giovedì 14 ottobre 2010

Piace ai commercianti la nuova via Siris




POLICORO – Qualche giorno per metabolizzare il cambio del senso di marcia nella centralissima via Siris, ora si entra da Policoro Sud prima si usciva, e così sono spariti i vecchi segnali stradali verticali, mentre per la segnaletica orizzontale ci vuole un po’ più di pazienza. Il cambiamento repentino in pochi giorni inizialmente ha scombussolato le abitudini degli automobilisti residenti, ma ora il traffico è più scorrevole e senza, meno male, incidenti. Ma come l’hanno presa i commercianti? Mimmo Tarsia della pizzeria “Ai Portici” dice: “Finalmente dopo 16 anni qualcuno si è ricordato di noi. Quando chiusero la strada nessuno ci tenne in considerazione forse solo per fare un piacere a qualcuno…Oggi con l’inversione del senso di marcia ci si avvicina al centro cittadino e alle sue attività commerciali. Non ne faccio una questione personale, perché io comunque anche in questi tre lustri ho comunque tenuto aperta l’attività e grazie a Dio lavorato. Però il fatto che a qualcuno sia venuta la felice idea di prendere una decisione concertata prima dell’inversione del senso di marcia la ritengo rispettosa di chi la mattina alza la saracinesca. Senza il commercio, l’anima di una comunità, non c’è vita da nessuna parte. In città tutte le strade portano al centro, da noi invece fino all’altro giorno era il contrario”. A pochi metri di distanza Franchino Pontrandolfi, titolare di un negozio di abbigliamento tra i più chic della città, già nota qualche novità: “Una mia collaboratrice in questi giorni ha ricevuto alcuni clienti del circondario, i quali non sapevano nemmeno l’esistenza della mia attività a Policoro…Prima ero tagliato fuori dal flusso di macchine, ora invece ci si passa vicino. La mia non è una considerazione di campanile ma semplicemente la constatazione che in centro i fitti sono più alti però di benefici se ne vedono pochi. Certo non è la panacea di tutti i mali però un segnale di attenzione per chi ha investito per rendere più bello e accogliente il centro della città dopo i sacrifici di una vita. Quando ho acquistato io la licenza ho speso la bellezza di 60 milioni di lire perché prima non esisteva la liberalizzazione di oggi, e la mattina mi alzo alle cinque per programmare il lavoro ed incontrare i fornitori. Ora il prossimo passo è quello di rianimare piazza Eraclea, un vero e proprio cimitero dove sembra che la sera si piange il morto con saracinesche chiuse e isola pedonale da coprifuoco. Se vogliamo renderla più viva pensiamo ad aprirla al traffico come a Nove Siri, almeno fino alla chiusura dei negozi”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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