POLICORO – Di professione fa il
medico condotto in quel di Pisticci, e come prima passione è anche una
scrittrice. Non di quelle occasionali ma abituali o quasi. Sabato 2 marzo
presso l’hotel Hermes del centro jonico Maria Antonietta D’Onofrio ha
presentato il suo secondo libro: “Poeti di mandorla amara”, evento culturale
organizzato dalla locale associazione Fidapa (Federazione italiana donne arte
professione affari). A pochi giorni dalla festa della donna e in un momento in
cui le cronache nazionali e locali sono piene di delitti contro le donne, il cosiddetto
femminicidio, la D’Onofrio traccia con grande lucidità i sentimenti che possono
attraversare l’anima di una donna come la sofferenza e il disagio di Filomena,
una delle protagoniste, di una generazione di ragazzi/e che si sentono fuori
dal mondo, non accettati, ma che non si abbattono davanti a queste difficoltà e
trovano nel sentimento di amicizia dell’incontro con Angelo la forza per andare
avanti. Giovani che preferiscono all’apparenza effimera delle luci della
ribalta l’essenza della vita stessa tutta basata su quello che si è, con il
sentimento dell’amore, altra faccia della medaglia dell’amicizia, come prima
causa del loro agire silenzioso e della loro immensa dignità. L’autrice trova
nella scrittura il modo più sublime per esprimere uno dei sentimenti più belli
della vita, e lo fa anche da una visuale professionale di medico che la mette
quotidianamente di fronte al dolore dei suoi pazienti, che può essere alleviato
non solo dai farmaci, ma anche da una condizione mentale positiva che
presuppone la donazione materiale oggettiva verso gli altri e
soggettiva/spirituale quando si è attratti sentimentalmente da un’altra
persona. Gli onori di casa sono stati fatti dalla presidentessa Fidapa
cittadina Maria Lovito, la quale nel suo intervento ha sottolineato che il
libro della D’Onofrio ha delle affinità con la sua associazione nella parte in
cui mette al centro la dignità, il rispetto verso gli altri e la loro diversità
nel senso lato del termine e tutti, nei propri ambiti, devono sforzarsi di
rimuovere gli ostacoli e i pregiudizi che si possono frapporre tra le persone e
la loro piena realizzazione nella vita terrena, sostenendo che la ricchezza è
un valore e non un impedimento per la crescita dalla società civile. L’artista
Vincenzo D’Acunzo ha ripercorso i passi più importanti del libro attraverso
delle tele da egli stesso dipinte in un connubio scrittura-pittura che ha dato
ancora di più l’idea di un vero e proprio trattato sulla donna del romanzo
della D’Onofrio. Sono intervenute anche Tiziana Ghezzi, psichiatra; l’avv.ssa
Lucia Valluzzi e la giornalista Eva Bonitatibus. In platea l’assessore comunale
Livia Lauria.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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