venerdì 16 ottobre 2009

Una mano tesa ai più sfortunati. Iniziato il corso di formazione sul volontariato.

POLICORO – E’ iniziato mercoledì 14 presso la sala convegni del centro giovanile “Padre Minozzi” il primo dei quattro incontri settimanali di fila, tutti di mercoledì con inizio alle 15:30, dal tema: “Volontari per la vita”, organizzato dal Cav (Centro di aiuto alla vita) del centro jonico con la supervisione del Csv (Centro di servizio al volontariato) di Basilicata rappresentato dal giovane Gianleo Iosca, il quale nella prima seduta il cui oggetto è stato: “Io, l’altro: accoglienza, relazione e reciprocità”, ha esordito sostenendo come il mondo del volontariato ha bisogno necessariamente di formazione e professionalità degli operatori del settore, il cui lavoro di affiancamento è complementare a quello delle istituzioni, e in questo contesto in ogni Comune di Basilicata ci sarebbero strutture (associazioni) di supporto privato al pubblico. Un saluto è stato portato poi dall’organizzatrice di questo ciclo in incontri, nonché responsabile del Cav di Policoro, Mariella Acciaro, la quale in un breve excursus della sua associazione nata due anni fa a Policoro ha tracciato un bilancio evidenziando le tante iniziative messe in campo di: “accoglienza, sostegno e ascolto delle persone che si trovano in uno stato di svantaggio psicologico promuovendo sempre la cultura della vita, anche con giornate monotematiche di sensibilizzazione, e di preparazione al matrimonio per giovani coppie”. Entrando più nel vivo del tema del giorno, lo psicologo tarantino Donato Salfi, ha privilegiato il coinvolgimento di circa una trentina di operatori sociali alla più tradizionale e pedante lezione, spiegando dapprima brevemente il concetto dell’assertività, modello sociale da evitare, perché porta all’indifferenza l’essere umano nei confronti dei più bisognosi o deboli; che va invece sostituito con quello della pro-socialità. E proprio questo concetto è stato sviscerato poi dai presenti, tra cui molte mamme e ragazze, in un lavoro di gruppo composto ciascuno da quattro persone, e la cui traccia del professionista è stata: volontariato-relazione-gratuità. Così dopo aver riflettuto in un fecondo confronto, i presenti hanno poi relazionato il lavoro di ogni gruppo dove tutti sono stati concordi nell’evidenziare il legame morale che lega le tre parole: aiutare chi si trova in difficoltà, indipendentemente dal suo status; farlo senza chiedere e aspettarsi nulla di materiale in cambio, anche se nel momento in cui ci si dona si riceve automaticamente anche felicità andando così a riequilibrare la sproporzione sociale che a volte esiste tra esseri umani; la relazione è intrinseca nel momento in cui si compie un gesto di nobiltà, come appunto donarsi. Tutti i tre questi termini hanno poi come base comune il rispetto per gli altri in un rapporto parietico senza discriminazioni: “Io credo in te più di quanto tu non creda in te stesso”, è stata la frase con la quale Salfi ha sintetizzato il messaggio di tutta la serata.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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