Il processo Revival torna in Appello, ma a Salerno. La sentenza che condannava
Salvatore Scarcia - indicato dagli investigatori come il capo della omonima
famiglia di Policoro - è stata annullata con rinvio dalla Corte di cassazione.
Lo ha reso noto l’avvocato Maria Rosaria Malvinni, che difendeva Scarcia
insieme agli avvocati Salvatore Maggio e Domenico Terlizzi. Scarcia era stato
condannato dai giudici della Corte d’appello di Potenza a 21 anni di reclusione
per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Con lui erano
state condannate altre sette persone. Scarcia attualmente è libero, per la
scadenza dei termini di custodia cautelare. Nonostante la Corte d’appello di
Potenza abbia depositato in tempo le motivazioni della sentenza, i termini
della custodia di Scarcia erano scaduti. La Cassazione non è entrata nel merito
del processo Revival ma ha dichiarato inutilizzabili alcuni atti, tra cui le
intercettazioni telefoniche che non erano supportate da decreti d’
autorizzazione motivati. Sarà la Corte d’appello di Salerno ora a valutare la
restante parte degli atti.
fonte
La Gazzetta del Mezzogiorno
Salvatore Scarcia - indicato dagli investigatori come il capo della omonima
famiglia di Policoro - è stata annullata con rinvio dalla Corte di cassazione.
Lo ha reso noto l’avvocato Maria Rosaria Malvinni, che difendeva Scarcia
insieme agli avvocati Salvatore Maggio e Domenico Terlizzi. Scarcia era stato
condannato dai giudici della Corte d’appello di Potenza a 21 anni di reclusione
per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Con lui erano
state condannate altre sette persone. Scarcia attualmente è libero, per la
scadenza dei termini di custodia cautelare. Nonostante la Corte d’appello di
Potenza abbia depositato in tempo le motivazioni della sentenza, i termini
della custodia di Scarcia erano scaduti. La Cassazione non è entrata nel merito
del processo Revival ma ha dichiarato inutilizzabili alcuni atti, tra cui le
intercettazioni telefoniche che non erano supportate da decreti d’
autorizzazione motivati. Sarà la Corte d’appello di Salerno ora a valutare la
restante parte degli atti.
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La Gazzetta del Mezzogiorno
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