POLICORO – Il 23 marzo di cento
anni fa nasceva a Toporu in Romania Dinu Adamesteanu, storico e archeologo che
ha legato buona parte della sua vita agli studi sulla genesi della città jonica
e della Basilicata. Per questa importante ricorrenza l’Amministrazione comunale
di Policoro, di concerto con la Soprintendenza regionale dei Beni archeologici,
nella mattinata di sabato ha organizzato, presso il Municipio, un convegno dal
tema: “Dinu Adamesteanu, l’uomo e l’archeologo”, a cui hanno preso parte
circa 14 relatori tra professori universitari, dirigenti ministeriali e
studiosi. Gli onori di casa sono stati fatti dal sindaco Rocco Leone, il quale
ha ricordato l’importante contributo dato da Adamesteanu alla tutela e
salvaguardia territoriale di Policoro e regionale più in generale, alla diffusione
della conoscenza storica delle origini magno-greche della fascia metapontina;
contributo il suo che dà lustro a tutto il circondario i cui studi e ricerche
si possono ammirare nel museo della “Siritide”, che lo ha visto tra i fondatori.
Il Soprintendente archeologico di Basilicata, Antonio De Siena, ha tratteggiato
la personalità di Adamesteanu definendolo un maestro: “che mi ha insegnato
tante cose quando ero agli inizi della mia carriera. Sono legato da un affetto
filiale a lui anche per come lavorava con il suo rigoroso metodo scientifico
fuori dal comune, e la stessa cosa dicasi per l’aspetto umano. Era affascinato
dalla tecnologia ma nello stesso tempo la utilizzava con equilibrio, perché per
lui l’uomo veniva prima della scienza e della tecnica, e dava la priorità
sempre alle fonti letterarie e ai reperti che venivano alla luce dal terreno.
Amava molto lavorare in equipe. Credo sia stato un cittadino del mondo per
vocazione”. Dinu Adamesteanu è scomparso nel 2004 a Policoro dove viveva già da
molto tempo. Arrivato in Italia nel 1939, ricevette la cittadinanza per meriti
scientifici nel 1954 e nel 1964 fu il primo Soprintendente ai Beni archeologici
della Basilicata. L’ambasciatore italiano in Romania, Mario Cospito, policorese
di nascita, ha focalizzato il suo intervento sulla sua grande umanità e professionalità,
e ha saputo: “aprire le porte del sapere a tutti. La sua eredità è patrimonio e
splendore per l’Italia nel firmamento umanista”. Inoltre ha aggiunto che per
lui la Basilicata era una terra promessa, una seconda Romania anche per la
conformazione geografica. E poi tanti altri ricordi sul suo senso della storia
e il grande rispetto che nutriva per i suoi studi, grazie ai quali Policoro
oggi può definirsi città dai 3000 anni di storia. Anche il Senatore a vita, il
lucano Emilio Colombo, che proprio nei giorni scorsi ha presieduto l’aula di
Palazzo Madama in qualità di Senatore più anziano prima della votazione di
Piero Grasso alla presidenza del Senato della XVII legislatura, ha dichiarato:
“Dobbiamo essere riconoscenti verso Adamesteanu, lui romeno che ha lasciato la
sua terra e sofferto la dittatura, per aver dedicato una vita intera a far
rinascere l’archeologia lucana, difendendo il progresso e gli studi storici in
tal senso dal pericolo dell’industrializzazione e anche dalla Riforma
Fondiaria. Lo ha sempre fatto con convinzione, forza e umanità. Era molto
preoccupato per il futuro degli scavi, che potevano essere compromessi dalla
Riforma agraria. Ma ci siamo sempre confrontati facendo prevalere la
condivisione degli obiettivi ai contrasti”. Dinu Adamesteanu è “Cittadino
Illustre”, il primo, di Policoro, la cui onorificenza gli venne attribuita
dall’Amministrazione civica di Mario Arbia (1993/1997) nella metà degli anni
’90. Nel 2008 invece la maggioranza di centro destra guidata da Nicola Lopatriello
sottoscrisse, previo accordo con l’ambasciata romena a Roma, il gemellaggio con
la città romena di Banesti in ricordo di Adamesteanu e l’intitolazione di una
piazza, poi cancellata dall’attuale amministrazione. Nel pomeriggio di sabato
presso il museo cittadino è stata allestita una mostra fotografica
itinerante.
Gabriele Elia
Fonte il Quotidiano della Basilicata
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