lunedì 26 novembre 2012

Ritornano le trivelle nel Bosco Soprano



POLICORO – Ritornano le trivelle nel centro jonico? Sembra proprio di si. Nel momento in cui da più parti e su più tavoli istituzionali si sta lavorando per scongiurare che le grosse multinazionali petrolifere installino le loro piattaforme a poche miglia di distanza dalla riva dello Jonio, un’altra grossa società, la Gas Plus, starebbe ritornando a Policoro per estrarre dal sottosuolo un’altra preziosa risorsa naturale: il gas. Infatti nei giorni scorsi è stata rilasciata l’autorizzazione amministrativa municipale: la Scia. Un atto dovuto visto che la società del Nord ha tutte le autorizzazioni ministeriali per poter perforare la zona del Bosco Soprano, alle spalle del centro commerciale Heraclea precisamente in via Adua, zona Filici, nel pozzo Masseria Morano. In particolare quella del ministero per lo Sviluppo economico, delibera di Giunta regionale con successiva determina del dirigente di settore di compatibilità ambientale con tanto di parere positivo anche del ministero dei Beni culturali attraverso la Soprintendenza. Il nome della Gas Plus non è nuovo da queste parti poiché nel gennaio 2010 iniziarono le prime perforazioni per mano della Perrazzoli Srl. Così a distanza di quasi tre anni si ritorna a bucare il territorio per estrarre gas. Ovviamente non mancheranno le polemiche proprio come tre anni fa allorquando il comitato spontaneo “Bosco Soprano- no trivellazioni”, le associazioni ambientaliste a cui si aggiunsero anche i cittadini attivi di Bernalda, arrivarono quasi a bloccare le estrazioni con un sit in. Senza l’intervento delle forze dell’ordine si sarebbe sfiorata una dura contestazione. Alla protesta si associarono anche il sindaco di allora e attuale di Nova Siri, Giuseppe Santarcangelo. A nulla valse nemmeno l’ordinanza sindacale del sindaco di Policoro Lopatriello di rimozione dei rifiuti potenzialmente dannosi per la salute dei cittadini, visto che nel sottosuolo proprio in quell’area c’è una falda acquifera per uso domestico delle tante case coloniche con adiacenti frutteti. Il ricorso della società diede esito favorevole e così iniziarono le attività esplorative che durarono circa un mese e su cui il Comune ha le mani legate non avendo molte competenze in questo genere di tematiche ambientali, i cui poteri, invece, sono degli Enti gerarchicamente superiori. Se la documentazione è in ordine non si può far altro che prenderne atto e pedissequamente assistere quasi inermi a questa “violenza” del territorio rientrando le risorse del sottosuolo tra il demanio statale. La Amministrazioni possono solo esercitare entro 60 giorni dalla Scia i controlli del caso e chiedere all'impresa, in mancanza dei requisiti necessari, la rimozione degli effetti dannosi. Le popolazioni interessate sono preoccupate per quest’ennesima invasione del territorio che questa volta provocherà, verosimilmente, le estrazioni di idrocarburi con possibili ripercussioni sulla salute delle stesse.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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