lunedì 18 ottobre 2010

Tra sospensioni e trasferimenti un reparto nell’occhio del ciclone

POLICORO. C'è un reparto sotto stress all'ospedale Giovanni PaoloII. È quello di ostetricia e ginecologia. Un reparto salito agli onori della cronaca l'8 settembre scorso quando morì, alle 9.10, Rosalba Pascucci, 32 anni, di Bernalda, sottoposta attorno alla mezzanotte precedente ad un taglio cesareo in cui diede alla luce due gemellini. E a distanza di un mese la tensione seguita a quel drammatico evento è palpabile. Uno dei due medici già sospesi per 30 giorni dall'Azienda sanitaria di Matera, Carlo Capodiferro, ha ricevuto una nuova sospensione per altri 30 giorni. La struttura, così, è sempre sotto la "lente" di politici, amministratori, sindacati, associazioni. Ma c'è un altro motivo che causa malessere: il sottodimensionamento della pianta organica. E ciò a fronte di un incremento, addirittura, dopo quella tragica vicenda, di ricoveri e parti. Ovvio che quanti lavorano qui siano sotto stress. Risulta che alcuni ginecologi non godono del turno settimanale di riposo da circa 2 mesi. Una realtà che causa un superlavoro che può portare a difficoltà nell'erogazione dei servizi e ad un deficit di sicurezza. Ieri abbiamo avuto modo di verificare la situazione. Tutti occupati i 14 posti letto. Se si manterrà la media di parti in corso si supererà a fine anno la quota di 500 stabilita come idonea dal ministro Ferruccio Fazio. In servizio, vi erano, oltre al primario Michele Strippoli, i dirigenti Giampiero Adornato, Carlo Quinto, Antonella Dragonetti, e Giovanni Manolio, rientrato lunedì dalla sospensione di 30 giorni subita come conseguenza della morte di Rosalba Pascucci. Manolio era di guardia in quella tragica notte. Altri due ginecologi in "capo" al reparto, Giovanni Bianco e Franco Mattatelli, sono distaccati ad attività territoriali. E Capodiferro è sospeso. Negli ultimi mesi, altresì, si sono trasferiti Nicoletta Vurro, Roberto Nicoletti e Giuseppe Andrisani. Ed i due assunti a tempo determinato in loro vece, Giuseppe Corati e Guglielmo Tripodo, hanno concluso i sei mesi di incarico il primo alcuni giorni fa, il secondo proprio ieri. Insomma, qui mancano quattro medici. Il reparto funziona, perciò, sulla fatica di professionisti per i quali il superlavoro può essere un pericolo per loro stessi e per l'utenza. Per quanto tempo potrà durare? Tocca alla Regione, Dipartimento alla salute, intervenire. Quanto meno
si rinnovi l'incarico semestrale ai due medici già inseriti in una graduatoria concorsuale andata ad esaurimento. Bandire due concorsi significherebbe perdere, se tutto va bene, almeno 6-7 mesi. E qui lo stress si può tagliare a fette.

Fonte
Filippo Mele
La Gazzetta della Basilicata

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