In riferimento al bando relativo
alla misura 211 del P.s.r. Basilicata 2007-2013, che prevede l’erogazione di
indennità compensative per gli agricoltori delle zone montane soggetti a
svantaggi naturali, con vivo compiacimento si riscontra che una delle priorità
del Dipartimento Agricoltura è quella di dare attuazione alla “Tutela delle
risorse genetiche autoctone vegetali ed animali” secondo il disposto della L.R.
n° 26 del 14 ottobre 2008, che va a regolamentare, forse con
ritardo rispetto ad altre regioni, questa materia della tutela
ambientale e della valorizzazione del patrimonio naturalistico secondo le
indicazioni prioritarie della nuova PAC.
Personalmente, in qualità di
tecnico del settore, credo che tutto ciò rappresenti una buona partenza per il
programma di lavoro del nuovo assessore all’agricoltura, non solo perché mette
in campo strategie ed attenzioni relative al programma di difesa dell’immenso
patrimonio genetico a rischio di
estinzione, ma soprattutto perché si ritiene che per la nostra piccola Regione,
ricca di tradizioni e di cultura contadina, azioni di tutela e di conservazione
del sistema delle “cose naturali” possano rappresentare un grimaldello per la ripresa
del comparto primario, attraverso la valorizzazione delle specificità locali e
la promozione dei percorsi di caratterizzazione qualitativa dei prodotti della
biodiversità.
Davvero non si parte da zero, e
si condivide la DGR proposta dall’Assessore
Rosa Mastrosimone, che pur nella ristrettezza economica del momento, prevede
azioni di sostegno al reddito della zootecnia delle aree interne.
Si ritiene tutto ciò un impegno
che va comunque completato, a nostro avviso, con azione analoga per tutela
della biodiversità vegetale così come
prevede la misura 214 del PSR 2007-2013 sui “Pagamenti Agroambientali” che con
una cifra considerevole, (circa 210 milioni di euro) da sola, vanta oltre il
25% del budget di tutte le misure dell’intero FEASR.
Queste risorse, se opportunamente
utilizzate, potranno contribuire a migliorare la struttura di quelle Aziende
soprattutto delle aree interne o marginali che vogliono aderire al sistema
delle produzioni, nel rispetto della compatibilità ambientale, tutelando nel
contempo, la natura e le specie a rischio. Occorre riferirsi proprio alle
attività agricole e zootecniche delle aree montane che sono soggette ad un
costante fenomeno di erosione demografica, ed al conseguente abbandono di
attività economiche importanti e significative per la tutela del territorio e la permanenza di presidi agricoli in ambito
montano.
In questo contesto diventa anche importante
l’implementazione dell’Azione 5 della
Mis. 214 sulla “Agrobiodiversità: progetti di azione integrata” tanto auspicata
dal mondo della ricerca, in particolare
dai soggetti pubblici che si occupano di raccolta, caratterizzazione e
conservazione di risorse genetiche autoctone regionali di interesse agrario.
Ciò consentirebbe a queste strutture di esercitare azioni di tutela di specie, razze,
varietà, cultivar, ecotipi e biotipi attualmente scomparsi dal territorio
regionale per conservarli, a norma di legge, in apposite banche genetiche,
campi catalogo, centri di ricerca, per sviluppare azioni di studio o valutare
l’interesse per favorirne la reintroduzione.
A tal proposito ci permettiamo di
segnalare all’Assessore che, oltre a tutte le strutture scientifiche
qualificate ed accreditate della regione, anche il CNR – Istituto di Genetica
Vegetale (ex Istituto Nazionale del Germoplasma) opera già da diversi anni in
Basilicata con il “Centro Tematico per la Difesa della Biodiversità Vegetale
Mediterranea” realizzato su fondi POR 2000-2006 nell’ambito dell’Azione B della
Misura 1.4 sulla Rete ecologica regionale.
Il Centro custodisce oltre 3000
campioni di materiali genetici di specie locali e del bacino del Mediterraneo, e
vi lavorano ricercatori, assegnisti del
programma “Giovani Eccellenze Lucane” ed alcuni dottorandi di ricerca. Esso
rappresenta una sezione operativa della
banca internazionale del germoplasma dell’IGV di Bari che detiene circa 85.000
campioni di seme di specie coltivate e spontanee raccolte in tutto il mondo. Il Centro Lucano per la biodiversità
collabora con l’Università di Basilicata, con la Metapontum Agrobios, con
l’Enea e queste strutture, con buona sinergia, stanno portando avanti il
progetto “Agrobiotech verde” che rappresenta un agreement per il futuro, che potrà
portare la ricerca della nostra regione ad un livello più competitivo di quello attuale.
Giulio SARLI
CNR - Istituto di
Genetica Vegetale
U.O. - Centro Tematico
per la Biodiversità
Vegetale Mediterranea
(sarli.cnr@tiscali.it;
giulio.sarli@igv.cnr.it)
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