martedì 6 novembre 2012

No trivelle nello Jonio. La testimonianza della regata velica Policoro-Crotone





POLICORO -  Il 21 ottobre scorso l’associazione ambientalista No Scorie Trisaia ha organizzato una regata velica dal Circolo Aquarius di Torre Mozza in Policoro a Crotone per protestare contro il Governo nazionale per quanto concerne le autorizzazioni per le trivellazioni nel mare Adriatico e Jonio. A bordo di imbarcazioni messe a disposizione del centro velico di Mimmo Calbi sono saliti: ambientalisti e istituzioni, tra cui il vice sindaco di Policoro, Enrico Bianco, e il parigrado di Rotondella Walter Lobreglio. Questa la testimonianza post manifestazione: “Vicino  le off shore luna B e luna A  di Crotone (dove già sono state installate le piattaforme petrolifere ndr) abbiamo riversato  le acque delle sorgenti dei cinque fiumi  lucani contenute in un' ampolla  per restituire le acque al mare  puro  e senza  inquinamento da parte dell'uomo .Un gesto purificatore  per le acque quale fonte di vita che non deve essere minacciata da modelli di sviluppo sbagliati creati dall'uomo. Il nostro intento era quello di far conoscere il mare, le sue economie e la sua naturale bellezza  durante le fasi della notte, dell'alba e del giorno e di far toccare con mano a stampa e istituzioni  lo scempio ambientale consumato al largo di Crotone per la presenza delle off shore. L'esperienza vissuta nelle 22 ore di navigazione ha  contribuito ad accrescere la consapevolezza che il senso dell'esistenza dell'uomo non può prescindere dalla conoscenza dell'ambiente che lo circonda. Il motto socratico fa tutt'uno con il dovere di conoscenza della natura da parte degli uomini che, per potersi conservare, non possono prescindere dalla difesa dell'ambiente in cui vivono. Difendere la natura significa difendere l'uomo, in un'epoca in cui il non senso di alcune sue azioni lo intrappolano e lo condannano ad un'esistenza povera, effimera. Ecco l'uomo oggi si trova a dover scegliere cosa difendere: l'egoismo, il cinismo di un'economia sempre più effimera e caduca oppure se stesso, quel sé che molto spesso non è conosciuto nella sua pienezza? La risposta non è scontata, se analizziamo ciò che accade, se riflettiamo sulla perdita di valori, conseguenza ineluttabile di azioni che, inseguendo il progresso economico a scapito dello sviluppo dell'uomo nella sua totalità, stanno condizionando intere generazioni che non si accorgono che l'uomo sta autodistruggendosi. Ebbene, è compito di chi considera scontata la risposta adoperarsi affinché ci sia una inversione di tendenza che non può prescindere dalla conoscenza: amministrazioni, associazioni, intellettuali, religioni, uomini di buon senso hanno l'obbligo di dare il proprio contributo affinché sia il senso a prevalere sul non senso. Il nostro è stato un viaggio di piacere, nel senso che abbiamo goduto della natura che ci ospita e che non abbiamo il diritto di distruggere attraverso scelte scellerate a servizio di poteri forti che hanno smarrito ogni principio morale; perché di questo si tratta, di uno sterminio che procede quotidianamente e che viene avallato anche dal diritto, dalla legge. Continuiamo e coinvolgere tutti in una maggiore attenzione alle problematiche ambientali anche perché la crisi economica porta molti nella condizione di accettare anche le trivelle per uscire da una condizione di miseria. E’ opportuno togliere tutti da una condizione di bisogno, offrendo alternative valide ad assicurare uno sviluppo economico compatibile con quello umano”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)



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