il beneplacito del parroco Don Carlo Ferrarotti. Lei iniziò entusiasta dipingendo la “Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre” all’interno della chiesa. Quando Nolè, durante il suo giro per le parrocchie della diocesi fece visita a quella che sorge nel centro storico della città, vedendo i lavori del primo dipinto quasi ultimati rimase esterrefatto ritenendolo osceno dal momento che i corpi dipinti erano nudi (se pure le parti intime erano coperte da foglie ndr). A questo punto mia figlia gli rispose che il tema della “Cacciata di Adamo ed Eva” è stato oggetto di tanti dipinti di illustri maestri d’arte tra i quali Michelangelo Buonarroti e che in molte chiese d’Italia e del mondo è possibile ammirare Adamo ed Eva completamente nudi senza che nessuno si sia mai scandalizzato (un esempio per tutti è la Cappella Brancacci nella Chiesa di S. Maria del Carmine di Firenze ndr), ma soprattutto la stessa evidenziò che non c’era alcuna oscenità o alcun richiamo sessuale nella raffigurazione di un nudo artistico. Purtroppo Nolè non la pensò allo stesso modo e tramite Don Carlo lo fece rimuovere. Mia figlia ne rimase sbalordita. Onestamente ancora oggi a distanza di due lustri non riusciamo a capire le motivazioni che portarono Nolè a far rimuovere il quadro, e non siamo gli unici ad avere questo dubbio avendo avuto modo di ricevere sostegno da tante persone. Se Maria Antonietta avesse “coperto” i corpi con il suo pennello avrebbe senz’altro compiuto una “bruttura” artistica ma soprattutto avrebbe assecondato l’ipocrisia ed il falso moralismo tipico di alcuni esponenti della Chiesa, mentre, probabilmente, sarebbe doveroso scandalizzarsi – ma seriamente - per ben altre “brutture” spesso compiute e puntualmente …. coperte”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Libutti su ingresso esponte Api giunta Policoro
“L’Api di Basilicata ribadisce in maniera inequivocabile la propria adesione alla coalizione di centro sinistra”.
E’ quanto dichiara Emilio Libutti, portavoce regionale del Partito. “L’ingresso nella giunta comunale di Policoro di un esponente dell’Api è da considerarsi una scelta autonoma del gruppo dirigente locale e non inficia, pertanto, in alcun modo, la leale collaborazione del partito al sistema regionale di centro sinistra.
Qualsiasi diversa interpretazione su quanto accaduto a Policoro – sottolinea la nota dell’Api – è, pertanto, strumentale. Quanto alla valutazione locale, essa sottolinea l’impegno a rafforzare l’area di centro che, nel consiglio comunale di Policoro, è particolarmente rappresentativa e la volontà di contribuire, in una fase delicata per l’istituzione locale, a dare risposte ai problemi della cittadinanza”.
Canitano (Idv): imbarazzante ingresso Api giunta Policoro
“Cosa può fare l’Api se non volare di fiore in fiore? A Roma forma il terzo polo, in Regione fa parte della giunta De Filippo, centrosinistra, e a Policoro appoggia la nuova giunta nominata da Leone, del Pdl. L’Alleanza per l’Italia sta vivendo un momento di crisi di identità, o meglio una crisi adolescenziale, data le tenera età, e come un ‘giovincello’ non può che commettere errori”. Lo ha detto Rosa Canitano, segretario provinciale dell’Italia dei Valori di Matera, che così commenta l’entrata di Mary Padula, dell’Api, nella giunta del sindaco facente funzioni, Rocco Leone del Pdl. “L’incoerenza di questo partito è a dir poco imbarazzante, come si giustificheranno gli esponenti locali? L’importante è esserci, potrebbero dire, ma è inconcepibile che, un partito che si professa di essere pronto a dar vita al terzo polo come alternativa al centrosinistra e al centrodestra, ora, qui in Basilicata, e proprio a Policoro, possa andare a rafforzare una giunta altamente politica consolidata da tre assessori del Pdl. Per non parlare dell’acquisto di un consigliere comunale, sempre dell’Api, che dall’opposizione, passa alla maggioranza. Il Comune di Policoro sta attraversando un momento scomodo, sgradevole, che vede il sindaco Lopatriello, Pdl, ed altri amministratori comunali, indagati per tangenti dalla magistratura. Che dire, – conclude Canitano – spero che i cittadini di Policoro possano andare subito al voto per cancellare questa fragile maggioranza”.
Fonte
Basilicatanet
E’ quanto dichiara Emilio Libutti, portavoce regionale del Partito. “L’ingresso nella giunta comunale di Policoro di un esponente dell’Api è da considerarsi una scelta autonoma del gruppo dirigente locale e non inficia, pertanto, in alcun modo, la leale collaborazione del partito al sistema regionale di centro sinistra.
Qualsiasi diversa interpretazione su quanto accaduto a Policoro – sottolinea la nota dell’Api – è, pertanto, strumentale. Quanto alla valutazione locale, essa sottolinea l’impegno a rafforzare l’area di centro che, nel consiglio comunale di Policoro, è particolarmente rappresentativa e la volontà di contribuire, in una fase delicata per l’istituzione locale, a dare risposte ai problemi della cittadinanza”.
Canitano (Idv): imbarazzante ingresso Api giunta Policoro
“Cosa può fare l’Api se non volare di fiore in fiore? A Roma forma il terzo polo, in Regione fa parte della giunta De Filippo, centrosinistra, e a Policoro appoggia la nuova giunta nominata da Leone, del Pdl. L’Alleanza per l’Italia sta vivendo un momento di crisi di identità, o meglio una crisi adolescenziale, data le tenera età, e come un ‘giovincello’ non può che commettere errori”. Lo ha detto Rosa Canitano, segretario provinciale dell’Italia dei Valori di Matera, che così commenta l’entrata di Mary Padula, dell’Api, nella giunta del sindaco facente funzioni, Rocco Leone del Pdl. “L’incoerenza di questo partito è a dir poco imbarazzante, come si giustificheranno gli esponenti locali? L’importante è esserci, potrebbero dire, ma è inconcepibile che, un partito che si professa di essere pronto a dar vita al terzo polo come alternativa al centrosinistra e al centrodestra, ora, qui in Basilicata, e proprio a Policoro, possa andare a rafforzare una giunta altamente politica consolidata da tre assessori del Pdl. Per non parlare dell’acquisto di un consigliere comunale, sempre dell’Api, che dall’opposizione, passa alla maggioranza. Il Comune di Policoro sta attraversando un momento scomodo, sgradevole, che vede il sindaco Lopatriello, Pdl, ed altri amministratori comunali, indagati per tangenti dalla magistratura. Che dire, – conclude Canitano – spero che i cittadini di Policoro possano andare subito al voto per cancellare questa fragile maggioranza”.
Fonte
Basilicatanet
sabato 29 gennaio 2011
I vertici della Dc regionale a Policoro
La città jonica è senz’altro un laboratorio politico interessante per la Democrazia cristiana di Giuseppe Pizza, sottosegretario alla Pubblica istruzione del Governo Berlusconi. Tre consiglieri comunali, tra cui: Otello Marsano, Cosimo Simone e Pasquale Suriano più l’ assessore comunale Saverio Carbone, con delega all’Agricoltura, sono il biglietto da visita di un partito che vuole ripercorrere la gloriosa storia della Dc durante la cosiddetta Prima Repubblica ricostruendo il grande centro. Nella città jonica i presupposti ci sono tutti. E non solo grazie alla Dc, ma anche con la presenza dell’Api, Udc, Fli e altre civiche che si rivedono nel centro. Per questo nella giornata di sabato 22 gennaio direttamente da Roma Pizza è stato ospitato da una struttura ricettiva di Policoro alla presenza di tutto lo stato maggiore del partito. Oltre agli amministratori locali c’erano anche: Rossana Florio, responsabile dello sviluppo economico del partito; Michele Giannace, segretario di Pisticci; Giuseppe Potenza rappresentante regionale e Domenico Martino vice sindaco di Pomarico e coordinatore provinciale del materano. Durante l’incontro è stato fatto il punto della situazione politica regionale. Se a Policoro c’è fermento in questa area politica, stesso discorso vale per la massima assise territoriale. Ad oggi sono almeno sette i consiglieri regionali che gravitano in quest’orbita e non è escluso qualche altra new entry. D’altronde in una regione dalle forti radici moderate e cattoliche uno scenario del genere era facilmente comprensibile nonostante il terremoto politico post-tangentopoli che di fatto ha azzerato non solo la “vecchia Dc”, ma tutti i partiti di governo locale. Però la scuola democristiana è ancora presente in vari settori della società civile e necessita di un raccordo. Finora i tentativi fatti da Martinazzoli, Segni, Andreotti e altri a livello nazionale, e a cascata in Lucania, sono falliti; ma con il traballante Governo Berlusconi, il progetto politico riprende quota e al quale hanno già iniziato a lavorare Casini (Udc), Fini (Fli), Rutelli con l’Api oltre ad altri movimenti e liste pronte ad entrare nel nuovo progetto politico. “Tra questi ci sarà anche la Dc –osserva Simone- che proprio da Policoro sulla scia del nazionale ha già piantato radici solide e sta aggregando cittadini delusi del Pd e Pdl. E infatti a livello territoriale nel Comune di Pisticci la Florio sta lavorando molto bene ad una grande lista in vista delle prossime comunali dove il nostro segretario nazionale ci ha dato campo libero nelle alleanze, tenendo però ferma la barra della politica al centro. E la stessa cosa faremo in tutti gli altri Municipi dove si voterà. Pizza è rimasto entusiasta di come ci stiamo muovendo sul territorio e dopo le prossime tornate elettorali potrebbe ritornare a salutare la pattuglia di amministratori che vogliamo ampliare”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
“Fare le Acli oggi”. Nuovo percorso formativo per dirigenti
POLICORO – Sette giovani aclisti lucani hanno iniziato il percorso di formazione nella Capitale che li porterà nel prossimo giugno a diventare dirigenti dell’Associazione italiana lavoratori italiani. L’ex presidente regionale, oggi responsabile di circolo nella città jonica, Giulio Sarli, così spiega il senso del progetto nazionale “Fare le Acli oggi”: “C’è la necessità di ringiovanire la classe dirigente di promotori sociali della nostra associazione. La nostra società è in preda a cambiamenti repentini nei costumi, non sempre positivi, nella tecnologia, nelle norme che inevitabilmente hanno ripercussioni anche nella mission di essere “primi fra tutti servi di tutti”. Ecco che oggi sentiamo la necessità non solo di aprirci ancora di più alla società civile, andando anche a colmare un vuoto di rappresentanza presente in quasi tutti i settori della società, ma di avvicinare più persone possibili al mondo associativo strutturato come il nostro dove ci sono servizi essenziali alla persona: Caf, patronato, orientamento, formazione per non parlare poi più nello specifico di servizi legati all’ambiente, agricoltura, turismo. Tutti settori dove le Acli a livello nazionale hanno esperti della materia. Ecco con i seminari full immersion vogliamo implementare i servizi di assistenza ai cittadini, anche extracomunitari, e renderli ancora di più capillari puntando anche sulla capacità progettuale, relativamente al sociale, di cui siamo portatori grazie all’Enaip (Ente nazionale di formazione professionale). E proprio sulla formazione sociale stiamo investendo nel seminario in itinere, e a nuove forme di aiuto al prossimo: sportello famiglia e disagio giovanile, immigrazione e accoglienza di meno abbienti. Oggi assistiamo ad un individualismo sempre più marcato, acuito dalla crisi economica latente, che tende a portarci tutti verso l’indifferenza, il contrario della società aperta teorizzata dal filosofo Karl Popper dieci anni fa”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
venerdì 28 gennaio 2011
Incidente sul lavoro a Policoro. Due persone indagate
Il pm di Matera, Rosanna De Fraia, ha disposto l'autopsia sul cadavere di
Carmelo Costanzo, l'operaio di 46 anni, di Paola (Cosenza), morto la notte
scorsa in un incidente sul lavoro - per il quale due persone sono indagate -
avvenuto sulla linea jonica delle Ferrovie dello Stato, a Policoro (Matera).
Costanzo è stato travolto da una macchina utilizzata per la rimozione di binari
e pietrisco: l'autopsia si svolgerà sabato mattina, a Policoro. Le due persone
indagate sono il manovratore del veicolo (che è stato posto sotto sequestro)
che ha investito l'operaio e il titolare dell'impresa che stava eseguendo i
lavori. A causa dell'incidente, sul quale sta indagando la Polizia, la
circolazione dei treni sulla linea jonica è stata sospesa per alcune ore.
fonte Ansa
Carmelo Costanzo, l'operaio di 46 anni, di Paola (Cosenza), morto la notte
scorsa in un incidente sul lavoro - per il quale due persone sono indagate -
avvenuto sulla linea jonica delle Ferrovie dello Stato, a Policoro (Matera).
Costanzo è stato travolto da una macchina utilizzata per la rimozione di binari
e pietrisco: l'autopsia si svolgerà sabato mattina, a Policoro. Le due persone
indagate sono il manovratore del veicolo (che è stato posto sotto sequestro)
che ha investito l'operaio e il titolare dell'impresa che stava eseguendo i
lavori. A causa dell'incidente, sul quale sta indagando la Polizia, la
circolazione dei treni sulla linea jonica è stata sospesa per alcune ore.
fonte Ansa
L’integrazione riuscita tra una famiglia policorese e una romena
POLICORO – Una storia di integrazione andata a buon fine è la dimostrazione che quando c’è il buon senso tutto si può risolvere. Nei giorni scorsi la triste vicenda di una famiglia del centro jonico e di un romeno che non riuscivano a mettersi d’accordo sul pagamento di un fitto di un’abitazione ad uso civile. Finalmente dopo un lungo tira e molla l’altra sera hanno stipulato il contratto di locazione registrandolo nella sede dell’Agenzia delle Entrate. Ora è tutto legalizzato e così il conduttore potrà pagare le sue 220 euro al mese più l’aumento legato al costo della vita dell’aggiornamento annuale Istat pari al 75%. Trovare il punto di equilibrio non è stato semplice tra le legittime aspettative delle parti. Da un lato l’esigenza di capitalizzare l’investimento immobiliare; dall’altro quello di mantenere la famiglia di tre persone, tra cui anche una bimba, in una realtà economica come Policoro dove, rispetto al panorama comprensoriale c’è più economia ma nello stesso tempo il costo della vita è più alto. Andando sul concreto il prezzo di acquisto di un’abitazione varia tra le 1100,00 e 1300,00 al metro quadro, con i fitti che si aggirano intorno alle 350/400 euro al mese. Nella fattispecie l’accordo salomonico trovato al di là dell’aspetto meramente economico dà l’idea di come l’integrazione sia possibile e necessaria. La prima inizia pressappoco agli inizi degli anni ’90 con lo sbarco degli albanesi dopo le tristi vicende dei conflitti nei Balcani e continua poi con l’arrivo in città di romeni; la seconda invece riguarda il mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Quelli “umili” e a volte anche ben retribuiti per il territorio non vengono presi in considerazione dagli indigeni del posto, lasciando così campo aperto agli stranieri comunitari ed extracomunitari che così possono non solo mantenersi ma anche inviare qualche decine di euro ai propri familiari. E a Policoro le etnie censite sono tante. Quella più numerosa è sicuramente di matrice romena, ma negli ultimi tempi si registrano arrivi anche dall’impero “Celeste” dagli occhi a mandarla che, a differenza di altri, si sono messi in proprio dando vita a una vera e propria chinatown. Il tutto però è potuto accadere grazie al cuore dei residenti italiani, i quali non si sono dimenticati delle proprie origini di popolo con la valigia in mano e hanno accolto con calore e affetto, nella maggior parte dei casi, questi immigrati alla ricerca di un posto tranquillo dove poter vivere una vita dignitosa e lavorare per darsi una identità smentendo lo stereotipo di immigrato uguale delinquente. Senza questa empatia la Lucania sarebbe stata una regione povera non solo economicamente ma anche moralmente.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Una nuova finestra di informazione: www.ilmetapontino.it
Siamo giovani, alcuni giovanissimi, noi de “Ilmetapontino.it”, e facciamo parte di quell’esercito “che vede avvicinarsi il tempo delle scelte, che cerca un’occupazione, una strada”, come ha detto di noi il Presidente Napolitano durante il suo discorso di fine anno.
Siamo qui perché abbiamo deciso di provarci, di raccogliere la sfida e viverla come un’opportunità in questa terra e per questa terra bellissima.
Una sfida che ciascuno ha lanciato a se stesso, prima solamente immaginando un nuovo prodotto editoriale che portasse il nostro nome, e poi constatandone i progressi nella sua realizzazione. Oggi, “Ilmetapontino.it” è una realtà e lo è soprattutto grazie alla perseveranza e all’entusiasmo di coloro che, per primi, hanno pensato di arricchire il panorama dell’informazione locale con un nuovo progetto.
La cui mission sarà quella di raccontare le notizie, le storie, i personaggi del territorio in maniera puntuale e professionale. Lo faremo con passione – quella che muove chiunque ha scelto di fare questo mestiere liberamente - ma anche con rigore ed equilibrio.
L’impegno e il lavoro di tutta la squadra, di chi sarà in prima linea ma anche dei tanti collaboratori sul territorio, sarà orientato dallo studio del metapontino, della zona più ricca, più dinamica ma anche più complessa dell’intera regione. Sarà un portale ricco di “fatti”, di approfondimenti, inchieste, rubriche, costantemente aggiornato, interattivo, dinamico, dall’interfaccia facile da usare, moderno nella sua impostazione, per consentire una partecipazione attiva degli utenti-lettori. La videogallery sarà arricchita di contributi video che serviranno a supportare particolari notizie.
Ci occuperemo di cronaca, di politica, di cultura, di economia e quindi di agricoltura, di turismo. Avremo un occhio attento alle problematiche legate al lavoro. Non dimenticheremo il mondo dell’artigianato e delle imprese né quello, seguitissimo, dello sport. Parleremo di noi che questi paesi li viviamo, li conosciamo.
L’auspicio è che ilmetapontino.it possa essere strumento di confronto per le comunità come per gli organi amministrativi del territorio. I cittadini vanno informati, resi partecipi; gli enti locali stimolati e controllati. Perché informare e stimolare sono le due condizioni necessarie per la crescita civica e libera dei nostri Comuni.
Dietro le nostre facce non si nasconde nessun padrone, ciascuno di noi risponderà alla propria onestà intellettuale e giornalistica. Né ci glorieremo di possedere quel falso mito dell’obiettività. In un mestiere fatto da uomini e quindi da punti di vista il nostro raccontare è il frutto di quel punto di vista, non potrebbe essere altrimenti. L’ho chiesto a me stessa parecchie volte in questi anni, se sia possibile raccontare le storie, i fatti, senza giudicarli, senza cercare vincitori e vinti. E quel che ho capito è che dichiarare i limiti di una scelta, se certamente non giustifica, definisce quantomeno i rapporti di reciproca onestà tra il giornalista che cerca di guardare senza filtri alle cose e chi ci segue. Ecco, noi cercheremo di essere soprattutto onesti con noi stessi e con voi lettori.
giovedì 27 gennaio 2011
Incidente sul lavoro nel centro jonico. Morto Carmelo Costanzo
POLICORO – La strada Idrovora del centro jonico dalle 20:00 del 25 gennaio è stata chiusa al traffico dalla Provincia di Matera per lavori di rinnovo della infrastruttura ferroviaria. Durante i quali nella notte tra mercoledì e giovedì un operaio, Carmelo Costanzo, è deceduto intorno all’ 01:00. La ditta appaltatrice dei lavori è calabrese, lavora su commissione delle Ferrovie dello Stato sulla rete di trasporto su rotaia. E nel tratto compreso nella città jonica, lato destro verso il Wwf dalle parti di via Oberdan, in direzione Nova Siri, è avvenuta la morte bianca dell’uomo che era nato a Cosenza il 18 giugno del 65 e residente a Paola (Cs). L’impresa per la quale era dipendente è una società che in passato aveva effettuato altri lavori in zona. Nella fattispecie dell’incidente, avvenuto nella notte quando in genere si eseguono tali interventi, la dinamica del decesso sul lavoro è stata pressappoco la seguente, stando alle dichiarazioni di uno dei primi arrivati sul posto, Morano: “Stavano cambiano la trasine di legno con quelle di acciaio e per effettuare tali operazioni c’è un apposito macchinario, grande e pesante, che solleva il legno; poi vengono buttate le pietre sui binari e infine vengono installati i binari di acciaio. Nella parte nord di Policoro, in località San Giusto, i lavori stavano procedendo regolarmente e poi man mano le maestranze stavano scendendo a Sud quando poi è successa la tragedia”. Per fare un parallelo i lavori ferroviari sono, in questo caso, simili a quelli di rifacimento dell’asfalto, dove la finitrice getta il bitume che poi viene rullato. In questo caso al posto del bitume ci sono le pietre. E da una prima ricostruzione dei fatti Costanzo era sulla ferrovia e faceva da riferimento ad un suo collega che si trovava in cima alla risanatrice quando all’improvviso per un attimo di distrazione sarebbe scivolato finendoci sotto. Sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato di Polizia di Stato di Scanzano Jonico, poi i Vigili urbani di Policoro. Chi ha visto il cadavere, schiacciato dall’enorme mezzo, è rimasto basito. L’uomo era sposato con due figli piccoli. La salma nella mattinata è stata trasportata nel cimitero di Policoro su cui il magistrato potrebbe autorizzare l’autopsia. E’ il secondo incidente mortale che accade nel materano nel giro di pochi giorni, dopo l’operaio della Valdadige di Matera, ucciso da un cancello che lo aveva travolto durante il turno, a conferma che l’attenzione per la sicurezza e la prevenzione va rafforzata. Anche in questo caso c’è bisogno di un accertamento rigoroso della dinamica di un incidente che, secondo le prime notizie diffuse, poteva essere evitato.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Morto manutentore nella notte
Durante i lavori di manutenzione della ferrovia all'altezza di Policoro, nella notte tra mercoledì e giovedì, un manutentore della ditta che esegue i lavori è stato travolto da un carrello ed è deceduto sul colpo.
Rissa tra due coniugi romeni
POLICORO – Scena da telenovela ieri (26 gennaio) nel centro jonico. Durante una mattinata che stava trascorrendo senza grossi sussulti, nei pressi di un’attività commerciale adiacente i “Giardini Murati”, improvvisamente si è animata, in negativo. Secondo la ricostruzione di un testimone oculare, una donna di mezz’età di origini romene è entrata nel luogo aperto al pubblico ed ha iniziato ad inveire contro un avventore intento trascorrere un po’ del suo tempo in un luogo aperto al pubblico. Quando però la donna è entrata nessuno temeva che da lì a qualche secondo sarebbe scoppiata tra i due una rissa. Infatti la donna si sarebbe scagliata con violenza contro l’uomo tra lo stupore dei presenti. Così davanti ad un episodio imprevisto ed increscioso dapprima qualcuno è intervenuto per sedare gli animi esagitati della donna, e poi data la veemenza dagli attacchi sono stati chiamati le forze dell’ordine: carabinieri e Polizia locale, oltre al 118. E proprio i sanitari hanno trasportato la donna presso l’ospedale civile “Giovanni Paolo II” dal quale sembra sia scappata nei giorni scorsi durante un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). Al quale ora sarà nuovamente sottoposta dopo che i Vigili avranno presentato la documentazione al servizio comunale preposto. All’origine della rissa sembra che ci siano problemi sociali di natura familiare tra i due, anche il marito è di nazionalità romene, ed in passato anche la donna sarebbe stata oggetta di percosse da parte del congiunto. Una triste storia di degrado sociale di una comunità, quella romena, la più numerosa tra le etnie del centro jonico sicuramente ben integrata lavorativamente nella sua quasi totalità, ma in alcuni casi emarginata socialmente non avendo molti spazi e luoghi di socializzazione ed incontro. Nonostante da qualche anno la Romania sia diventata a tutti gli effetti Paese comunitario, caduto così il pregiudizio di cittadini extracomunitari nell’immaginario collettivo c’è ancora la triste equazione secondo la quale la Romania sarebbe uguale ad una nazione di serie B.
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
mercoledì 26 gennaio 2011
Ecco perché paghiamo la bolletta dell'acqua più di chi abita a Milano
POLICORO «Qualsiasi attività, sia essa a carattere puramente commerciale o imprenditoriale o che si tratti di un servizio di pubblica utilità, deve essere valutata nel contesto in cui essa si svolge: avere un negozio nel centro di Milano o di Roma non è come averlo in un paese di mille abitanti». Il presidente di Acquedotto Lucano, Egidio Mitidieri, ricorre a questo esempio per spiegare le differenze del costo dell'acqua tra il capoluogo lombardo e la Basilicata. Una differenza che è stata al centro delle polemiche nei giorni scorsi sulla scia di una nota dell'Adiconsum. Presidente Mitidieri, sebbene le tariffe di Acquedotto Lucano rientrino nella media italiana, con i costi dell'acqua a Milano il confronto non tiene. Come mai?
«È un problema di numeri, dai quali le tariffe di uh prodotto o di un servizio non possono prescindere. In effetti, notiamo, l'acquedotto milanese serve ogni giorno 1.306.000 abitanti, tutti stretti in un territorio di appena 183 chilometri quadrati: una densità di 7.154 abitanti per chilometro quadrato. Acquedotto Lucano, al contrario, deve raggiungere 590.000 abitanti (meno della metà di quelli di Milano) sparsi su un territorio di 9.992 chilometri quadrati: una superficie che è quasi 55 volte più grande, con una densità bassissima».
Ma non sarà anche colpa dello stato delle infrastrutture?
«Certamente. La funzione di Acquedotto Lucano, infatti, è anche quella di innovare le reti e gli impianti. E lo stiamo facendo con investimenti ingenti, che trovano pochi altri esempi nel nostro paese. Siamo da anni la prima stazione appaltante della Basilicata e tra le prime dell'intero Mezzogiorno. Ma oltre allo stato delle reti, bisogna tener conto delle infrastrutture richieste per svolgere il servizio. Per dare l'acqua ai milanesi sono sufficienti 2.360 chilometri di rete di distribuzione; mentre in Basilicata per far arrivare l'acqua a Potenza, come a Lauda, a Matera come a Calciano, occorrono 6.549 chilometri di reti di distribuzione, oltre a 3.718 chilometri di reti di adduzione. Per non parlare della conformazione geologica del territorio: un'area pianeggiante Milano; un sistema di valli, colline e montagne, di frazioni e contrade popolate di poche persone la Basilicata. Le faccio solo un
esempio: per potare l'acqua agli abitanti di Pietrapertosa, dobbiamo sollevarla tre volte. Tre impianti di sollevamento, per circa 300 famiglie». Migliorando le infrastrutture è possibile migliorare il servizio e abbattere i costi di gestione?
«I numeri, come vede, dimostrano quanto sia difficile in Basilicata tenere in equilibrio qualsiasi economia. Solo nel 2010 abbiamo appaltato opere per circa 80 milioni di euro. Ma aggiungo anche un altro aspetto, che non è soltanto un motivo di riflessione, bensì una precisa previsione normativa».
A cosa si riferisce?
«Non si deve trascurare quello che è il metodo di calcolo della tariffe dell'acqua previsto dalla legge. Le norme statali prevedono che sia il ministro dell'Ambiente a definire con decreto le componenti di costo per la determinazione della tariffa; l'Autorità d'ambito determina successivamente la tariffa stessa. Questo perché, secondo la Costituzione (articolo 117), solo la determinazione tramite lo Stato della tariffa di riferimento del servizio idrico integrato garantisce standard quantitativi e qualitativi della risorsa idrica uniformi su tutto il territorio nazionale e finalizzati alla tutela dell'ambiente. Acquedotto Lucano è impegnato ad elevare al massimo questi standard: ogni raffronto sulla qualità e sulle caratteristiche dell'acqua, che sia fatto con Milano piuttosto che con Roma o con Bari, non farebbe che esaltare le differenze. E nessuna differenza tariffaria può contemplarle, sebbene anche queste abbiano un costo».
Qual è il costo della qualità dell'acqua?
«La qualità dell'acqua ha un costo inestimabile, che è dato essenzialmente dal valore delle nostre 539 sorgenti, ma anche dagli sforzi che è necessario compiere per preservare questo valore. Acquedotto Lucano è impegnato a fare in modo che l'acqua che arriva nelle nostre case conservi le sue eccellenti caratteristiche: per garantire costantemente la qualità, nel 2010 sono state eseguite circa 7000 analisi sull'intero ciclo delle acque, dal prelievo da invasi, pozzi e sorgenti, ai vari stadi di trattamento degli impianti di potabilizzazione, ai punti di erogazione dell'acqua potabile nelle reti di distribuzione dei Comuni serviti, e infine all'ingresso e all'uscita degli impianti di depurazione delle acque reflue. Particolare attenzione è stata posta agli impianti di potabilizzazione del Calastra e di Montalbano Jonico per la variabilità e la vulnerabilità delle acque superficiali. A partire da aprile è stata realizzata una specifica unità operativa per sorvegliare l'acqua in ingresso al trattamento, i vari stadi dei processi e l'acqua potabile immessa nella rete cittadina. Non è un caso, infatti, se la Regione Basilicata diversamente da altre Regioni italiane, non ha mai richiesto al Ministero della Salute alcuna deroga ai parametri fissati dal Decreto legislativo n.31 del 2001».
Fonte
La Gazzetta della Basilicata
«È un problema di numeri, dai quali le tariffe di uh prodotto o di un servizio non possono prescindere. In effetti, notiamo, l'acquedotto milanese serve ogni giorno 1.306.000 abitanti, tutti stretti in un territorio di appena 183 chilometri quadrati: una densità di 7.154 abitanti per chilometro quadrato. Acquedotto Lucano, al contrario, deve raggiungere 590.000 abitanti (meno della metà di quelli di Milano) sparsi su un territorio di 9.992 chilometri quadrati: una superficie che è quasi 55 volte più grande, con una densità bassissima».
Ma non sarà anche colpa dello stato delle infrastrutture?
«Certamente. La funzione di Acquedotto Lucano, infatti, è anche quella di innovare le reti e gli impianti. E lo stiamo facendo con investimenti ingenti, che trovano pochi altri esempi nel nostro paese. Siamo da anni la prima stazione appaltante della Basilicata e tra le prime dell'intero Mezzogiorno. Ma oltre allo stato delle reti, bisogna tener conto delle infrastrutture richieste per svolgere il servizio. Per dare l'acqua ai milanesi sono sufficienti 2.360 chilometri di rete di distribuzione; mentre in Basilicata per far arrivare l'acqua a Potenza, come a Lauda, a Matera come a Calciano, occorrono 6.549 chilometri di reti di distribuzione, oltre a 3.718 chilometri di reti di adduzione. Per non parlare della conformazione geologica del territorio: un'area pianeggiante Milano; un sistema di valli, colline e montagne, di frazioni e contrade popolate di poche persone la Basilicata. Le faccio solo un
esempio: per potare l'acqua agli abitanti di Pietrapertosa, dobbiamo sollevarla tre volte. Tre impianti di sollevamento, per circa 300 famiglie». Migliorando le infrastrutture è possibile migliorare il servizio e abbattere i costi di gestione?
«I numeri, come vede, dimostrano quanto sia difficile in Basilicata tenere in equilibrio qualsiasi economia. Solo nel 2010 abbiamo appaltato opere per circa 80 milioni di euro. Ma aggiungo anche un altro aspetto, che non è soltanto un motivo di riflessione, bensì una precisa previsione normativa».
A cosa si riferisce?
«Non si deve trascurare quello che è il metodo di calcolo della tariffe dell'acqua previsto dalla legge. Le norme statali prevedono che sia il ministro dell'Ambiente a definire con decreto le componenti di costo per la determinazione della tariffa; l'Autorità d'ambito determina successivamente la tariffa stessa. Questo perché, secondo la Costituzione (articolo 117), solo la determinazione tramite lo Stato della tariffa di riferimento del servizio idrico integrato garantisce standard quantitativi e qualitativi della risorsa idrica uniformi su tutto il territorio nazionale e finalizzati alla tutela dell'ambiente. Acquedotto Lucano è impegnato ad elevare al massimo questi standard: ogni raffronto sulla qualità e sulle caratteristiche dell'acqua, che sia fatto con Milano piuttosto che con Roma o con Bari, non farebbe che esaltare le differenze. E nessuna differenza tariffaria può contemplarle, sebbene anche queste abbiano un costo».
Qual è il costo della qualità dell'acqua?
«La qualità dell'acqua ha un costo inestimabile, che è dato essenzialmente dal valore delle nostre 539 sorgenti, ma anche dagli sforzi che è necessario compiere per preservare questo valore. Acquedotto Lucano è impegnato a fare in modo che l'acqua che arriva nelle nostre case conservi le sue eccellenti caratteristiche: per garantire costantemente la qualità, nel 2010 sono state eseguite circa 7000 analisi sull'intero ciclo delle acque, dal prelievo da invasi, pozzi e sorgenti, ai vari stadi di trattamento degli impianti di potabilizzazione, ai punti di erogazione dell'acqua potabile nelle reti di distribuzione dei Comuni serviti, e infine all'ingresso e all'uscita degli impianti di depurazione delle acque reflue. Particolare attenzione è stata posta agli impianti di potabilizzazione del Calastra e di Montalbano Jonico per la variabilità e la vulnerabilità delle acque superficiali. A partire da aprile è stata realizzata una specifica unità operativa per sorvegliare l'acqua in ingresso al trattamento, i vari stadi dei processi e l'acqua potabile immessa nella rete cittadina. Non è un caso, infatti, se la Regione Basilicata diversamente da altre Regioni italiane, non ha mai richiesto al Ministero della Salute alcuna deroga ai parametri fissati dal Decreto legislativo n.31 del 2001».
Fonte
La Gazzetta della Basilicata
Il Gip rigetta i ricorsi dei 13 indagati dell'inchiesta sugli appalti della pubblica illuminazione
POLICORO - Il gip di Matera ha rigettato i ricorsi dei difensori delle 13
persone agli arresti domiciliari dal 13 gennaio nell'ambito di un'inchiesta su
presunte tangenti pagate per lavori di installazione di nuovi impianti per la
pubblica illuminazione. La notizia è stata confermata dall'avvocato Gianni Di
Pierri, che difende il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello. Di Pierri ha
aggiunto che il Tribunale del riesame comincerà l'esame dei ricorsi dei
difensori degli indagati in un'udienza fissata per il prossimo 1 febbraio.
Secondo l'accusa (per tutti gli indagati, di concorso in corruzione), sarebbero
stati aggiudicati lavori per un importo complessivo di 46 mila euro a due ditte
della provincia di Bari. Si sarebbe trattato di un'assegnazione «propedeutica»
all'attribuzione di un appalto ben più consistente, di importo pari a circa
quattro milioni di euro. Sono stati posti ai domiciliari amministratori,
tecnici, professionisti e dirigenti di imprese, comprese le due a cui erano
stati assegnati i primi lavori.
persone agli arresti domiciliari dal 13 gennaio nell'ambito di un'inchiesta su
presunte tangenti pagate per lavori di installazione di nuovi impianti per la
pubblica illuminazione. La notizia è stata confermata dall'avvocato Gianni Di
Pierri, che difende il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello. Di Pierri ha
aggiunto che il Tribunale del riesame comincerà l'esame dei ricorsi dei
difensori degli indagati in un'udienza fissata per il prossimo 1 febbraio.
Secondo l'accusa (per tutti gli indagati, di concorso in corruzione), sarebbero
stati aggiudicati lavori per un importo complessivo di 46 mila euro a due ditte
della provincia di Bari. Si sarebbe trattato di un'assegnazione «propedeutica»
all'attribuzione di un appalto ben più consistente, di importo pari a circa
quattro milioni di euro. Sono stati posti ai domiciliari amministratori,
tecnici, professionisti e dirigenti di imprese, comprese le due a cui erano
stati assegnati i primi lavori.
martedì 25 gennaio 2011
Chiusura al traffico strada idrovora di Policoro
La provincia di Matera informa che sarà chiusa al traffico la strada
Idrovora di Policoro, in corrispondenza del passaggio a livello, dalle ore
20.00 di oggi, 25 gennaio, e continuativamente sia di notte che di giorno
compresi domenica 30 gennaio e lunedì 31, fino alle ore 5.30, di mattina,
del 5 febbraio. L'itinerario alternativo al suddetto tratto, sarà
assicurato utilizzando come percorso alternativo le strade comunali
parallele al tracciato ferroviario di via Verdi e via Trieste. La chiusura
si è resa necessaria per consentire alla Rete Ferroviaria Italiana di
procedere con lavori di rinnovo della infrastruttura ferroviaria.
fonte Basilicatanet
Idrovora di Policoro, in corrispondenza del passaggio a livello, dalle ore
20.00 di oggi, 25 gennaio, e continuativamente sia di notte che di giorno
compresi domenica 30 gennaio e lunedì 31, fino alle ore 5.30, di mattina,
del 5 febbraio. L'itinerario alternativo al suddetto tratto, sarà
assicurato utilizzando come percorso alternativo le strade comunali
parallele al tracciato ferroviario di via Verdi e via Trieste. La chiusura
si è resa necessaria per consentire alla Rete Ferroviaria Italiana di
procedere con lavori di rinnovo della infrastruttura ferroviaria.
fonte Basilicatanet
Il Policoro (calcio) fa un favore a se stesso e all’Oppido
SAN GREGORIO M. - Il Policoro batte con un pesante e inaspettato 2-4 un Comprensorio Tanagro davvero in ombra. Ora si teme il più otto da parte dell'Oppido, ma ciò che dovrebbe preoccupare non è tanto la distanza da una vetta che sembra ormai irraggiungibile, quanto la mancanza di compattezza e di idee che legiferano un gioco senza testa né coda, come se la resa dei conti
sia cosa scontata. Inizia subito male per i padroni di casa, al 4' già in svantaggio: Miranda prende palla a centrocampo, scatta in velocità e senza
difficoltà amministra il dribbling su Metitiero. Per i padroni di casa, la reazione al dormiveglia si concretizza al 15' quando sugli sviluppi di una punizione dal vertice destro di Ramora, Serritella S. stacca di testa più in alto di tutti e ristabilisce il pari. È il Policoro a tenere in mano il pallino del gioco. Fatto sta che al 30' ripassa in vantaggio il Policoro: cross dall'out destro di Miranda, ta in perfetto di Savoia. Al 38' replica di rimonta per il Comprensorio: sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina Turturiello molla la testata del due al due. La disfatta ha inizio al 14', quando Miranda completamente smarcato e ben piazzato sul palo più lontano sigla in estrema leggiadria la sua doppietta. Gli ospiti continuano a fare ciò che vogliono. Licciardi prima sbaglia il 3-3 e poi colpisce la traversa. Al 44', l'ultima doccia fredda per il poker siglato da Bruno che con un tiro centrale chiude.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
Carmen Freda
sia cosa scontata. Inizia subito male per i padroni di casa, al 4' già in svantaggio: Miranda prende palla a centrocampo, scatta in velocità e senza
difficoltà amministra il dribbling su Metitiero. Per i padroni di casa, la reazione al dormiveglia si concretizza al 15' quando sugli sviluppi di una punizione dal vertice destro di Ramora, Serritella S. stacca di testa più in alto di tutti e ristabilisce il pari. È il Policoro a tenere in mano il pallino del gioco. Fatto sta che al 30' ripassa in vantaggio il Policoro: cross dall'out destro di Miranda, ta in perfetto di Savoia. Al 38' replica di rimonta per il Comprensorio: sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina Turturiello molla la testata del due al due. La disfatta ha inizio al 14', quando Miranda completamente smarcato e ben piazzato sul palo più lontano sigla in estrema leggiadria la sua doppietta. Gli ospiti continuano a fare ciò che vogliono. Licciardi prima sbaglia il 3-3 e poi colpisce la traversa. Al 44', l'ultima doccia fredda per il poker siglato da Bruno che con un tiro centrale chiude.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
Carmen Freda
lunedì 24 gennaio 2011
Ecco il Lopatriello bis. Nominata nuova Giunta cittadina
Rocco Leone, vice sindaco alle Politiche sociali in attesa degli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto nei giorni scorsi due amministratori della città di Policoro, nella giornata odierna (24 gennaio) ha nominato la nuova Giunta municipale nel Palazzo di città. Oltre agli assessori già in carica, Vincenzo Di Cosola al Patrimonio (Casa dei moderati); Saverio Carbone all’Agricoltura (Dc); gli altri componenti dell’Esecutivo cittadino sono: Mary Padula al Turismo, Sport e Pari Opportunità (Api); Nicola Trupo Urbanistica e Ambiente (Città Nuova) –già assessore alle Attività produttive fino al 25 novembre prima dell’azzeramento della Giunta da parte del sindaco Nicola Lopatriello-; Rocco Colucci (Pdl) riceve la delega alle Attività produttive e Personale; mentre Domenico Bianco (Pdl) è il nuovo assessore ai Lavori pubblici dopo la sospensione di Cosimo Ierone (Città Nuova). Durante la presentazione, Leone ha asserito: “Al di là delle vicende giudiziarie dei giorni scorsi, sulle quali noi riponiamo la piena fiducia nella Magistratura e siamo altresì convinti che gli amministratori e i dirigenti coinvolti hanno operato nell’ambito della legalità, noi vogliamo governare questa città e portare a termine il programma elettorale fino alla scadenza naturale del mandato nel 2013. Nei giorni scorsi abbiamo subito attacchi violenti e feroci da parte dell’opposizione fuori luogo. All’interno di questa compagine ci sono intelligenze, risorse ed energie che vengono spese al servizio della comunità con coraggio e determinazione convinti della bontà del nostro progetto politico. Questa città oggi ha un’Amministrazione che continua a governare”. Dopo l’assegnazione delle deleghe assessorili in Consiglio comunale entrano: Antonio Satriano e Angelo Porsia del Pdl (quota Forza Italia), i quali subentrano a Rocco Colucci e Domenico Bianco; mentre la maggioranza di centro destra si allarga al centro con Antonio Nigro che passa dall’opposizione (Popolari Uniti prima e Api poi) in maggioranza. Pertanto nella geografia politica del Consiglio comunale del centro jonico il Polo/Partito della nazione conta i seguenti consiglieri di maggioranza: il sopraccitato Nigro, Giuseppe Callà (Fli), Mario Vigorito (Udc), Cosimo Simone, Pasquale Suriano e Otello Marsano, tutti e tre della Dc; il Pdl tre consiglieri, le due new entry più Livia Lauria e poi ci sono i civici Giuseppe Ferrara (Casa dei moderati) e tre consiglieri di Città Nuova nelle persone di Luigi Spano, Antonio Ripoli (presidente del Consiglio comunale) e Antonio Galante.
Manca l’esproprio definitivo prima dell’assegnazione delle case popolari del rione Iazzo-Ricino
POLICORO – Il fabbisogno abitativo della città jonica è in continua crescita. Non mancano richieste da parte di imprese e cittadini di alloggi sociali. I recenti bandi municipali sull’assegnazione delle case popolari confermano il trend “calamita” esercitato da Policoro dove intere famiglie, comprese quelle di sposini, presentano regolarmente domanda. Tanto da indurre l’ultimo Consiglio comunale ad approvare all’unanimità un ordine del giorno relativo al Piano casa nazionale, recepito dalla Regione Basilicata che ha individuato nel Comune del Metapontino la possibilità di costruire altri alloggi in un’apposita area individuata dal Comune nel perimetro: via Puglia, viale Salerno e via Gonzaga. Questo per il futuro. Per il presente nel giugno 2009 vennero assegnate, dopo l’affissione del bando e una marea di domande pervenute, alcune case popolari all’interno del quartiere Iazzo-Ricino dove è previsto un più imponente investimento di riqualificazione di tutta l’area di 6,5 milioni di euro pubblici e oltre 40 milioni di privati. Dopo una prima istruttoria l’apposita commissione comunale individuò le famiglie beneficiarie con un reddito basso, numerose, e con qualche componente abilmente diverso a carico. Poi ci fu un secondo passaggio nella commissione provinciale che confermò definitivamente la prima graduatoria. A più di un anno e mezzo però coloro che sono diventati assegnatari non possono avere ancora le chiavi per l’insediamento nella nuova abitazione. E tra loro c’è chi vive in case umide, lesionate e con servizi igienici precari. Così da una verifica fatta lo stato dell’arte è il seguente: l’esproprio del terreno dove sono state costruite le case non è stato ancora ultimato in quanto l’Agenzia del Demanio non ha ceduto all’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) il terreno. Ma dopo un sollecito municipale l’iter è in fase di conclusione. All’appello mancano qualche decine di migliaia di euro per arrivare ai 230 mila necessari per comprarlo definitivamente, di cui 160 mila sarebbero già stati pagati dagli Enti preposti. Una volta che l’Ater diventerà definitivamente proprietario consegnerà direttamente le case ai rientranti nella graduatoria. Nel frattempo però per accelerare la procedura si sta pensando di far scegliere loro già la casa per potersi successivamente insediare e respirare così aria nuova. Gli interventi abitativi rientrano per una parte nell’edilizia sovvenzionata da soldi pubblici, i cui appartamenti possono col tempo essere riscattati dai possessori che mantengono i requisiti; e gli altri tra l’ edilizia convenzionata in cui il cittadino stipula una convenzione con l’impresa edile di costruzione, non pagando il contributo di costruzione, in cambio di un fitto “di favore” ad equo canone o ad una cessione ad un prezzo leggermente più basso di mercato. Nel caso di Policoro attualmente oscillano tra i 1100 e i 1300 euro a metro quadro.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
domenica 23 gennaio 2011
Olimpia Orioli scrive a Clio Napolitano
POLICORO - "Ho bisogno della verità, non voglio presentarmi a mio figlio a
mani vuote". E' uno dei passaggi della lunga e toccante lettera che
Olimpia Orioli - madre di Luca, morto insieme alla fidanzata Marirosa
Andreotta in circostanze non ancora chiarite il 23 marzo del 1988 - ha
scritto alla moglie del presidente della Repubblica, Clio Napolitano.
"Quelle di Olimpia - ha detto il coordinatore di Libera in Basilicata, don
Marcello Cozzi - sono le parole dolci che solo una mamma riesce a dire
quando parla di un figlio che non c'è più. Olimpia, rivolgendosi a
un'altra mamma, usa quel linguaggio che unisce tutte le madri. Sono però
anche le parole dure di una mamma ferita a morte e quello che lei dice è
quello che anche noi come Libera sosteniamo. Anche di questa storia -
aggiunge don Cozzi - bisogna chiedere conto a tanta gente. Infine quelle
di Olimpia sono parole di speranza perché effettivamente ci sono elementi
e margini di speranza, adesso. I tempi sono cambiati e anche noi
confermiamo questa stessa speranza di verità. Il professor Introna (medico
legale incaricato di effettuare l'esame autoptico sui corpi di Luca e
Marirosa) è persona che sicuramente farà lavoro egregio come ha già fatto
per Elisa Claps. E'evidente, come per tutte le altre storie, che questi
familiari non sono più soli. In tanti sostengono le loro battaglie e la
richiesta di verità e giustizia, ora - ha concluso don Cozzi - viene da
una regione intera".
(fonte Basilicatanet)
mani vuote". E' uno dei passaggi della lunga e toccante lettera che
Olimpia Orioli - madre di Luca, morto insieme alla fidanzata Marirosa
Andreotta in circostanze non ancora chiarite il 23 marzo del 1988 - ha
scritto alla moglie del presidente della Repubblica, Clio Napolitano.
"Quelle di Olimpia - ha detto il coordinatore di Libera in Basilicata, don
Marcello Cozzi - sono le parole dolci che solo una mamma riesce a dire
quando parla di un figlio che non c'è più. Olimpia, rivolgendosi a
un'altra mamma, usa quel linguaggio che unisce tutte le madri. Sono però
anche le parole dure di una mamma ferita a morte e quello che lei dice è
quello che anche noi come Libera sosteniamo. Anche di questa storia -
aggiunge don Cozzi - bisogna chiedere conto a tanta gente. Infine quelle
di Olimpia sono parole di speranza perché effettivamente ci sono elementi
e margini di speranza, adesso. I tempi sono cambiati e anche noi
confermiamo questa stessa speranza di verità. Il professor Introna (medico
legale incaricato di effettuare l'esame autoptico sui corpi di Luca e
Marirosa) è persona che sicuramente farà lavoro egregio come ha già fatto
per Elisa Claps. E'evidente, come per tutte le altre storie, che questi
familiari non sono più soli. In tanti sostengono le loro battaglie e la
richiesta di verità e giustizia, ora - ha concluso don Cozzi - viene da
una regione intera".
(fonte Basilicatanet)
sabato 22 gennaio 2011
Il concetto di tempo spiegato filosoficamente. Presentato il libro di Osvaldo Marano
POLICORO – Spiegare il concetto di tempo non è semplice, perché non lo si tocca con mano; perché trascorre via inesorabilmente con velocità supersonica; perché a volte non basta mai. Nella storia ci hanno provato in tanti: scienziati e filosofi con formule matematiche e con concetti. Ma finora sono risultati tutti astratti. Così per dare un’idea di cosa sia, Osvaldo Marano in un saggio raccoglie tutte le teorie più autorevoli nel suo libro: “Acrobazie sul tempo” presentato nella biblioteca comunale “Massimo Rinaldi” sabato sera 15 gennaio. Insieme a lui un parterre di tutto rispetto: la direttrice del polo culturale del centro jonico, Angela Delia, ha citato un aforisma di Sant’Agostino: “Non so spiegarlo a chi me lo chiede, però so cos’è”. Per Pasquale Critone, consulente culturale della casa editrice “Adafor”, il tempo può essere oggettivo, fisico e riguarda il fenomeno delle cose, stagioni e del sole il cui simbolo può essere identificato con il campanile e a nulla sono valsi i misuratori meccanici inventati nel 1500: “Ritorniamo al tempo soggettivo e al suo rapporto più umano per volerci tutti più bene, non essendo schiavo di esso, ma governandolo”. Elisabetta Boccardi ha dato un approccio più filosofico alla discussione spiegando il concetto di tempo sotto l’aspetto circolare, che non finisce mai, infinito; e quello rettilineo ebraico/cristiano secondo cui il tempo è a senso unico scritto con la nascita del mondo e che procede verso l’alto dando l’idea della salvezza dell’umanità. Il prof. Lucio Saggese ha parlato del tempo come movimento all’interno dello spazio e sinonimo di libertà; Pompea Lopatriello ha raccontato invece la storia che ha portato alla stesura del libro dopo che l’autore si era recato al liceo scientifico “E. Fermi” per proporre alla docente la possibilità di scrivere un testo sull’argomento: “sul quale inizialmente ero scettica, ma poi mi sono resa conto del fascino di mettere nero su bianco l’argomento”. Infine Marano ha argomentato come il libro è accessibile a tutti per la sua facilità di trattazione del tema tempo, della sua scorrevolezza e di come la scienza può essere analizzata anche sotto il profilo filosofico. E a tal proposito Rocco Gentile, curatore della postfazione, ha chiuso così, fuori sacco, i lavori: “L’esistenza dell’uomo è propedeutica a quella del tempo, e con il tempo l’uomo scopre l’appartenenza davanti a Dio”.
Gabriele Elia
Fonte
(il Quotidiano della Basilicata)
venerdì 21 gennaio 2011
Provincia Mt, 220 mila euro per il liceo di Policoro
La giunta provinciale di Matera ha approvato la delibera relativa ai lavori di manutenzione straordinaria per il liceo scientifico di Policoro. “L’investimento, che supera i 220 mila euro, andrà a risolvere i problemi di impermeabilizzazione di cui soffre l’immobile del liceo scientifico di Policoro, condizioni di disagio che gli eventi calamitosi dei primi di novembre avevano ulteriormente aggravato. I lavori – ha informato l’assessore alle Reti e infrastrutture strategiche Giovanni Rondinone - riguarderanno la sostituzione del manto impermeabile e di infissi; interventi che garantiranno una migliore fruizione del Liceo e un maggior livello di sicurezza dei locali.” “Il primo investimento del 2011 nel segno dell’edilizia scolastica. Una dimostrazione tangibile – ha sottolineato il presidente della Provincia di Matera, Franco Stella – della volontà della Provincia di salvaguardare gli studenti anche in una fase difficile come quella attuale. Il Patto di stabilità, che di fatto sta boicottando il rilancio del territorio, continua a gravare pesantemente sulla azione amministrativa di questo Ente che non si arrende e prova a individuare percorsi alternativi per dare riscontro alle molteplici istanze che provengono dai numerosi comuni.”
Fonte
(Basilicatanet)
Fonte
(Basilicatanet)
I Vigili urbani ritrovano una discarica di amianto in città
POLICORO – Il fantasma dell’amianto aleggia ancora sulla città d jonica. Ma se esso fino a qualche tempo fa sembrava esorcizzato, o meglio marginalizzato, ora ritorna ancora di stretta attualità. Infatti nei giorni scorsi, precisamene il 13 gennaio, durante un giro di ricognizione in città da parte della Polizia locale due Vigili urbani si sono imbattutti su un cumulo di macerie in una via periferica: Rossini. In un primo momento i pubblici ufficiali hanno pensato che si trattasse di una sorta di discarica a cielo aperto come ogni tanto ne vengono segnalate o rinvenute al comando di via G. Fortunato, ma poi dopo un’attenta analisi dei rifiuti abbandonati si sono resi conto di trovasi di fronte sì una discarica, ma di amianto-eternit, rifiuti pericolosi per la salute dei cittadini. Una volta acquisito il dato si informava subito le istituzioni competenti, tra cui anche il Prefetto di Matera e la procura della Repubblica, del ritrovamento: “di cumuli di rifiuti pericolosi costituiti –si legge nella relazione della Polizia municipale- da lastre di amianto-eternit abbandonati a margine della strada interpoderale in agro di Policoro (vedi foto allegate)”. Nella stessa giornata su disposizione del capitano dei Vigili, Antonio Labate, l’area è stata posta in isolamento e apposta la necessaria segnaletica stradale mobile per la sicurezza della viabilità stradale, e nello stesso tempo è stata chiesta la bonifica dell’area interessata per la tutela della salute pubblica. Ricordiamo che nel centro jonico il problema amianto è stato al centro di numerosi casi politici/giudiziari. Ad esempio anni fa fu lo stesso consigliere provinciale Nicola Viola a chiedere un intervento urgente nella zona mare, dove c’erano dei tetti di casette di legno sotto i quali si presumeva la presenza di amianto, oltre che nella zona dell’ex Zuccherificio di Policoro, una volta l’Eldorado dell’economia del comprensorio e dalla fine degli anni ’80 area industriale dismessa; e anche Legambiente ha denunciato a più riprese il problema. E proprio lì non sono mancate a più riprese operazioni delle forze dell’ordine che hanno disposto il sequestro di quello che qualcuno ha battezzato: il cimitero dell’amianto policorese. Inoltre c’è anche la normativa nazionale, la legge n.257/92, che stabilisce norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto e alle modalità di smaltimento dello stesso, a garanzia della sicurezza pubblica e privata dei cittadini. Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell'aria non sia pericolosa: teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali, tuttavia un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarle.
Gabriele Elia
(il Quotidiano della Basilicata)
giovedì 20 gennaio 2011
La generosità non paga
POLICORO – Quando un giudice emette una sentenza, soprattutto in materia civile, si cerca sempre di tutelare la parte più debole. Questo vale nelle cause di lavoro e in quelle degli sfratti. Purtroppo nella storia che andiamo a raccontare il confine tra parte debole e quella forte è labile. Quasi inesistente. Da un lato c’è una famiglia del centro jonico, che non naviga nell’oro, la quale racimolando i faticosi risparmi di una vita acquista un monolocale in via Monte Rosa, il cui contratto non è mai stato registrato perché il proprietario è deceduto e quella casa, così come le altre abitazioni del rione, si è scoperto poi sono ipotecate da un istituto di credito. Comunque sia dopo aver pagato pro manibus alla famiglia sono state consegnate le chiavi dell’appartamento. Senonchè un bel giorno una suora si reca nella prima casa, quella dove abitano tuttora, dei neoproprietari, e con fare in linea con la missione religiosa espletata chiede loro di mettere a disposizione il locale di via Monterosa ad una famiglia di romeni, appena sbarcati a Policoro quando la Romania non era ancora nazione comunitaria, dimenticando che esiste il centro giovanile “Padre Minozzi” per l’ospitalità di persone disagiate. Il nucleo familiare si impietosisce della situazione e dà la possibilità alla coppia di sposini di insediarsi momentaneamente nell’abitazione. Da quel momento in poi iniziano i guai. Stando alle dichiarazioni della proprietaria i “locatari” non se ne vogliono più andare. Davanti alla richiesta di pagamento del canone di locazione, redatto da un apposito legale, il capofamiglia si è rifiutato di pagare. Poi una seconda richiesta di regolarizzare il fitto non ha fatto breccia nella sensibilità del romeno. I proprietari non sanno più a chi appellarsi, anche perché la casa servirebbe ad uno dei figli. Hanno messo al corrente le forze dell’ordine che si sono recate in via Monte Rosa; ma mettere in mezzo ad una strada un nucleo familiare con bimba di pochi anni non si può. E allora cosa fare? Non si tratterebbe nemmeno di occupazione abusiva poiché gli “inquilini” hanno le chiavi della casa. La suora, vera, che ha fatto da tramite se ne andata da Policoro facendo perdere le proprie tracce scaricando la patata bollente in mano a diversi attori: istituto di credito, proprietari, inquilini, forze dell’ordine. Ma se si dovesse trovare il bandolo della matassa anche andando in tribunale il contenzioso giudiziario sarebbe un rompicapo per il labirinto di norme di questo caso, con l’aggravante che entrambi rivendicano disagi sociali. Ma l’impressione è questa: una volta dentro non si esce più.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
La marcia di Michele Maddalena verso l’Unità d’Italia
POLICORO – Per molti il 3 novembre è una data qualunque. Per Michele Maddalena invece no. Partito da Trieste, città dove venne firmato l’armistizio della prima guerra mondiale, questo giovane pensionato di 70 anni percorrerà 4215 chilometri a piedi per consegnare il 17 marzo prossimo a Torino la pergamena con le firme di tutti i Governatori delle regioni d’Italia nelle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E in questo suo tour a piedi, sabato 15 gennaio ha fatto tappa nella città jonica per incontrare i ragazzi delle terze classi della scuola media “Aldo Moro”. Ha spiegato loro che preferisce camminare a piedi perché 150 anni fa non esistevano le macchine e gli scooter figli della società opulenta, che si alza la mattina alle 06:00 e un’ora dopo è già in strada a percorrere i suoi chilometri con una pettorina gialla fosforescente, qualche barretta di cioccolata fondente in tasca e tanta carica ideale, che gli danno anche sei nipoti e un pronipote in gestazione, di arrivare a questo appuntamento storico per l’Italia con la pregiata pergamena da consegnare direttamente a Giorgio Napolitano. Durante l’incontro ha raccontato un detto in base al quale la vita gira e il ricco di oggi potrebbe diventare povero domani. Morale: non disprezzare mai gli altri. Anzi aiutarli. Così vista la ricorrenza di marzo ha voluto rammentare ai ragazzi il sacrificio umano di 680 mila italiani che in guerra hanno lottato in nome della Patria. E quando ieri i veneti erano poveri, qualcuno al Sud si è ricordato di loro: “E ora in nome del federalismo non possono abbandonare il meridione. Se esso sarà solidale allora sì che potremo parlare di una vera Italia. Altrimenti sarà secessione”. Insieme al lui Rocco Galasso, presidente lucano dell’associazione “Nastro Azzurro”, che raggruppa tutti gli eroi al valor militare della regione: “Potrà sembrarvi strano –osserva- ma anche se la Basilicata è una piccola regione, in proporzione ai suoi abitanti è la regione che ha dato di più in termini di soldati per la Patria: 22 medaglie d’oro al valor militare, il più alto numero di caduti e il più basso in termini di disertori”, aggiungendo poi come i partigiani o briganti lucani si siano battuti prima contro e poi a favore dell’Unità d’Italia. A portare il saluto delle istituzioni c’erano l’assessore alla Pubblica istruzione della Provincia di Matera, Antonio Montemurro, il quale ha dichiarato che queste celebrazioni devono servire, soprattutto per i più giovani, a capire l’importanza di un Paese unito; e il vice sindaco di Policoro, Rocco Leone, che ha affermato come l’Italia sia una grande nazione con tante bellezze, tante contraddizioni, ma anche molte cose che accomunano i suoi cittadini a partire dal tricolore.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
mercoledì 19 gennaio 2011
Ricordata la ricorrenza della festa di Sant’Antonio
Policoro – Come di tradizione nella città jonica si è celebrata la festa di Sant'Antonio Abate, il patrono degli animali domestici, nelle giornate del 16 e 17 gennaio. L'iniziativa è organizzata dalla associazione culturale “Rotunda Nostra” guidata dal neo presidente Antonio Lateana. I festeggiamenti hanno preso il via domenica alle ore 20, nello spazio libero di via Puglia (spazio destinato alle giostre), con l'accensione del fuoco benedetto di Sant'Antonio, che è stato alimentato con la legna di tutti coloro che hanno partecipato. Alla benedizione del fuoco c’erano i tre parroci della comunità di Policoro. A seguire c’è stata la degustazione di bruschette, carne arrostita e altri prodotti tipici portati da chi parteciperà all'evento; mentre il 17 gennaio in piazza Heraclea e nel piazzale antistante la chiesa del Buon Pastore c’è stata la benedizione degli animali domestici.
Il Policoro 2000 cede al Borussia Pleiade nel derby dello Jonio
POLICORO - Va al Borussia Marconia il derby del Metapontino. Due a uno il risultato finale di una gara dalla doppia personalità, con un Policoro più dinamico nel primo tempo e un Marconia corsaro nella ripresa. Tre punti importanti per il Borussia, che grazie alla vittoria di ieri si avvicina alla metà della classifica. La partita si apre con il ricordo del piccolo Gabriele, giovanissimo tifoso prematuramente scomparso. Policoro subito in avanti e al 16' il primo brivido con un assist di Bruno per Manolio, Rondinone rinvia in angolo. Al 21' ancora un'occasione per i padroni di casa: Miranda ruba palla
e serve Bruno, assist per Cifarelli che si accinge al tiro, bloccato dalla difesa marconiense. Sei minuti dopo e il Policoro è ancora in avanti con Ragazzo che per ben due volte prova sotto rete a beffare Rondinone, l'estremo difensore però non si fa ipnotizzare. Al 34' i padroni di casa sbloccano il risultato: punizione dalla tre quarti sinistra di Miranda, Ferrara, sotto porta in girata, spizzica di testa e mette la sfera in rete. Il Policoro sembra ormai padrone del gioco, con il Marconia che prova a reagire con un tiro dalla distanza di Salerno, di poco a lato (40'), e con una punizione centrale di Garramone, bloccata da Coretti (46'). Nella seconda frazione i padroni di casa sembrano voler chiudere subito il match, tanto che pochi secondi dopo il fischio dell'arbitro Miranda prova a sorprendere tutti da centrocampo e Rondinone si deve superare per rinviare. Al 56' i biancoazzurri hanno una grande occasione con Cifarelli, solo a porta vuota, palla sul palo. Contropiede marconiense e potente tiro di Zuccarelli, palla alta. Ed è qui che il match cambia: i padroni di casa sembrano perdere la concentrazione e il Marconia ne approfitta proiettandosi in avanti. E agguanta il pareggio al 69', con Di Cecca: svarione difensivo, l'undici rossoblu se ne va in solitaria e con un destro supera Coretti. Al 72' il Policoro ci prova su corner, Rondinone toglie la palla dalla testa di Bruno. Passano dieci minuti e il neo entrato Savoia lancia ancora Bruno che però si gira male e spreca. La partita sembra avviata al pareggio ma non è così e all' 88' gli ospiti si regalano il match gol: ancora una svista difensiva, Agneta è abile a catturare palla e ad andarsene per beffare l'estremo difensore marconiense con un insidioso pallonetto. Triplice fischio e il Marconia torna alla vittoria mentre il Policoro dovrà lavorare sodo per preparare l'insidiosa trasferta con il Tanagro.
Eleonora Cesareo
(il Quotidiano della Basilicata)
e serve Bruno, assist per Cifarelli che si accinge al tiro, bloccato dalla difesa marconiense. Sei minuti dopo e il Policoro è ancora in avanti con Ragazzo che per ben due volte prova sotto rete a beffare Rondinone, l'estremo difensore però non si fa ipnotizzare. Al 34' i padroni di casa sbloccano il risultato: punizione dalla tre quarti sinistra di Miranda, Ferrara, sotto porta in girata, spizzica di testa e mette la sfera in rete. Il Policoro sembra ormai padrone del gioco, con il Marconia che prova a reagire con un tiro dalla distanza di Salerno, di poco a lato (40'), e con una punizione centrale di Garramone, bloccata da Coretti (46'). Nella seconda frazione i padroni di casa sembrano voler chiudere subito il match, tanto che pochi secondi dopo il fischio dell'arbitro Miranda prova a sorprendere tutti da centrocampo e Rondinone si deve superare per rinviare. Al 56' i biancoazzurri hanno una grande occasione con Cifarelli, solo a porta vuota, palla sul palo. Contropiede marconiense e potente tiro di Zuccarelli, palla alta. Ed è qui che il match cambia: i padroni di casa sembrano perdere la concentrazione e il Marconia ne approfitta proiettandosi in avanti. E agguanta il pareggio al 69', con Di Cecca: svarione difensivo, l'undici rossoblu se ne va in solitaria e con un destro supera Coretti. Al 72' il Policoro ci prova su corner, Rondinone toglie la palla dalla testa di Bruno. Passano dieci minuti e il neo entrato Savoia lancia ancora Bruno che però si gira male e spreca. La partita sembra avviata al pareggio ma non è così e all' 88' gli ospiti si regalano il match gol: ancora una svista difensiva, Agneta è abile a catturare palla e ad andarsene per beffare l'estremo difensore marconiense con un insidioso pallonetto. Triplice fischio e il Marconia torna alla vittoria mentre il Policoro dovrà lavorare sodo per preparare l'insidiosa trasferta con il Tanagro.
Eleonora Cesareo
(il Quotidiano della Basilicata)
martedì 18 gennaio 2011
Anna Debora Bonavita, un'altra poetessa di Policoro per "Il Federiciano"
Policoro - La poesia di un'altra poetessa di Policoro per il Federiciano. Si intitola “18 aprile 1993”, ed è stata scelta per arricchire la raccolta di composizioni inedite. Lo scorso 4 dicembre a Rocca Imperiale, grazioso centro calabrese non lontano dal confine con la Basilicata, c'è stata la presentazione dei volumi (Il Federiciano, edizione Blu, ndr.) e la proclamazione dei rispettivi autori. L'opera di Anna Debora Bonavita è stata scelta fra 9000 elaborati. Ha 38 anni, dopo gli studi universitari si è sposata e ha messo su famiglia, ma la passione verso il “linguaggio dell'anima” non l'ha mai abbandonata. “La poesia è stata sempre una grande passione, infatti ho scritto per la prima volta all'età di sette anni, pur non avendo mai pubblicato”, ha raccontato Anna Debora. La poetessa policorese, nell'esprimere soddisfazione per il traguardo raggiunto, ha ringraziato tutti quanti dedicheranno un minuto del loro tempo alla lettura della sua poesia.
Fonte
(La Nuova del Sud)
Ponte di solidarietà per curare un iracheno
POLICORO - Una gara di solidarietà andata a buon fine, grazie al concreto impegno del Tribunale dei diritti del malato di Policoro, coadiuvato dalle istituzioni a tutti i livelli. La storia è quella di un cittadino iracheno, che su intervento dei suoi familiari residenti in Italia, è stato accolto e curato nelle strutture sanitarie di Policoro e Matera. «Nella sanità lucana è un esempio positivo di solidarietà. -si legge in una nota a commento di Mariantonietta Tarsia, segretaria di Cittadinanzattiva Basilicata e rappresentante del Tdm di Policoro- Una famiglia Irachena da anni regolarmente residente in Italia ha chiesto al Tribunale per i Diritti del Malato di Policoro di adoperarsi affinchè un loro congiunto gravemente malato in Iraq raggiungesse l'Italia e specificamente la Basilicata, dove vivono i suoi familiari, per accertamenti diagnostici e successive cure. La richiesta -spiega ancora Tarsia- fatta propria dal Tdm, ha trovato pronto accoglimento, sia da parte della struttura sanitaria “Madonna delle Grazie” di Matera, che da parte dell'Ambasciata italiana in Iraq. La prima, con l'aver subito inserito il nominativo tra i beneficiari degli accertamenti diagnostici, la seconda con l'aver rilasciato il visto di ingresso in Italia nella stessa giornata
in cui è pervenuta la richiesta con la relativa documentazione via e-mail. Il positivo episodio -conclude Mariantonietta Tarsia- è stato oggetto di apposita comunicazione a gli organi amministrativi regionali. Di tanto si ritiene dare comunicazione all'opinione pubblica tramite la stampa». E’ certamente un mirabile esempio di sinergie finalizzate a quella solidarietà che fa realmente del popolo lucano un grande esempio nel mondo.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
in cui è pervenuta la richiesta con la relativa documentazione via e-mail. Il positivo episodio -conclude Mariantonietta Tarsia- è stato oggetto di apposita comunicazione a gli organi amministrativi regionali. Di tanto si ritiene dare comunicazione all'opinione pubblica tramite la stampa». E’ certamente un mirabile esempio di sinergie finalizzate a quella solidarietà che fa realmente del popolo lucano un grande esempio nel mondo.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
lunedì 17 gennaio 2011
Via Monginevro a Policoro, strada dissestata. Residenti arrabbiati
Policoro - Strada dissestata e residenti molto arrabbiati. Circa una cinquantina di metri, forse di più, fra buche e dislivelli che hanno creato non pochi problemi ai cittadini che abitano in via Monginevro a Policoro. Il tratto finito sotto accusa è quello che serve gli alloggi Ater e i cinque edifici a torre, meglio noti come i “grattacieli di Policoro”. La porzione di strada in questione, sebbene interna, è utilizzata dai tanti residenti della zona. La segnalazione è venuta nei giorni scorsi da un cittadino, Giuseppe Di Matteo, che ha riferito (“anche a nome degli altri residenti”) circa gli ultimi accadimenti nella zona. “In via Monginevro sono presenti immobili di proprietà dell'ATER ai quali sono stati compiuti lavori di recinzione ed altro danneggiando cosi il fondo stradale della stessa via Monginevro”, ha scritto il signor Giuseppe Di Matteo nella e mail. E, ancora: “ E' da mesi che prosegue questa situazione e nè il comune nè nessun altro ente si preoccupa di tale disservizio e disagio in cui incorriamo, le nostre automobili sono in procinto di seguire le strade degli auto demolitori”, ha concluso Di Matteo. Di chi è stavolta la responsabilità?
Fonte
La Nuova del Sud
Gianluca Pizzolla
Fonte
La Nuova del Sud
Gianluca Pizzolla
Franco Labriola
Franco Labriola coordinatore provinciale di Partecipazione Democratica del Pd
"Abbiamo bisogno di recuperare un rapporto sinergico con l'intera comunità
provinciale e per questo ci siamo dati una organizzazione operativa, con
la nomina di Francesco Labriola nella funzione di Coordinatore, di
Francesco Bianchi Tesoriere provinciale e Vincenzo Santochirico Andrea
Bandursi, Angelo Cotugno, Francesco Labriola, Dino Paradiso, Francesco
Mancini e Tina Santochirico nella Direzione Provinciale e infine Francesco
Mitidieri nel Comitato di Garanzia Provinciale". Lo afferma il
coordinatore provinciale del Materano di Partecipazione Democratica,
componente del Pd, Francesco Labriola, sostenendo di aver "chiuso una
fase politica, che ci ha visto impegnati per affermare i valori della
componente Bersani e aprendo, invece, una fase nuova di partecipazione
democratica nelle comunità e con le comunità. Abbiamo bisogno - conclude -
di recuperare un rapporto sinergico con l'intera comunità provinciale e
per questo ci siamo dati una organizzazione operativa.
"Abbiamo bisogno di recuperare un rapporto sinergico con l'intera comunità
provinciale e per questo ci siamo dati una organizzazione operativa, con
la nomina di Francesco Labriola nella funzione di Coordinatore, di
Francesco Bianchi Tesoriere provinciale e Vincenzo Santochirico Andrea
Bandursi, Angelo Cotugno, Francesco Labriola, Dino Paradiso, Francesco
Mancini e Tina Santochirico nella Direzione Provinciale e infine Francesco
Mitidieri nel Comitato di Garanzia Provinciale". Lo afferma il
coordinatore provinciale del Materano di Partecipazione Democratica,
componente del Pd, Francesco Labriola, sostenendo di aver "chiuso una
fase politica, che ci ha visto impegnati per affermare i valori della
componente Bersani e aprendo, invece, una fase nuova di partecipazione
democratica nelle comunità e con le comunità. Abbiamo bisogno - conclude -
di recuperare un rapporto sinergico con l'intera comunità provinciale e
per questo ci siamo dati una organizzazione operativa.
domenica 16 gennaio 2011
Grande spettacolo di pubblico ai tre happening di Cassiopea
POLICORO – A poco più di un mese di distanza dalla sua nascita il consorzio di associazioni culturali costituitosi nel centro jonico, Cassiopea, tira le somme dopo le prime iniziative messe in cantiere nelle vacanze natalizie: l’esibizione del cabarettista Rocco Barbato il 26 dicembre e le due serate all’insegna del divertimento con i bambini il 5/6 gennaio, tutti eventi organizzati al PalaErcole: “Abbiamo dimostrato così –osserva il presidente Francesco Corbino- come l'unione delle forze porti al risultato sperato, riuscendo ad offrire degli appuntamenti che evidentemente mancavano a questa città, visto l'enorme afflusso di pubblico riscontrato nei tre happening. Nello spettacolo offerto da Rocco Barbaro il 26 dicembre c’erano circa 500 presenze; non da meno è stato il successo di pubblico delle altre due serate. Il 5 gennaio con “Aspettando la Befana....danzando” le scuole di ballo “Io Ballo”, “King's dance club” e “Insieme Danza”, hanno dato vita ad uno spettacolo molto ben curato e molto apprezzato dal numeroso pubblico presente. Infine, il 6 gennaio, il “Befanone” è stato una vera e propria festa dei bambini che dalle 17 si sono scatenati sugli enormi giochi gonfiabili presenti e si sono fatti truccare dallo staff de ”l'isola felice”, ed intrattenere dallo spettacolo del mago con balli e tanto zucchero filato. L'aspetto che ci rende più orgogliosi -continua il presidente Francesco Corbino- è l'aver creato dei momenti di aggregazione per Policoro. Vedere l’impianto sportivo pieno di famiglie, pieno di ragazzi ed in particolare pieno di bambini che si sono letteralmente scatenati ci obbliga a metterci subito al lavoro per realizzare al più presto altre iniziative. Tengo anche a precisare che questo risultato è il frutto solo ed esclusivamente del nostro lavoro. Credo che Cassiopea abbia centrato in pieno il suo obiettivo in questa sua prima fase di vita formando un bel gruppo di lavoro, e la sua caratteristica è proprio quella di sfruttare le peculiarità e le idee di tutte le associate (28); quindi il nostro potenziale è enorme”. Cassiopea rimane un associazione aperta e libera a tutte le associazioni di Policoro che vogliono unirsi a noi.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Investito un giovane in città
POLICORO – All’ingresso di Policoro Sud venerdì 13 gennaio si è sfiorata la tragedia. Quando il sole era già tramontato da un pezzo e le luci illuminavano l’ingresso nella città, nei pressi del cavalcavia un giovane diciassettenne residente in città, R.F., a bordo di una bicicletta si stava recando, molto probabilmente a casa, in via Bellini, di fronte l’ex Zuccherificio quando all’improvviso è stato catapultato per terra nell’impatto con un’autovettura che procedeva a discreta velocità nella stessa direzione. A guidarla un ragazzo di 27 anni di origini albanesi che, forse preso dal panico per non essere stato diligente alla guida, anziché soccorrere il giovane italiano gli è balenata la cattiva idea di scappare lasciando tra la vita e la morte il minorenne. Fortuna ha voluto che un passante richiamato dall’attenzione delle urla e dal gesticolare del minorenne, nel frattempo finito in una cunetta, si sia fermato e prestato i primi soccorsi. Dopodiché ha chiamato il 118 e avvisato le forze dell’ordine. Ad accorrere sul posto la Polizia locale e i militari dell’Arma della compagnia di Policoro che poche ore dopo identificavano l’automobilista. Al momento non sono state rese note le sue generalità, ma si sa la sua età: 27 anni, e la residenza nella città jonica. Dai rilievi effettuati i militari hanno riscontrato che l’albanese non era in regola con la patente B. A dare una mano alle forze dell’ordine nella cattura dell’extracomunitario ci ha pensato il padre del policorese telefonando al 112 numero unico europeo, il quale dava indicazioni utili all’identificazione del presunto investitore. A questo punto partiva la caccia all’uomo grazie anche alla scia di olio che fuoriusciva dalla macchina portando così dritti dritti alla sua cattura. Poi è stato tratto in arresto e deferito alla competente Autorità Giudiziaria per lesioni personali, fuga in caso di incidente con danno a persone ed omissione di soccorso a persone ferite. Per R.F., invece, dopo essere stato trasportato al nosocomio civile papa “Giovanni Paolo II” è stato, successivamente, trasferito al San Carlo di Potenza per ulteriori accertamenti dopo i 40 giorni diagnosticati di trauma dal personale medico della città di Policoro. Nella ricostruzione dei fatti da parte dei Carabinieri, sembrerebbe che la strada di percorrenza della due ruote fosse poco illuminata e per questo motivo l’autovettura agganciava il velocipede, probabilmente senza luci di posizione, trascinando il corpo del giovane per terra per qualche metro.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
sabato 15 gennaio 2011
Bosco Soprano Policoro: a quando l’analisi dell’acqua dopo le trivellazioni?
Con delibera consiliare del 11 gennaio 2010 il Comune di Policoro, facendo propria
la protesta della cittadinanza avverso le trivellazioni di gas a Bosco Soprano, assumeva precisi impegni contro le trivellazioni nel territorio del Comune medesimo e nel Mar Jonio. In particolare il Consiglio Comunale dichiarava ferma contrarietà a qualsiasi futura attività di ricerca petrolifera nel proprio territorio e volontà di tutelare la salute dei cittadini di Bosco Soprano e l’ambiente. Nel settembre 2010 il comitato Bosco Soprano si rivolgeva al sindaco Lopatriello, quale responsabile della salute pubblica, e al neo eletto assessore all’ambiente della Regione, Agatino Mancusi, per sollecitare l’effettuazione di analisi dell’acqua dei pozzi utilizzati dagli abitanti e dagli agricoltori della omonima contrada. Un monitoraggio necessario, stante l’impiego di prodotti chimici durante le trivellazioni. L’utilizzo di tali pericolose sostanze risulta acclarato già dalla fine di Dicembre del 2009, allorché con ordinanza sindacale n. 3671 si proibì alla società Gas Plus di valersi dei fusti di sostanze chimiche presenti nel cantiere escavativo. Detto utilizzo risulta, peraltro, provato da esauriente dossier fotografico, trasmesso alle predette istituzioni, in cui risulta documentato anche l’intervento di tir-cisterna adibiti al trasporto di rifiuti e scarti tossici conseguenti alla trivellazione. All’assessore Mancusi veniva, in particolare, avanzata richiesta di verifica dell’operato svolto dal Dipartimento Ambiente, secondo cui “non sarebbero stati utilizzati prodotti chimici per perforare la crosta terrestre”, valutando l’eventualità di errori nell’assolvimento della pratica. Trascorsi oramai tre mesi nessuno ha dato corso alle giuste e preoccupate istanze della popolazione. Ancora una volta si assiste allo scoraggiante spettacolo dei cittadini chiamati a difendere da soli diritti costituzionalmente garantiti, nella assordante assenza delle istituzioni.
la protesta della cittadinanza avverso le trivellazioni di gas a Bosco Soprano, assumeva precisi impegni contro le trivellazioni nel territorio del Comune medesimo e nel Mar Jonio. In particolare il Consiglio Comunale dichiarava ferma contrarietà a qualsiasi futura attività di ricerca petrolifera nel proprio territorio e volontà di tutelare la salute dei cittadini di Bosco Soprano e l’ambiente. Nel settembre 2010 il comitato Bosco Soprano si rivolgeva al sindaco Lopatriello, quale responsabile della salute pubblica, e al neo eletto assessore all’ambiente della Regione, Agatino Mancusi, per sollecitare l’effettuazione di analisi dell’acqua dei pozzi utilizzati dagli abitanti e dagli agricoltori della omonima contrada. Un monitoraggio necessario, stante l’impiego di prodotti chimici durante le trivellazioni. L’utilizzo di tali pericolose sostanze risulta acclarato già dalla fine di Dicembre del 2009, allorché con ordinanza sindacale n. 3671 si proibì alla società Gas Plus di valersi dei fusti di sostanze chimiche presenti nel cantiere escavativo. Detto utilizzo risulta, peraltro, provato da esauriente dossier fotografico, trasmesso alle predette istituzioni, in cui risulta documentato anche l’intervento di tir-cisterna adibiti al trasporto di rifiuti e scarti tossici conseguenti alla trivellazione. All’assessore Mancusi veniva, in particolare, avanzata richiesta di verifica dell’operato svolto dal Dipartimento Ambiente, secondo cui “non sarebbero stati utilizzati prodotti chimici per perforare la crosta terrestre”, valutando l’eventualità di errori nell’assolvimento della pratica. Trascorsi oramai tre mesi nessuno ha dato corso alle giuste e preoccupate istanze della popolazione. Ancora una volta si assiste allo scoraggiante spettacolo dei cittadini chiamati a difendere da soli diritti costituzionalmente garantiti, nella assordante assenza delle istituzioni.
La Gi. Elle volley raddoppia. Due squadre nella serie C regionale
POLICORO – Gigi Liquori, presidente della Gi. Elle volley, ha presentato giovedì 6 gennaio all’Hermes hotel i suoi tre moschettieri: Domenico Di Sanzo, Pierpaolo De Pace e Mario Liquori. Il primo è stato strappato alla federazione pallavolo nella veste di osservatore degli arbitri e portato in riva allo Jonio come Direttore generale e l’allenatore numero due, il secondo è il mister per la sua abilità di coinvolgimento e preparazione, il terzo è il Direttore sportivo con doppio incarico: anche allenatore all’occorrenza. Mentre lui, Gigi, è il D’Artagnan di questa associazione che negli anni sotto la sua direzione ha aggregato giovani e meno giovani indirizzandoli alla pallavolo. Loro devono combattere per una causa meno nobile degli eroi di Dumas: non contro il cardinale Richelieu ma quantomeno salvarsi nel campionato di serie C regionale di volley. E la missione quest’anno è doppia: per gli uomini e donne. Infatti la Gi. Elle volley ha raddoppiato le squadre aprendosi a tutto il circondario jonico andando a pescare atleti/e anche a Nova Siri, Pisticci, Marconia, Scanzano. E forte delle innumerevoli adesioni, circa 70 tesserati, l’associazione necessitava di una riorganizzazione. Da qui i nuovi arrivi nella dirigenza con l’arduo compito di far crescere un vivaio sempre più numeroso: “E se arriva qualcos’altro di buono lo prendiamo…”. Il riferimento è al salto di categoria nella B2: “Realisticamente –afferma Gigi Liquori- non abbiamo le disponibilità economiche per un campionato superiore a quello di quest’anno (il terzo di fila per gli uomini, il primo per le donne ndr), e dunque facciamo crescere i giovani in quest' anno di transizione per poi in futuro raccogliere di meglio…qualche buon giocatore c’è nella rosa però parlare di promozione non sarebbe il caso”. Nelle prime due giornate gli uomini hanno collezionato una vittoria e una sconfitta; mentre le donne hanno iniziato peggio: “però –continua- contiamo di rifarci durante la stagione puntando molto sul fattore campo. Il PalaErcole di Policoro dove finora non abbiamo potuto giocare perché occupato da altri eventi. Finiti i quali ora non dovremo più, almeno me lo auguro, girare tra palestre di Comuni limitrofi e tendostrutture varie”. Sul femminile le risorse sono state trovate, anche se altre sono ben accette, grazie alla sensibilità di alcune piccole attività commerciali del Metapontino; nel maschile invece i problemi ci sono e non li nasconde: “Finora abbiamo avuto dei contatti. Di concreto c’è solo la parola di qualche imprenditore che io spero faccia seguire poi i fatti. La nostra è un’associazione che si autofinanzia con le tessere dei soci per la pratica sportiva. Ma i soldi non bastano mai. Faccio un esempio: solo il PalaErcole ci costa 600 euro al mese, ai quali bisogna aggiungere i soldi per le trasferte con tutti gli annessi e connessi. Mantenere su una squadra, e nel mio caso sono due, è davvero un’impresa”. Il cui primo azionista è proprio egli stesso. “Ma oltre all’attività agonistica –conclude- abbiamo il progetto del volley nelle scuole e quello di un raduno di mini volley tra qualche settimana al PalaErcole”. Ecco perché Liquori, padre, i galloni di D’Artagnan se li è conquistati sul campo.
Gabriele Elia
(il Quotidiano della Basilicata)
venerdì 14 gennaio 2011
Le polizze di “Nano feroce”
Aveva allestito una vera e propria “agenzia assicurativa criminale”,che per procacciarsi i“clienti” adottava una metodologia ampiamente rodata negli ambienti della malavita organizzata, ovvero l’atto intimidatorio all’imprenditore di turno e dopo pochi giorni la“gentile offerta” di una copertura, di una protezione dall’orco estorsore, che egli stesso avrebbe indicato nel noto pregiudicato Gerardo Schettino, denominato “u carabnier”, ex militare dell’Arma di Scanzano Jonico oggi in carcere per un reato simile.Il protagonista di questa paradossale joint venture è stato individuato dalla Polizia in Vincenzo Mitidieri, 47 anni di Policoro, più noto negli ambienti criminali col nomignolo di “nano feroce”come il boss calabrese Antonino Imerti dello scontro coi De Stefano nella seconda guerra di ‘ndrangheta (più di 600 morti in meno di 6 anni). Mitidieri era già finito al centro di una serie di operazioni di polizia sempre per reati connessi alla matrice estorsiva. Questa volta, però, l’episodio che gli viene contestato ha attirato l’attenzione della Direzione distrettuale antimafia di Potenza, che all’esito delle indagini congiunte della Squadra Mobile di Matera, agli ordini del dottor Nicola Fucarino, e del Commissariato di Scanzano, guidato dal dottor Roberto Cirelli, ha formalizzato l’accusa di “estorsione aggravata dal metodo mafioso” (articolo 7 del Codice di procedura penale), disponendo l’arresto di Mitidieri nella sua abitazione di Policoro, dove scontava i domiciliari dopo il fermo del gennaio 2010 proprio nell’ambito dell’operazione “Mosaico”, per altri atti estorsivi. I risultati di questa nuova brillante indagine, denominata “Last piece”, quindi probabile ultimo tassello del mosaico, sono
stati illustrati ieri mattina in Questura dal capo della Mobile e dal commissario capo di Scanzano. Tutto è nato dalle bottiglie incendiarie ritrovate nell’autunno 2009 davanti ad alcune aziende tra Policoro e Scanzano Jonico. All’epoca gli agenti sentirono gli imprenditori interessati, tra cui i titolari di una nota società di prodotti ortofrutticoli, che negarono tutti di aver ricevuto richieste estorsive. Una risposta che non convinse gli inquirenti, tanto da indurli a predisporre una serie di controlli ambientali proprio sull’utenza telefonica dei soci dell’azienda e persino nelle loro auto. Proprio da una di queste ultime, è arrivato l’atteso riscontro al fiuto degli investigatori. Un giorno i due titolari dell’azienda si sono appartati per parlare della faccenda senza fare insospettire gli altri, che probabilmente non sapevano della richiesta estorsiva. Durante il colloquio, intercettato dagli agenti nell’auto, gli imprenditori hanno parlato chiaramente della richiesta “assicurativa” di Mitidieri, 5.000 euro di anticipo da pagare subito e poi un “vitalizio” di 500 euro al mese. Viste le condizioni economiche non rosee della società, i due avrebbero ipotizzato anche di dare le chiavi dei capannoni a Mitidieri, concludendo comunque di voler pagare per non subire danneggiamenti. Tutti indizi interessantissimi passati alla Dda di Potenza, che attraverso il pm Basentini e con l’interessamento delprocuratore capo Colangelo, ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari, dottor Spina, la formalizzazione della richiesta di arresto per estorsione aggravata dal metodo mafioso, definendo
l’atto di Mitidieri un “contratto di protezione”. Prima,però, i magistrati hanno nuovamente sentito gli imprenditori vittime, che dopo le rassicurazioni degli agenti del Commissariato di Scanzano circa la protezione della propria famiglia, hanno confermato tutto dando il la all’arresto di Mitidieri. La giusta conclusione di indagini lunghe e laboriose anche a causa della mancata collaborazione delle vittime, sempre auspicabile in casi del genere, ma quasi mai reale per la paura del criminale di turno. E sulla pericolosità di Vincenzo Mitidieri, secondo gli investigatori, non ci sarebbero dubbi, viste anche le successive esternazioni del boss pentito Antonio Cossidente, che ha individuato proprio nei Mitidieri di Policoro la cellula criminale ben organizzata
e armata, anima della quinta mafia nell’area del Metapontino. Informazioni utili, stralciate e integrate nell’ordinanza d’arresto dal pm Basentini. U carabnier e il nano feroce erano stati già arrestati per reati a matrice estorsiva a dicembre 2009 (Operazione “Agroracket”cheportò all’arresto di Schettino) e nel gennaio 2010 (Operazione “Mosaico” per Mitidieri). Schettino, in questa ultima vicenda, è presente “de relato”, non essendoci riscontri della sua consapevole partecipazione alle richieste estorsive. Di vitale importanza nella conduzione delle indagini è stata l’opera degli agenti di Scanzano, che come polizia di prossimità, hanno rassicurato le vittime, inducendole a collaborare.
Mitidieri si trova ora recluso nel carcere di Potenza a disposizione del pm Basentini per l’interrogatorio di garanzia. Una scelta voluta, quella di non passare dal carcere di Matera, per agevolare e velocizzare la definizione dell’accusa. Restano aperte le indagini sugli altri episodi simili registratisi nello stesso periodo tra Policoro e Scanzano. Al momento non ci sono prove
della regia unica di Mitidieri, ma gli inquirenti lo sospettano, ritenendola probabile.
Un anno fa l’operazione “mosaico”
VINCENZO Mitidieri è agli arresti dal 26 gennaio 2010. Pare che dicesse alle sue vittime: «Se non vuoi avere problemi devi pagare. Se non lo fai sarà un inferno». Allora fu il titolare di un cantiere edile a collaborare, consentendo l’arresto fulmineo in 48 ore. Mitidieri è accusato di aver chiesto 20.000 euro ad uno dei tre titolari dell’impresa di Policoro. Richiesta che, in un’occasione,
era stata anche accompagnata dalle minacce con una pistola. Gli imprenditori, però, hanno avuto la forza e il coraggio di reagire denunciando il tentativo di estorsione al Commissariato di Scanzano della Polizia di Stato. Mitidieri fu arrestato con l'accusa di tentata estorsione pluriaggravata e continuata. Alla richiesta del denaro, Mitidieri si era sentito rispondere che, se aveva bisogno di un posto di lavoro, avrebbero potuto darglielo. «Non ho bisogno di elemosina. –rispose- Il problema non è mio, è vostro. Se volete continuare datemi 20.000 euro», la risposta secca del pregiudicato. A distanza di un giorno, la richiesta è diventata stringente, inoltrata con la minaccia di un'arma da fuoco. «Anche se ti rivolgi a polizia e carabinieri, ho
centinaia di uomini fuori», aveva detto Mitidieri. Gli imprenditori si sono resi conto che l'unica via d'uscita era quella di chiedere aiuto alle forze dell'ordine.
E la polizia in 24 ore ha identificato l'estorsore, in altre 24 è arrivato il provvedimento del gip Rosa Bia su disposizione del pm Annunziata Cazzetta. Alle quattro di notte una ventina di agenti del Commissariato di Scanzano e della prima sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Matera sono piombati in casa di Mitidieri, una villetta con giardino, “presidata” da tre rottweiler, recintata da un cancello che i poliziotti sono costretti a scavalcare poiché il padrone di casa non aveva nessuna intenzione di aprire. Proprio come Schettino su Scanzano, Mitidieri era il punto di riferimento della criminalità locale, era considerato il catalizzatore della criminalità policorese. Il 28 gennaio, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, respinse tutte le accuse. L'avvocato, Maria Delfino, chiese gli arresti domiciliari in sostituzione
della detenzione in carcere, che gli furono concessi.
Processo “Heraclea connection”: inutilizzabili le telefonate
IL GUP Luigi Spina ha accolto i rilievi delle difese e ha dichiarato inutilizzabili
le intercettazioni telefoniche agli atti dell’inchiesta “Heraclea connection”. Per gli avvocati la decisione è stato un grande risultato, che mette a rischio l’in tero impianto accusatorio. L’altra mattina nel Palazzo di giustizia di Potenza
si è conclusa la prima fase dell’udienza preliminare di coloro che finirono in
galera il 1 marzo del 2007. Sono accusati essere stati i registi di un associazione a delinquere di stampo mafioso dedita al traffico di droga (hashish, ma soprattutto cocaina), estorsioni, ricettazione, riciclaggio, rapine e usura. Le indagini dei militari della compagnia dei carabinieri di Policoro e del nucleo operativo di Matera presero le mosse nel 2003 da un anomalo e sproporzionato giro di coca. Per l’accusa il traffico si sarebbe insinuato ben dentro la migliore società della fascia jonica, tanto che secondo gli elementi raccolti nel corso dell’inchiesta, anche due noti locali notturni di Policoro sarebbero stati usati come centro di smistamento e adescamento per giovani
ragazze, avvicinate al consumo della “bianca” per farle esibire in prestazioni
sessuali spinte per i notabili del posto. Quando i boss avrebbero sentito di avere il fiato sul collo sarebbe nata anche l’idea di uccidere l’ufficiale dei carabinieri che si occupava del caso, il capitano Pasquale Zacheo. Quindici giorni dopo gli arresti già il Tribunale del riesame aveva annullato le misure cautelari per mancanza di gravi indizi di colpa.
«Affiliato a mezzo posta»
Antonio Cossidente è un fiume in piena colmo di rancore e voglia di vendetta
mista a disperazione. Il boss pentito dei basilischi ne ha anche per gli “amici” del materano e le sue dichiarazioni sono finite nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Vincenzo Mitidieri, eseguita ieri mattina dagli agenti del commissariato di Scanzano. «A Policoro comanda il clan dei fratelli Mitidieri». Queste le parole di quello che a lungo sarebbe stato il massimo esponente della ‘ndrangheta in Basilicata, e oggi è per molti il più importante collaboratore di giustizia della Dda. Cossidente ha raccontato di aver conosciuto Antonio Mitidieri, fratello di Vincenzo, nel carcere di Matera nel 1996, quando era in corso l’azione di proselitismo del fondatore della quintamafia, Gino Cosentino, il suo predecessore alla guida del clan. «Aderirono a questo progetto anche buona parte della famiglia Scarcia. Parlo di Daniele, Salvatore, lo stesso Giuseppe Scarcia, che erano detenuti lì. Aderirono Fiore Commisso di Policoro, Vincenzo Di Cecca di Matera, Rocco Trolio di Matera e altri soggetti. Antonio Mitidieri di Policoro. Il fratello (Vincenzo. ndr) non c’era, ma gli fu mandata l’ambasciata al carcere dov’era detenuto all’epoca, se non erro a Taranto, quindi anche Enzo Mitidieri, tramite posta, fu avvertito ed aderì. Poi aderirono tante altre persone che all’interno delle carceri furono affiliate con rito battesimale». Prima dei basilischi, sempre secondo il boss Antonio Cossidente, c’erano solo gli Scarcia. E dopo la scissione ognuno sarebbe andato per la sua strada. Ad esempio i clan di Policoro in principio avrebbero fatto riferimento al clan dei Pesce di Rosarno, ma negli ultimi tempi avrebbero stretto nuove alleanze.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
Antonio Corrado
stati illustrati ieri mattina in Questura dal capo della Mobile e dal commissario capo di Scanzano. Tutto è nato dalle bottiglie incendiarie ritrovate nell’autunno 2009 davanti ad alcune aziende tra Policoro e Scanzano Jonico. All’epoca gli agenti sentirono gli imprenditori interessati, tra cui i titolari di una nota società di prodotti ortofrutticoli, che negarono tutti di aver ricevuto richieste estorsive. Una risposta che non convinse gli inquirenti, tanto da indurli a predisporre una serie di controlli ambientali proprio sull’utenza telefonica dei soci dell’azienda e persino nelle loro auto. Proprio da una di queste ultime, è arrivato l’atteso riscontro al fiuto degli investigatori. Un giorno i due titolari dell’azienda si sono appartati per parlare della faccenda senza fare insospettire gli altri, che probabilmente non sapevano della richiesta estorsiva. Durante il colloquio, intercettato dagli agenti nell’auto, gli imprenditori hanno parlato chiaramente della richiesta “assicurativa” di Mitidieri, 5.000 euro di anticipo da pagare subito e poi un “vitalizio” di 500 euro al mese. Viste le condizioni economiche non rosee della società, i due avrebbero ipotizzato anche di dare le chiavi dei capannoni a Mitidieri, concludendo comunque di voler pagare per non subire danneggiamenti. Tutti indizi interessantissimi passati alla Dda di Potenza, che attraverso il pm Basentini e con l’interessamento delprocuratore capo Colangelo, ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari, dottor Spina, la formalizzazione della richiesta di arresto per estorsione aggravata dal metodo mafioso, definendo
l’atto di Mitidieri un “contratto di protezione”. Prima,però, i magistrati hanno nuovamente sentito gli imprenditori vittime, che dopo le rassicurazioni degli agenti del Commissariato di Scanzano circa la protezione della propria famiglia, hanno confermato tutto dando il la all’arresto di Mitidieri. La giusta conclusione di indagini lunghe e laboriose anche a causa della mancata collaborazione delle vittime, sempre auspicabile in casi del genere, ma quasi mai reale per la paura del criminale di turno. E sulla pericolosità di Vincenzo Mitidieri, secondo gli investigatori, non ci sarebbero dubbi, viste anche le successive esternazioni del boss pentito Antonio Cossidente, che ha individuato proprio nei Mitidieri di Policoro la cellula criminale ben organizzata
e armata, anima della quinta mafia nell’area del Metapontino. Informazioni utili, stralciate e integrate nell’ordinanza d’arresto dal pm Basentini. U carabnier e il nano feroce erano stati già arrestati per reati a matrice estorsiva a dicembre 2009 (Operazione “Agroracket”cheportò all’arresto di Schettino) e nel gennaio 2010 (Operazione “Mosaico” per Mitidieri). Schettino, in questa ultima vicenda, è presente “de relato”, non essendoci riscontri della sua consapevole partecipazione alle richieste estorsive. Di vitale importanza nella conduzione delle indagini è stata l’opera degli agenti di Scanzano, che come polizia di prossimità, hanno rassicurato le vittime, inducendole a collaborare.
Mitidieri si trova ora recluso nel carcere di Potenza a disposizione del pm Basentini per l’interrogatorio di garanzia. Una scelta voluta, quella di non passare dal carcere di Matera, per agevolare e velocizzare la definizione dell’accusa. Restano aperte le indagini sugli altri episodi simili registratisi nello stesso periodo tra Policoro e Scanzano. Al momento non ci sono prove
della regia unica di Mitidieri, ma gli inquirenti lo sospettano, ritenendola probabile.
Un anno fa l’operazione “mosaico”
VINCENZO Mitidieri è agli arresti dal 26 gennaio 2010. Pare che dicesse alle sue vittime: «Se non vuoi avere problemi devi pagare. Se non lo fai sarà un inferno». Allora fu il titolare di un cantiere edile a collaborare, consentendo l’arresto fulmineo in 48 ore. Mitidieri è accusato di aver chiesto 20.000 euro ad uno dei tre titolari dell’impresa di Policoro. Richiesta che, in un’occasione,
era stata anche accompagnata dalle minacce con una pistola. Gli imprenditori, però, hanno avuto la forza e il coraggio di reagire denunciando il tentativo di estorsione al Commissariato di Scanzano della Polizia di Stato. Mitidieri fu arrestato con l'accusa di tentata estorsione pluriaggravata e continuata. Alla richiesta del denaro, Mitidieri si era sentito rispondere che, se aveva bisogno di un posto di lavoro, avrebbero potuto darglielo. «Non ho bisogno di elemosina. –rispose- Il problema non è mio, è vostro. Se volete continuare datemi 20.000 euro», la risposta secca del pregiudicato. A distanza di un giorno, la richiesta è diventata stringente, inoltrata con la minaccia di un'arma da fuoco. «Anche se ti rivolgi a polizia e carabinieri, ho
centinaia di uomini fuori», aveva detto Mitidieri. Gli imprenditori si sono resi conto che l'unica via d'uscita era quella di chiedere aiuto alle forze dell'ordine.
E la polizia in 24 ore ha identificato l'estorsore, in altre 24 è arrivato il provvedimento del gip Rosa Bia su disposizione del pm Annunziata Cazzetta. Alle quattro di notte una ventina di agenti del Commissariato di Scanzano e della prima sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Matera sono piombati in casa di Mitidieri, una villetta con giardino, “presidata” da tre rottweiler, recintata da un cancello che i poliziotti sono costretti a scavalcare poiché il padrone di casa non aveva nessuna intenzione di aprire. Proprio come Schettino su Scanzano, Mitidieri era il punto di riferimento della criminalità locale, era considerato il catalizzatore della criminalità policorese. Il 28 gennaio, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, respinse tutte le accuse. L'avvocato, Maria Delfino, chiese gli arresti domiciliari in sostituzione
della detenzione in carcere, che gli furono concessi.
Processo “Heraclea connection”: inutilizzabili le telefonate
IL GUP Luigi Spina ha accolto i rilievi delle difese e ha dichiarato inutilizzabili
le intercettazioni telefoniche agli atti dell’inchiesta “Heraclea connection”. Per gli avvocati la decisione è stato un grande risultato, che mette a rischio l’in tero impianto accusatorio. L’altra mattina nel Palazzo di giustizia di Potenza
si è conclusa la prima fase dell’udienza preliminare di coloro che finirono in
galera il 1 marzo del 2007. Sono accusati essere stati i registi di un associazione a delinquere di stampo mafioso dedita al traffico di droga (hashish, ma soprattutto cocaina), estorsioni, ricettazione, riciclaggio, rapine e usura. Le indagini dei militari della compagnia dei carabinieri di Policoro e del nucleo operativo di Matera presero le mosse nel 2003 da un anomalo e sproporzionato giro di coca. Per l’accusa il traffico si sarebbe insinuato ben dentro la migliore società della fascia jonica, tanto che secondo gli elementi raccolti nel corso dell’inchiesta, anche due noti locali notturni di Policoro sarebbero stati usati come centro di smistamento e adescamento per giovani
ragazze, avvicinate al consumo della “bianca” per farle esibire in prestazioni
sessuali spinte per i notabili del posto. Quando i boss avrebbero sentito di avere il fiato sul collo sarebbe nata anche l’idea di uccidere l’ufficiale dei carabinieri che si occupava del caso, il capitano Pasquale Zacheo. Quindici giorni dopo gli arresti già il Tribunale del riesame aveva annullato le misure cautelari per mancanza di gravi indizi di colpa.
«Affiliato a mezzo posta»
Antonio Cossidente è un fiume in piena colmo di rancore e voglia di vendetta
mista a disperazione. Il boss pentito dei basilischi ne ha anche per gli “amici” del materano e le sue dichiarazioni sono finite nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Vincenzo Mitidieri, eseguita ieri mattina dagli agenti del commissariato di Scanzano. «A Policoro comanda il clan dei fratelli Mitidieri». Queste le parole di quello che a lungo sarebbe stato il massimo esponente della ‘ndrangheta in Basilicata, e oggi è per molti il più importante collaboratore di giustizia della Dda. Cossidente ha raccontato di aver conosciuto Antonio Mitidieri, fratello di Vincenzo, nel carcere di Matera nel 1996, quando era in corso l’azione di proselitismo del fondatore della quintamafia, Gino Cosentino, il suo predecessore alla guida del clan. «Aderirono a questo progetto anche buona parte della famiglia Scarcia. Parlo di Daniele, Salvatore, lo stesso Giuseppe Scarcia, che erano detenuti lì. Aderirono Fiore Commisso di Policoro, Vincenzo Di Cecca di Matera, Rocco Trolio di Matera e altri soggetti. Antonio Mitidieri di Policoro. Il fratello (Vincenzo. ndr) non c’era, ma gli fu mandata l’ambasciata al carcere dov’era detenuto all’epoca, se non erro a Taranto, quindi anche Enzo Mitidieri, tramite posta, fu avvertito ed aderì. Poi aderirono tante altre persone che all’interno delle carceri furono affiliate con rito battesimale». Prima dei basilischi, sempre secondo il boss Antonio Cossidente, c’erano solo gli Scarcia. E dopo la scissione ognuno sarebbe andato per la sua strada. Ad esempio i clan di Policoro in principio avrebbero fatto riferimento al clan dei Pesce di Rosarno, ma negli ultimi tempi avrebbero stretto nuove alleanze.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
Antonio Corrado
giovedì 13 gennaio 2011
In mobilità i dipendenti della Argo Srl
POLICORO – Per trentuno unità lavorative del centro jonico e dintorni quello appena trascorso sarà stato il Natale più triste della loro vita. Il colpo di coda della crisi economica del 2010 ha colpito anche a ridosso delle festività di fine anno quando si augura a tutti, amici e nemici, buon anno e felice 2011. Per queste maestranze però sotto l’albero c’è stata la sorpresa che mai avrebbero voluto trovare: la mobilità. La società da cui dipendevano ha dato loro il benservito lo scorso 14 dicembre: l’Argo Srl, specializzata in prefabbricati. Lavoravano da anni alle dipendenze della famiglia Massocchi, molto conosciuta in città per aver portato negli anni d’oro del boom economico di Policoro ricchezza ed economia con le loro aziende: Polfruit, lavorazione di prodotti ortofrutticoli e Sjlca, quest’ultima operante nel settore dei prefabbricati rilevata anni fa da una cooperativa di ex dipendenti del loro stesso gruppo. Ma i Massocchi sono ancora operativi in città proprio con l’Argo, sempre prefabbricati, e poi con il colosso dell’Orogel, settore ortofrutticolo. E se per l’ortofrutta si continua a lavorare e produrre, forte sia del marchio che della fetta di mercato che occupa l’azienda emiliana, purtroppo lo stesso non di può dire dell’Argo prefabbricati. “Le commesse sono finite”, è stato il malinconico commento di un ex ormai dipendente. E così dopo anni di lavoro la proprietà ha dovuto tirare le somme e provvedere a malincuore a mandare a casa tutte le maestranze, molte delle quali non sono più giovanissime e non ricollocabili sul mercato del lavoro. E ora che succede? “Aspettiamo in primo assegno di mobilità –osserva uno di loro- entro il quattordici febbraio anche se avanziamo delle mensilità arretrate e la tredicesima”. Fino a quando durerà l’ammortizzatore sociale avranno di che vivere, ma poi si troveranno anche loro in mezzo ad una strada come tanti, purtroppo, lucani in cerca non più di un posto di lavoro, ma più semplicemente di un’opportunità di impiego in una terra dove il lavoro è veramente un miraggio tanto fa averne scoraggiato anche la ricerca. La crisi internazionale ha colpito indistintamente tutti, ma in Basilicata i morsi si sono fatti sentiti laddove quelle poche aziende presenti hanno dovuto ridimensionare l’organico o chiudere i battenti nel peggiore dei casi. Infatti il 2010 è stato su questo fronte un vero e proprio bollettino di guerra. Così non si fa altro che alimentare le speranze di una sistemazione definitiva solo nel pubblico, dato che il privato non dà garanzie; con la politica ancora più forte nella concertazione, trasformando i cittadini quasi in sudditi. A maggior ragione quando la mobilità è l’anticamera del licenziamento.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Leone dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza: "Tutto sarà chiarito. Sono fiducioso nell'operato dei miei amici"
Nella mattinata del 13 gennaio i militari della Guardia di Finanza hanno perquisito alcuni uffici comunali. Il vice sindaco di Policoro, Rocco Leone, in una conferenza stampa appositamente convocata alle ore 10:00 ha dichiarato: “Questi episodi mi rattristano molto sia come cittadino che come amministratore. Comunque sono fiducioso nell’operato della Magistratura e credo che presto tutto si chiarirà. Sono altresì convinto che i miei amici: il sindaco Nicola Lopatriello, l’assessore ai Lavori pubblici, Cosimo Ierone, i due Dirigenti, Felice Latronico e Felice Viceconte, si sono comportati secondo la legge e hanno fatto gli interessi della città. Tutto si chiarirà presto, ne sono convinto, quando la magistratura avrà effettuato i dovuti riscontri, e gli amici coinvolti in questa vicenda ne usciranno con la faccia pulita. Colgo l’occasione per dire che questa Amministrazione comunale è granitica e compatta, e l’azione amministrativa non si fermerà: andremo avanti fino a fine mandato. La solidarietà di tutti i consiglieri comunali e di tutti i gruppi è totale nei confronti delle quattro persone coinvolte”.
Tangenti: 13 persone agli arresti domiciliari nel Materano
Tredici persone sono state poste agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza, fra Policoro (Matera) e Bari, nell'ambito di un'inchiesta su due appalti per la realizzazione di nuovi impianti di pubblica illuminazione a Policoro (Matera). Il pm di Matera, Valeria Farina Valaori, ha chiesto e ottenuto dal gip, Roberto Scillitani, le ordinanze di custodia cautelare, in cui si ipotizza il reato di concorso in corruzione aggravata. Secondo l'accusa, i due appalti (per un importo totale di 46 mila euro) ne avrebbero preceduto uno di quattro milioni.
(FONTE ANSA)
(FONTE ANSA)
Ordinanza disattesa. Il giorno della Befana nomadi ancora sul lungomare
POLICORO – Gli zingari si sono affezionatati alla città jonica. E non se ne vogliono andare più. Né con le buone né con le cattive. Le forze dell’ordine, Polizia locale in particolare, più volte hanno fatto capire loro come il lungomare, lato destro del primo parcheggio, non è un accampamento per gitani e nomadi. E allora eccoli puntualmente nei giorni di festa o nel fine settimana arrivare in riva allo Jonio, stendere i panni sul lungomare, aprire sedie a sdraio, apparecchiare, la classica pennichella e poi all’imbrunire tagliare la corda per andare altrove. E lo fanno con una naturalezza tale da non meravigliare più nessuno. Nemmeno i passanti del posto che si recano sulla Duna alla ricerca di un po’ di tranquillità. Così il giorno della Befana sono stati avvistati: stesso luogo, stesso punto e stesse abitudini e senza nessun contrasto, almeno fino alle 14:00: è stata festa anche per loro. Ignari di un’ordinanza sindacale firmata nei giorni scorsi dal primo cittadino di Policoro, Nicola Lopatriello, sulla tolleranza zero che tanto rumore ha fatto. Tanto da aver scomodato anche il servizio pubblico della Rai. Forse nessuno li ha messi al corrente che sono “indesiderati” in città non solo a mare ma su tutto il territorio comunale. Infatti l’ordinanza parlerebbe chiaro e non ci sarebbe nemmeno bisogno di commenti. Però nessuno gliela ha fatto notare, dato che il loro peregrinare non prevede aggiornamenti in materia e per loro tutto il mondo è Paese. Come se vivessero nel mondo dei balocchi. Ma forse la colpa non è loro, ma di chi non fa rispettare le leggi e le ordinanze. Già perché l’Italia è la nazione delle leggi, regolamenti, decreti, circolari e questa proliferazione di norme e provvedimenti annessi e connessi ha scoraggiato i tutori dell’ordine pubblico. Almeno questa è la spiegazione più plausibile. Per malignare invece hanno lasciato correre dando l’idea di vivere in una zona franca incontrollata dove tutto è permesso: “tanto non succede mai niente…”. E se questo può essere vero, fino a prova contraria, nell’ordinanza le prove contrarie ci sarebbero: danni al patrimonio pubblico e sporcizia varia. Non sono elementi sufficienti per far scattare il divieto? Sulla carta si, ma in pratica no. Giovedì c’erano almeno cinquanta persone che hanno visto non solo le roulotte ma addirittura i panni stesi su una superficie di 20 metri. Possibile che nessuno ha disturbato i nomadi? A cosa servono i divieti se poi non vengono applicati? E se con il passaparola nel prossimo week end a Policoro arriveranno non due ma tre, quattro e decine di camper di nomadi cosa succederà? Ecco perché mai dimenticare il vecchio adagio: prevenire è meglio che curare.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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Il Quotidiano della Basilicata
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