POLICORO – «Quella dell’ex zuccherificio è un’area che fa gola a tanti e potrebbe rivelarsi un pugno nello stomaco della città». Lo ha detto al Quotidiano, Franco Labriola, consigliere comunale del Pd al Comune di Policoro. «Troppo tempo è passato inutilmente – ha esordito l’esponente della minoranza - troppe furbizie e complicità hanno permesso che, a distanza di quindici anni, si continui a parlare di amianto, nell’area dell’ex zuccherificio, nel mentre si è assistito ad una vera e propria speculazione edilizia». Labriola entra poi nel vivo della questione. «Vendita del patrimonio immobiliare – ha spiegato - e indifferenza rispetto agli obblighi di dismissione dell’ex impianto, con relativa bonifica dell’amianto presente nell’area, in polverie in lastre. Anni sono passati e della bonifica nemmeno a parlarne, per anni sacconi aperti sono stati abbandonati in loco, con il rischio reale di dispersione nell’ambiente circostante, dove abitano da anni numerose famiglie. Solo l’intervento della Guardia di Finanza ha obbligato qualcuno a rimuovere quei sacchi. Si torna a parlare di futuro di un’area compromessa sia dal punto di vista ambientale che urbanistico, nell’ambito del Piano d’Ambito “Policoro Lido”, dopo quindici anni nei quali le amministrazioni che si sono susseguite hanno, rallentato la definizione del Piano, unico strumento che avrebbe potuto prevedere un recupero urbanistico ed architettonico di un’area che è cerniera fra la città e il mare. Per questo, nelle settimane scorse ho posto l’attenzione sullo strumento di pianificazione (Piano d’ambito, ndr), segnalando il pericolo di destinazione per soli fini speculativi. Su questi temi, però risulterebbe sterile la denuncia se questa non fosse accompagnata da una proposta di merito e a questo impegno non voglio sottrarmi e risparmiarmi. Abbiamo il dovere di trasformare la negatività, rappresentata dall’area industriale dismessa (cimitero industriale), in una positività e per fare questo c’è bisogno di uno studio che sappia leggere e consegnare una proposta che risponda alla necessità di avvicinare il mare alla città, per costruire la città turistica di eccellenza del Metapontino. Dobbiamo per questo –ha suggerito- consegnare ad autorevoli studiosi della materia socio economica, urbanistica ed architettonica alcune linee guida di indirizzo. Partiamo dalla posizione geografica dell’area, a pochi metri dalla 106, su via Lido e a pochi metri dalla stazione ferroviaria. Già questo ci impone un primo obiettivo, quello di una trasformazione urbanistica ed architettonica dell’area che sia cartolina d’immagine turistica per i milioni di viaggiatori che attraversano la 106 durante tutto l’anno e ai tanti viaggiatori su rotaie. Cosa potrebbe determinare un’opera urbanistica ed architettonica di pregio nella mente del viaggiatore? Interesse, curiosità? Certamente queste considerazioni porterebbero un qualsiasi viaggiatore a dire: “Vorrei visitare questa città nel prossimo futuro.” Tanti sono gli esempi da seguire che in Italia e all’estero hanno trasformato e valorizzato cimiteri Industriali; Bagnoli, Genova, Lingotto, Siviglia, Barcellona, ecc. Continuando nell’analisi superficiale – ha concluso - dovremmo porci come obiettivo quello di consegnare alla città un contenitore che risponda all’obiettivo di destagionalizzare la stagione turistica. Aspetto di poter discutere di queste cose nella sede deputata che è il consiglio comunale e la commissione consiliare, ma subito perché quindici anni sono tanti».
Fonte il Quotidiano della Basilicata
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