domenica 17 marzo 2013

Azienda agricola all’asta. Martedì protesta di Altragricoltura


POLICORO - "Se qualcuno pensa di entrare nell'azienda Conte dopo averla comprata all'asta ha fatto male i suoi conti". Così ha spiegato in conferenza stampa sabato 16 Gianni Fabbris. Il messaggio centrale affidato alla giornata di martedì prossimo 19 marzo 2013 alle 18:00 presso il Municipio. Dopo aver vinto la prima battaglia per evitare di vendere i beni della Cooperativa Agricola di Basilicata di Scanzano Jonico, e mentre prosegue il percorso per salvare la CAB definitivamente dal rischio chiusura, l'attenzione della campagna: "Giù le mani dalle nostre terre" di Altragricoltura si sposta nelle campagne di Policoro con l'obiettivo di estendersi a tutto il Metapontino. "Sempre più in questi giorni  aziende agricole (ma anche artigiani ed esercenti oltre che a famiglie di lavoratori) a rischio usura o con i beni in vendita  si stanno rivolgendo ad Altragricoltura ed, in particolare, agli sportelli del Soccorso Contadino, per chiedere supporto ed assistenza e segnalando una realtà sempre più drammatica di intreccio fra la crisi economica, l'estendersi di rischio usura, le vendite all'asta di beni e il consolidarsi del rischio di presenza di criminalità organizzata in un Metapontino dove manca la prospettiva del futuro e dove le attività economiche, i lavoratori e le famiglie continuano a non avere risposte politiche e istituzionali". Si concludono in questi mesi, le procedure giudiziarie per molte aziende aperte verso la fine degli anni '90, che, non avendo avuto risposte di governo che sarebbero servite, stanno consegnando un intero patrimonio di lavoro nelle mani degli ufficiali giudiziari. “E' il caso dell'azienda di Leonardo Conte, -continua Fabbris-, la prima azienda allevatrice di Basilicata a fare biologico (quando scegliere questa modalità produttiva era un coraggioso rischio imprenditoriale) che, messa in ginocchio da una maldestra e infondata operazione di sequestro prima e macellazione coatta poi degli animali negli anni '90, non si è più ripresa da un danno economico insopportabile imboccando la strada di una crisi finanziaria che ha visto pignorare i suoi beni. Una parte significativa dell'azienda Conte è stata venduta all'asta nelle settimane scorse ed è stata comprata per qualche decina di migliaia di euro a fronte di un valore di circa mezzo milione. Il frutto del lavoro di una generazione di allevatori corre il rischio, così, di passare di mano insieme allo straordinario patrimonio di saperi e capacità avanzate che questa azienda che ha accumulato, arrivando a produrre con gli animali (porci e scrofe come ama definirli Leonardo Conte) liberi al pascolo e, comunque, con metodi naturali e non industriali. Nessuno potrà entrare nell'azienda Conte". Il programma di martedì 19 inizia alle ore 13 presso l'azienda di Leonardo Conte in località Madonnelle nel Comune di Tursi al confine con il territorio di Policoro (percorrere la strada asfaltata fino alla fine, superare le due colonne di mattoni,  300 metri più avanti si arriva in azienda). Dopo una colazione si andrà tutti sulla terra per occuparla e dove, contestualmente, è convocata l'assemblea costitutiva dell'associazione che prenderà possesso della proprietà per condurla e lavorarla. 

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