domenica 5 settembre 2010

Francesca Alotta si è innamorata dello Jonio lucano

Amore a prima vista. L’oggetto del desiderio è il mare di Policoro e il
patrimonio naturalistico che lo circonda. Protagonista di questa storia, come
tante in questi giorni in riva alla Jonio, nello specifico al Circolo Velico
Lucano, è la cantante Francesca Alotta. «Ero per un concerto a Pisticci -
racconta - e pur non rientrando nei miei programmi, mi sono fermata per una
settimana a Policoro. C’ero stata tanti anni fa, nel 1992, anche allora ad
agosto, per un concerto al campo sportivo. Cantavo “Non Amarmi” assieme ad
Aleandro Baldi, autore anche del testo, avevamo vinto all’inizio di quell’anno
il Festival di San Remo”. Al Circolo velico lucano, la cantante Alotta era
stata invita da un’amica per trascorrere una giornata al mare. «Sono rimasta
stregata dal questo posto e mi sono fermata per una settimana. Senza accorgermi
- sorride Francesca - improvvisando tante canzoni alla sera, in riva al mare,
con un gruppo di ragazzi, tra cui tanti diversamente abili, che si sono
trasformati nel mio staff per improvvisati concerti serali. Mariano (un ragazzo
di Parma disabile, ndr), che canta molto bene, è diventato la mia guardia del
corpo». Un’attenzione particolare della cantante palermitana, che ora vive a
Roma, per un mondo cosiddetto fragile, che nel Circolo velico lucano, ha piena
cittadinanza, come tutti gli altri ragazzi. La cantante è in compagnia del
presidente del Circolo velico lucano, Sigismondo Mangialardi, e del prof.
Nicola Mangialardi, luminare a livello nazionale della chirurgia cardio-
vascolare, che ogni anno si concede una settimana di relax nelle acque del mar
Jonio, in coincidenza con la disputa del Trofeo Mediterraneo. Sollecitata a
dire qualcosa di Policoro, così conclude: «Attendete che vi dica che questo è
un posto meraviglioso? Non ve lo dico, ci tengo soprattutto a sottolineare la
grande disponibilità della gente. Credo che questo sia il valore aggiunto, che
rende questo luogo così diverso, le sue persone la sua ospitalità».

Nicola Buccolo
fonte La Gazzetta della Basilicata

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