POLICORO – C'è chi sale sui campanili perchè ha perso il posto di lavoro e chi invece lo emula perchè è stanco di sentire sempre le stesse cose. Sale la protesta degli agricoltori del Cam (Comitato agricolo metapontino) che da giovedì scorso hanno bloccato piazza Eraclea, dove hanno sede gli uffici periferici del Dipartimento agricoltura della Regione Basilicata, stanchi a loro modo di dire di essere presi in giro dalle istituzioni a tutti i livelli sui problemi che attanagliano il mondo agricolo da anni. Le rassicurazioni verbali dei giorni scorsi da parte dell'assessore regionale, Vincenzo Viti e del Direttore Generale dello stesso Dipartimento, Piero Quinto, non li hanno convinti. E così nel pomeriggio di oggi (lunedì) due di loro (sembra che si chiamino Stigliani di Scanzano e Guarino di Policoro) hanno eluso i controlli delle forze dell'ordine presenti e sono saliti sul campanile di piazza Eraclea, dai quali sventolavano striscioni di sindacati e associazioni di categoria: “Di au prevet che non suonanss i campan!” è stata l'affermazione di uno di loro che si è affacciato dal campanile poco prima delle 17:00 preoccupato che poi il sacerdote della Chiesa Madre SS. Maria del Ponte, Don Carlo Ferrarotti, potesse suonare le campane come fa più volte durante le giornata e stonarli. A convincerli che non era il caso di alzare il livello della protesta è salito subito dopo un ispettore della Polizia di Stato di Scanzano Jonico, ma fino alle 17:15 il suo tentativo è risultato vano, anche se la situazione era sotto controllo e nessuno ha mai temuto il peggio. Nel tardo pomeriggio sul posto sono arrivati anche i Vigili del Fuoco della locale caserma pronti con una scaletta a salire sull'alto campanile. Il giorno fatidico per i protestanti è oggi (martedì) quando alle parole del dilazionamento dei canoni irrigui al Consorzio di bonifica Bradano Metaponto; la sua abolizione futura e la declaratoria dello stato di crisi del settore e agevolazioni varie di natura fiscale e previdenziale dovrebbero essere messi nero su bianco. Però evidentemente hanno avuto il sentore che si trattava delle solite “chiacchiere”, e così hanno deciso di passare loro ai fatti salendo sul campanile di piazza Eraclea minacciando come gesto estremo di buttarsi giù qualora non arrivassero soluzioni pratiche e certe ai loro problemi. Sullo stato di crisi del settore e conseguente fondo di solidarietà però nel giorni scorso l'assessore Viti è stato chiaro sostenendo che non dipende solo dalla Regione Basilicata, ma soprattutto dal Governo centrale che ha l'ultima parola. Entro martedì, comunque, si dovranno scoprire le carte in tavola. Non sono ammesse proroghe, altrimenti il campanile di piazza Eraclea potrebbe diventare il simbolo dei martiri dell'agricoltura jonica. Anche se la protesta è stata strumentalizzata.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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