sabato 9 ottobre 2010
Una scuola a misura di studente. I maestri cattolici l’hanno spiegato in piazza Eraclea nella manifestazione “Cento piazze”
POLICORO – Tra le cento piazze d’Italia scelte dal mondo cattolico domenica 3 ottobre c’era anche piazza Eraclea. A rappresentare i maestri della Penisola c’era Anna Maria Bianchi, dell’associazione italiana maestri cattolici. La loro non è stata una protesta come se ne vedono tante nelle città ma semplicemente, attraverso l’esibizione di musica folkloristica di studenti con addosso abiti tipici e tradizionali della Lucania, propongono più educazione nella scuola. “Le materie didattiche sono importanti –ammette- ma senza una sana educazione la società và allo sfascio. Attraverso le relazioni insegnante-alunno dobbiamo sviluppare il massimo delle potenzialità dei discenti e quel senso critico ben discernere il bene dal male, il bullismo dall’educazione alla vita. Oggi questo aspetto c’è nella scuola solo che andrebbe potenziato con più ore di lezione e progetti mirati all’affermazione del diritto dell’alunno all’educazione in un unicum di scuola: quella dell’infanzia-primaria e media dovrebbero essere legate tra loro e non come ora divise a blocco rigidamente. L’interscambialbilità e il raccordo dei programmi è per noi la ricetta giusta per la creazione di un percorso didattico basato sulla continuità dell’insegnamento e della sua metodologia. Viceversa la diversità negli ordinamenti scolastici crea quella frattura tra docenti e discenti con la conseguenza di un decadimento anche civico degli studenti, i quali si trovano nel trapasso da una scuola all’altra con nozioni impartite loro che molto spesso devono essere ripetute. La reintroduzione dell’educazione civica è un primo passo, ma oggi l’emergenza educativa nasce anche nelle famiglie, disgregate tra di loro e dove in alcuni casi per il tempo che si dedica al lavoro i genitori “trascurano” i figli. Noi maestri facciamo del nostro meglio per compensare questa lacuna ma non abbiamo molte frecce al nostro arco. Da qui nasce la necessità di indirizzare il mondo dell’istruzione verso una direzione più umana e meno tecnica dei nostri alunni educandoli a vivere nello spirito della solidarietà, della fratellanza e dell’amicizia. Altrimenti saranno loro stessi a cercarsi la loro strada seguendo canali sbagliati di una comunicazione spesso più calibrata sullo share e non sui reali bisogni dei nostri ragazzi”. Durante la mattinata sono stati illustrati tre progetti dalle finalità sociali: la costruzione di una scuola nel Burkina Faso, la formazione di insegnanti in scuola della Romania e l’assegnazione di borse di studio a neo laureati nell’anno 2009/10 con tesi sull’educazione.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento