“Finalmente in questa Repubblica c’è un magistrato che si legge le carte processuali. Lo sblocco da parte del Gup (Giudice per l’udienza preliminare) del tribunale di Catanzaro di 180 ettari di terreni della cittadella sull’acqua ‘Marinagri’, avvenuta giovedì 29 ottobre, è una data che Policoro non dimenticherà mai perché viene fatta giustizia dopo tre anni di teoremi costruiti sulla sabbia, complotti orditi da chissà chi e quant’altro. Mi sono sempre battuto per l’investimento turistico in prima persona, e siccome il tempo è galantuomo mi sta dando ragione sulla legittimità degli atti sia comunali che extraterritoriali a partire da quelli dell’Autorità di bacino che ha sempre scongiurato il pericolo inondazione per almeno 500 anni. Il sequestro preventivo ha tenuto, e tiene ancora in parte, imprigionata un’intera comunità che stava per decollare non solo turisticamente ma soprattutto economicamente, avendo gettando sul lastrico imprese e maestranze in questi mesi di calvario e di accanimento giudiziario sia verso l’imprenditore che verso l’investimento. Ho sempre sostenuto, pubblicamente e in ogni circostanza, che ‘Marinagri’ è per tutta la regione un grande volano di sviluppo e di risorsa per tanti giovani che cercano occupazione in una regione dove trovare lavoro non è semplice. Ma il dissequestro di una parte del cantiere è soltanto la prima fase di un’azione giudiziaria mirata a colpire questa comunità. Spero che il venti novembre, giorno dell’udienza preliminare, ci sarà il non luogo a procedere per il sottoscritto e gli altri tre indagati coinvolti in un’inchiesta ‘Toghe lucane’ archiviata ancora prima di partire e depotenziata delle accuse infondate non solo nei miei confronti ma anche degli altri soggetti coinvolti come testimonia il dissequestro di ieri. Dopo il venti novembre mi auguro che gli organi giudiziari preposti indaghino su chi ha veramente responsabilità in questa inchiesta giudiziaria, utilizzata anche come trampolino di lancio per costruirsi altre carriere, il quale non so cosa potrà dire quando verrà in Basilicata. Mi sono esposto in prima persona su questa vicenda, attirandomi l’antipatia dei giustizialisti di sempre, che ora non sanno dove nascondersi, e ne vado orgoglioso perché in ballo c’erano e ci sono gli interessi legittimi di una città che ha le carte in regola per crescere e fulcro di un’area che ha le vocazioni giuste per puntare sullo sviluppo turistico. Ma l’altra bella notizia di giornata arrivata come una nemesi riguarda la revoca degli arresti domiciliari di un altro imprenditore di Policoro, Franco Ferrara, anch’egli finito sotto la ghigliottina di una magistratura, le cui accuse sono ancora tutte da dimostrare, che lo ha tenuto dallo scorso mese di febbraio bloccato in casa impedendogli di uscire”, commenta il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello.
Gabriele Elia
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