POLICORO
– Nuovo appuntamento culturale nella biblioteca “Massimo Rinaldi” del centro
jonico lunedì 23 aprile. Questa volta non è stato presentato un romanzo, ma il
libro spirituale: “Cristo e il lavandino” elaborato da Aldo Trento e presentato
da Don Franco Laviola: “Questo è un libro educativo nel quale si testimonia la
presenza di Cristo nel quotidiano, in tutto ciò che è ordine, pulizia. Nostro
Signore è presente nella polvere, è dappertutto anche nella pulizia delle
scarpe. Già perché chi ha le scarpe sporche non ha un rapporto reale con Dio e
prevale in se la superstizione dove Cristo è fuori dalla sua realtà. La lettura
di questo libro ci avvicina alla Fede facendo diventare la vita più bella, più
intelligente, più libera grazie anche all’apporto della ragione. Questo perché
Fede e ragione sono complementari tra loro, dove la prima è il vertice. Ogni
essere umano va alla ricerca di alcuni punti chiave della vita umana che sono:
amore, libertà, giustizia, i valori centrali nella persona. E devono essere
coltivati e perseguiti seguendo la Legge naturale del cuore, che poi è quella
che in filosofia viene chiamata Giusnaturalismo: la Legge del Signore. Dalla
quale poi nasce il diritto positivo che regola la pacifica convivenza tra i
consociati. Dunque i soprusi e le forzature sono contro la legge di Dio e
dell’uomo dalla quale poi discende la stessa ragione. In ogni nostra azione
quotidiana, da qui il richiamo del libro all’educazione, all’ordine, alla
pulizia, c’è una valutazione da fare, una scelta che non può non essere di
natura etica. Quell’etica soggettiva che caratterizza ogni essere umano e nella
quale si manifesta il volto di Cristo: comportati sempre come tu ti comporti
con te stesso! Non fare agli altri quello che tu non vorresti fosse fatto a te!
Senza andare ad assolutizzare od oggettivizzare l’etica per non svuotarla dei
contenuti umani che ciascuno di noi deve dare alla vita. Per questo il
relativismo etico è una ricchezza per noi e guai se andassimo ad uniformala:
non ci sarebbe più dialogo. Viceversa guardiamo all’etica come ad un cerchio
grande all’interno del quale ce n’è uno più piccolo che prende il nome di
diritto, regolato dalla morale e quando non lo è (un fatto lecito può essere
immorale perché sono tanti gli accadimenti che la legge deve regolare) ricordiamoci
sempre che proveniamo da: amore, libertà e umana giustizia, che sono poi le
basi della civiltà giuridica”. Gli onori di casa sono stati fatti dalla direttrice
della biblioteca, Angela Delia, mentre l’introduzione è stata curata da Carmela
Romano e Raffaella Delli Veneri.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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