POLICORO – Durante
l’estate appena trascorsa come lanciammo l’allarme sugli effetti negativi di
una direttiva Ue. Ora però l’autunno non porta nulla di buono e si fa sempre
più concreta la possibilità che dal gennaio 2015 le concessioni demaniali degli
stabilimenti balneari vengano messe all’asta. Infatti entro il 31 dicembre
2014, allo stato attuale dell’arte, dovranno infatti essere definiti i bandi
per l'assegnazione delle concessioni demaniali e le autorizzazioni rilasciate
con gara non potranno avere una durata superiore ai 25 anni per le spiagge e 50
anni per i porti turistici. “La Spagna –osserva Mormando del lido Sirena in
Policoro- ha aiutato gli impresari del turismo estendendo a 75 anni le
concessioni e blindando di fatto chi dopo anni e anni di sacrifici ha costruito
o ristrutturato uno stabilimento balneare. Da noi invece il Governo non ha
assunto una posizione chiara nei nostri confronti e così a Bruxelles si
potrebbe consumare per noi la beffa di mandare in fumo i nostri sacrifici se la
direttiva Ue dovesse andare in porto così come è stata approvata. Il sindacato
di categoria, Federbalneari (Fiba), ha sollevato il caso al Governo però
nessuna risposta ci è stata data in un senso, accoglimento, o nell’altro, rigetto.
Una presa di posizione netta non c’è stata e dunque aspettiamo con trepidazione
gli sviluppi”. La direttiva, sulla quale gli impresari del divertimento
chiedono una deroga come in Spagna, è stata promossa in virtù del principio
comunitario del libero mercato che in Italia non ci sarebbe, secondo l’Ue, nel
settore delle concessioni demaniali. Anzi l’Ue avrebbe attivato addirittura una
procedura d’infrazione contro l’Italia. Dal canto suo il sindacato già nella
stagione estiva 2012 a livello nazionale mise in campo la serrata degli
ombrelloni, alla quale aderirono quattro lidi di Policoro, nella speranza che
questo loro grido d’allarme poteva scuotere le coscienze dei governanti a tutti
i livelli. L’Esecutivo romano sembra però nicchiare, da indiscrezioni trapelate
in questi giorni, e dunque all’orizzonte si profila una potenziale spoliazione d’impresa
nei confronti di coloro i quali sono nati e cresciuti negli stabilimenti
balneari creando occasioni di lavoro per loro stessi, famiglie e dipendenti.
Con l’evidenza pubblica chiunque, con l’offerta più vantaggiosa, potrà
candidarsi a gestire una struttura con annesso arenile senza sapere però con
quali prospettive per lo stesso turismo, settore che in Basilicata ha enormi
potenzialità ancora inespresse. Certo non è da escludere che chi arrivi da
fuori possa invertire il trend portando una ventata di managerialità e di
inventiva che forse in loco non sono ancora sviluppate, però e altrettanto vero
che le ricadute occupazionali in zona potrebbero essere negative. Il forestiero
si porta con sé anche i collaboratori. E un esempio, negativo, Policoro ce l’ha
con l’edilizia. Nell’ultimo lustro è nata una seconda città tra il Lido e
l’area nord quasi al confine con la vicina Tursi, però le imprese pugliesi si
portavano da casa anche l’acqua non lasciando nulla al territorio colonizzato
da altamurani e gravinesi com’è stato colonizzato nel settore del credito anni
addietro. Il prossimo sarà il turismo?
Gabriele Elia
(fonte il
Quotidiano della Basilicata)
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