ROMA - Nuovo capitolo nella vicenda del progetto petrolifero «Ombrina Mare», della società Medoilgas Italia che dovrebbe essere realizzato nel Mar Adriatico, in Abruzzo, a cinque chilometri al largo della costa teatina, di fronte la costa dei Trabocchi, in provincia di Chieti.
Il 28 maggio il Wwf ha presentato una diffida al ministero dell'Ambiente,
Direzione generale per le valutazioni ambientali. Secondo l'associazione
ambientalista il giudizio positivo di compatibilità ambientale sul progetto
emesso il 25 gennaio 2013 va immediatamente ritirato «in quanto completamente
illegittimo e abnorme» perché un precedente giudizio negativo, emesso
nell'ottobre 2010, «doveva essere immediatamente definito in senso ostativo con
un provvedimento di rigetto».
Il progetto alimenta durissime polemiche. Ecco qualche dato: piattaforma fissa di estrazione per lo scavo di 4 o 6 pozzi a cinque chilometri dalla costa, circa quaranta chilometri di tubature, una unità di raffineria e stoccaggio del greggio a circa 7 chilometri dalla piattaforma, e quindi a 12 dalla costa. Il durissimo, corale documento di protesta del 13 aprile è stato firmato da ben 46 comuni, 178 tra associazioni e movimenti, la provincia di Chieti, le diocesi di Chieti, Pescara e Lanciano. Proprio la Conferenza episcopale dell'Abruzzo e Molise ha emesso recentemente una nota insolitamente molto esplicita: «Fermate "Ombrina Mare", fermate ogni progetto petrolifero e di sfruttamento selvaggio dell'ambiente naturale, difendete il Creato, ponete la sua salvaguardia al centro di una politica che sia perseguimento del bene comune».
Il progetto alimenta durissime polemiche. Ecco qualche dato: piattaforma fissa di estrazione per lo scavo di 4 o 6 pozzi a cinque chilometri dalla costa, circa quaranta chilometri di tubature, una unità di raffineria e stoccaggio del greggio a circa 7 chilometri dalla piattaforma, e quindi a 12 dalla costa. Il durissimo, corale documento di protesta del 13 aprile è stato firmato da ben 46 comuni, 178 tra associazioni e movimenti, la provincia di Chieti, le diocesi di Chieti, Pescara e Lanciano. Proprio la Conferenza episcopale dell'Abruzzo e Molise ha emesso recentemente una nota insolitamente molto esplicita: «Fermate "Ombrina Mare", fermate ogni progetto petrolifero e di sfruttamento selvaggio dell'ambiente naturale, difendete il Creato, ponete la sua salvaguardia al centro di una politica che sia perseguimento del bene comune».
Dice Dante Caserta, presidente
del Wwf Italia: «Tanta opposizione si spiega facilmente. Siamo sulla costa
teatina, di fronte a un'area individuata come parco nazionale e che sta
sviluppando un'economia legata al turismo ambientale. Diventa inaccettabile la
costruzione di un impianto petrolifero che avrà inevitabilmente un massiccio
impatto ambientale soprattutto per l'impianto di desolforazione e
pretrattamento sulla nave collegata. Occorre che il ministero intervenga al più
presto». Da mesi circola un corposo e argomentato studio della professoressa
Maria R. D'Orsogna, abruzzese di nascita ma da anni docente di Matematica
applicata e dell'Istituto per la sostenibilità alla California State University
di Northridge, Los Angeles. Si parla di «totale incompatibilità del progetto
sia con l'attuale assetto naturale e antropologico sia con tutte le future
linee di sviluppo della costa teatina». Fonti aziendali della Medoilgas Italia
replicano: «Decenni di attività in Adriatico, dove sono presenti un centinaio
di piattaforme (e dove, nonostante la scoperta di nuovi giacimenti, la
produzione sta calando per la paralisi delle autorizzazioni), dimostrano i
livelli di sicurezza raggiunti da questi impianti e rendono inaccettabili e
prive di fondamento le affermazioni sulla probabilità o inevitabilità di
incidenti. In regioni adriatiche con più piattaforme a mare, anche più vicine
alla costa rispetto a quella di "Ombrina", il turismo è cresciuto più
che in Abruzzo ed è persino ridicolo affermare che vi possano essere rischi per
l'agricoltura». In quanto al Wwf, le fonti aziendali aggiungono: «Le
associazioni ambientaliste locali hanno un approccio radicale e totalitario,
tale da aver minato la loro stessa credibilità. Si oppongono a ogni nuova
infrastruttura e non certo solo a "Ombrina". Distorcendo numeri,
ignorando le evidenze tecnico-scientifiche ed evocando il rischio di ogni
genere di incidenti stanno compromettendo qualsiasi opportunità di sviluppo
economico, sociale e occupazionale. Le riserve di "Ombrina"
corrispondono al bisogno di petrolio dell'intero Abruzzo per quattro anni. Il
giacimento vale oltre un miliardo di euro tra investimenti e fiscalità e può
dare molto ossigeno all'economia del territorio. Tutto ciò con elevati standard
di sicurezza, pubblici e documentati, per le persone e per l'ambiente».
Circa lo studio della
professoressa D'Orsogna: «Una professoressa di matematica che vive negli
Stati Uniti e non ha alcuna competenza in geologia degli idrocarburi. Il suo
blog è un "no" a tutto. Si erge a esperta di un settore e di
tecnologie che non conosce con l'intento di fomentare allarmismo e
preoccupazione su qualsiasi progetto di esplorazione e produzione di petrolio e
gas, specie se in Italia, dove ogni giorno paghiamo il dazio di un milione e
mezzo di barili di petrolio importati dall'estero, per non parlare del gas».
Infine Sergio Morandi, amministratore delegato di Medoilgas Italia, ribatte di
persona alla Conferenza episcopale: «Con tutto il rispetto dovuto alle
gerarchie ecclesiastiche, abbiamo la sensazione che ai vescovi, a cui noi
cattolici obbediamo dal punto di vista spirituale, sia stata rappresentata una
visione molto di parte del progetto. Su queste tematiche, siamo dell'idea che
un confronto aperto, anche pubblico ove i vescovi lo ritengano, potrebbe
rappresentare un momento di sviluppo di quel bene comune cui si ispira l'intera
dottrina sociale della Chiesa».
Fonte
Corriere della Sera
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