mercoledì 6 marzo 2013

Libro D’Onofrio “Poeti di mandorla amara”, trattato sulla donna



POLICORO – Di professione fa il medico condotto in quel di Pisticci, e come prima passione è anche una scrittrice. Non di quelle occasionali ma abituali o quasi. Sabato 2 marzo presso l’hotel Hermes del centro jonico Maria Antonietta D’Onofrio ha presentato il suo secondo libro: “Poeti di mandorla amara”, evento culturale organizzato dalla locale associazione Fidapa (Federazione italiana donne arte professione affari). A pochi giorni dalla festa della donna e in un momento in cui le cronache nazionali e locali sono piene di delitti contro le donne, il cosiddetto femminicidio, la D’Onofrio traccia con grande lucidità i sentimenti che possono attraversare l’anima di una donna come la sofferenza e il disagio di Filomena, una delle protagoniste, di una generazione di ragazzi/e che si sentono fuori dal mondo, non accettati, ma che non si abbattono davanti a queste difficoltà e trovano nel sentimento di amicizia dell’incontro con Angelo la forza per andare avanti. Giovani che preferiscono all’apparenza effimera delle luci della ribalta l’essenza della vita stessa tutta basata su quello che si è, con il sentimento dell’amore, altra faccia della medaglia dell’amicizia, come prima causa del loro agire silenzioso e della loro immensa dignità. L’autrice trova nella scrittura il modo più sublime per esprimere uno dei sentimenti più belli della vita, e lo fa anche da una visuale professionale di medico che la mette quotidianamente di fronte al dolore dei suoi pazienti, che può essere alleviato non solo dai farmaci, ma anche da una condizione mentale positiva che presuppone la donazione materiale oggettiva verso gli altri e soggettiva/spirituale quando si è attratti sentimentalmente da un’altra persona. Gli onori di casa sono stati fatti dalla presidentessa Fidapa cittadina Maria Lovito, la quale nel suo intervento ha sottolineato che il libro della D’Onofrio ha delle affinità con la sua associazione nella parte in cui mette al centro la dignità, il rispetto verso gli altri e la loro diversità nel senso lato del termine e tutti, nei propri ambiti, devono sforzarsi di rimuovere gli ostacoli e i pregiudizi che si possono frapporre tra le persone e la loro piena realizzazione nella vita terrena, sostenendo che la ricchezza è un valore e non un impedimento per la crescita dalla società civile. L’artista Vincenzo D’Acunzo ha ripercorso i passi più importanti del libro attraverso delle tele da egli stesso dipinte in un connubio scrittura-pittura che ha dato ancora di più l’idea di un vero e proprio trattato sulla donna del romanzo della D’Onofrio. Sono intervenute anche Tiziana Ghezzi, psichiatra; l’avv.ssa Lucia Valluzzi e la giornalista Eva Bonitatibus. In platea l’assessore comunale Livia Lauria.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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