POLICORO
– Nel 1° Mediterranean Energy&Efficiency italiano, venerdì 14 giugno è
toccato alla città jonica ospitare, nel Marinagri Resort, un team di esperti
tra tecnici e imprenditori per discutere di: Fonti di economia energetica
rinnovabile. Un tema di stretta attualità in Lucania dove non mancano diversità
di vedute su come affrontare la compatibilità
energetica con la sostenibilità ambientale. Nella prima giornata è
emerso che l’impatto psicologico sull’utilità delle fonti rinnovabili: sole,
vento, fotovoltaico su tutti, è il primo ostacolo da superare nella mentalità
delle popolazioni indigene. La miriade di incentivi e agevolazioni sono servite
per educare le persone a mettersi al passo coi tempi e sfruttare le risorse
naturali per approvvigionarsi di energia. Alcune misure governative sono agli
sgoccioli per la politica di spending rewiew che ha colpito anche gli incentivi
ambientali energetici. Dunque è ancora lunga la strada che porterà su ogni
tetto di cittadino lucano un pannello solare o un impianto fotovoltaico, però
le attività di informazione e sensibilizzazione non mancano. E un grosso
impulso viene anche dal progresso tecnologico che ci sta portando dalla
centralizzazione del settore energetico ad una sorta di federalismo con parchi
eolici sparsi sulle varie alture di cui la Basilicata è piena. Oltretutto
l’impatto ambientale, secondo alcuni degli insigni ospiti della due giorni
policorese (14/15 giugno), sarebbe minimo e soltanto all’atto della costruzione
fisica del parco eolico e differenza della fornitura tradizionale dell’energia
elettrica con impianti centralizzati il cui trasporto nelle case degli italiani
avviene su pali e tralicci non sempre moderni; e comunque con le rinnovabili i
rischi non comprometterebbero la salute pubblica. Questo non significa che in
un futuro prossimo non esisterà più la “vecchia” rete di collegamento che ha
recitato una parte importante nello sviluppo economico italiano, anzi il nuovo,
fonti rinnovabili, e l’accentramento energetico dovranno essere complementari
l’uno all’altro con un rapporto di forze che oggi è sbilanciato sul secondo, ma
che tra una ventina d’anni li vedrà sullo stesso piano. Questo perché le fonti
rinnovabili non sono programmabili e vanno gestite con criterio per evitare di
sprecare energia quando c’è tanto sole e vento e poi non avere l’acqua calda in
casa ad esempio quando non tira un refolo di vento o durante i periodi più bui
dell’anno. Da qui la necessità di integrare con la rete termoelettrica l’uso di
energia riveniente dal fossile o biomassa, canali tradizionali, centralizzata
che con la sua economia di scala garantisce le utenze domestiche sempre e
comunque a prescindere dalle condizioni climatiche. Però la generazione
distribuita in loco abbatte le perdite di energia del trasporto classico,
ridimensiona i costi di manutenzione della stessa e consente una produzione
pulita di energia che si può toccare quasi con mano. Un accenno è stato fatto
al nucleare, sui cui sistemi di sicurezza tecnologici ultimi si può stare
sicuri al 90%: a Caorso i resti della centrale sono in pieno centro. Gli
invitati sono stati: Sergio Carra del Politecnico di Milano, Marcello Capra del
ministero dello Sviluppo economico, Carlo Durante imprenditore, Simone Togni
dell’Anev, Giovan Battista Zorzoli di Free Energia, Enrico Senatore della Terna
Plus, Marco Polese Cebasmed, Julia Arneri Borghese Paradox Engineering, Claudio
Organtini General Eletric e Gervasio Ciaccia Direzione mercati Aeeg.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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