POLICORO - "Se qualcuno
pensa di entrare nell'azienda Conte dopo averla comprata all'asta ha fatto male
i suoi conti". Così ha spiegato in conferenza stampa sabato 16 Gianni
Fabbris. Il messaggio centrale affidato alla giornata di martedì prossimo 19
marzo 2013 alle 18:00 presso il Municipio. Dopo aver vinto la prima battaglia
per evitare di vendere i beni della Cooperativa Agricola di Basilicata di
Scanzano Jonico, e mentre prosegue il percorso per salvare la CAB
definitivamente dal rischio chiusura, l'attenzione della campagna: "Giù le
mani dalle nostre terre" di Altragricoltura si sposta nelle campagne di
Policoro con l'obiettivo di estendersi a tutto il Metapontino. "Sempre più
in questi giorni aziende agricole (ma anche artigiani ed esercenti oltre
che a famiglie di lavoratori) a rischio usura o con i beni in vendita si
stanno rivolgendo ad Altragricoltura ed, in particolare, agli sportelli del
Soccorso Contadino, per chiedere supporto ed assistenza e segnalando una realtà
sempre più drammatica di intreccio fra la crisi economica, l'estendersi di
rischio usura, le vendite all'asta di beni e il consolidarsi del rischio di
presenza di criminalità organizzata in un Metapontino dove manca la prospettiva
del futuro e dove le attività economiche, i lavoratori e le famiglie continuano
a non avere risposte politiche e istituzionali". Si concludono in questi
mesi, le procedure giudiziarie per molte aziende aperte verso la fine degli
anni '90, che, non avendo avuto risposte di governo che sarebbero servite,
stanno consegnando un intero patrimonio di lavoro nelle mani degli ufficiali
giudiziari. “E' il caso dell'azienda di Leonardo Conte, -continua Fabbris-, la
prima azienda allevatrice di Basilicata a fare biologico (quando scegliere
questa modalità produttiva era un coraggioso rischio imprenditoriale) che,
messa in ginocchio da una maldestra e infondata operazione di sequestro prima e
macellazione coatta poi degli animali negli anni '90, non si è più ripresa da
un danno economico insopportabile imboccando la strada di una crisi finanziaria
che ha visto pignorare i suoi beni. Una parte significativa dell'azienda Conte
è stata venduta all'asta nelle settimane scorse ed è stata comprata per qualche
decina di migliaia di euro a fronte di un valore di circa mezzo milione. Il
frutto del lavoro di una generazione di allevatori corre il rischio, così, di
passare di mano insieme allo straordinario patrimonio di saperi e capacità
avanzate che questa azienda che ha accumulato, arrivando a produrre con gli
animali (porci e scrofe come ama definirli Leonardo Conte) liberi al pascolo e,
comunque, con metodi naturali e non industriali. Nessuno potrà entrare
nell'azienda Conte". Il programma di martedì 19 inizia alle ore 13 presso
l'azienda di Leonardo Conte in località Madonnelle nel Comune di Tursi al
confine con il territorio di Policoro (percorrere la strada asfaltata fino alla
fine, superare le due colonne di mattoni, 300 metri più avanti si arriva
in azienda). Dopo una colazione si andrà tutti sulla terra per occuparla e
dove, contestualmente, è convocata l'assemblea costitutiva dell'associazione
che prenderà possesso della proprietà per condurla e lavorarla.
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