mercoledì 25 aprile 2012

La presenza di Dio nel quotidiano raccontata nel libro: “Cristo e il lavandino”




POLICORO – Nuovo appuntamento culturale nella biblioteca “Massimo Rinaldi” del centro jonico lunedì 23 aprile. Questa volta non è stato presentato un romanzo, ma il libro spirituale: “Cristo e il lavandino” elaborato da Aldo Trento e presentato da Don Franco Laviola: “Questo è un libro educativo nel quale si testimonia la presenza di Cristo nel quotidiano, in tutto ciò che è ordine, pulizia. Nostro Signore è presente nella polvere, è dappertutto anche nella pulizia delle scarpe. Già perché chi ha le scarpe sporche non ha un rapporto reale con Dio e prevale in se la superstizione dove Cristo è fuori dalla sua realtà. La lettura di questo libro ci avvicina alla Fede facendo diventare la vita più bella, più intelligente, più libera grazie anche all’apporto della ragione. Questo perché Fede e ragione sono complementari tra loro, dove la prima è il vertice. Ogni essere umano va alla ricerca di alcuni punti chiave della vita umana che sono: amore, libertà, giustizia, i valori centrali nella persona. E devono essere coltivati e perseguiti seguendo la Legge naturale del cuore, che poi è quella che in filosofia viene chiamata Giusnaturalismo: la Legge del Signore. Dalla quale poi nasce il diritto positivo che regola la pacifica convivenza tra i consociati. Dunque i soprusi e le forzature sono contro la legge di Dio e dell’uomo dalla quale poi discende la stessa ragione. In ogni nostra azione quotidiana, da qui il richiamo del libro all’educazione, all’ordine, alla pulizia, c’è una valutazione da fare, una scelta che non può non essere di natura etica. Quell’etica soggettiva che caratterizza ogni essere umano e nella quale si manifesta il volto di Cristo: comportati sempre come tu ti comporti con te stesso! Non fare agli altri quello che tu non vorresti fosse fatto a te! Senza andare ad assolutizzare od oggettivizzare l’etica per non svuotarla dei contenuti umani che ciascuno di noi deve dare alla vita. Per questo il relativismo etico è una ricchezza per noi e guai se andassimo ad uniformala: non ci sarebbe più dialogo. Viceversa guardiamo all’etica come ad un cerchio grande all’interno del quale ce n’è uno più piccolo che prende il nome di diritto, regolato dalla morale e quando non lo è (un fatto lecito può essere immorale perché sono tanti gli accadimenti che la legge deve regolare) ricordiamoci sempre che proveniamo da: amore, libertà e umana giustizia, che sono poi le basi della civiltà giuridica”. Gli onori di casa sono stati fatti dalla direttrice della biblioteca, Angela Delia, mentre l’introduzione è stata curata da Carmela Romano e Raffaella Delli Veneri.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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