Ha fatto più di 1200 chilometri per rientrare vicino casa, Acri (Cs), dopo l’esperienza a Gorizia al “Gabriele D’Annunzio” nel profondo nord dove davanti ad un precario della scuola che minaccia proteste forti si dice: “terrun’ vai a lavurar”. Ma lei, Carmela Bombina Giudice, ha portato quel pizzico di umanità nella scuola da far squagliare come neve al sole anche gli algidi friulani. E dopo aver “esportato” ed insegnato il calore tipico dei meridionali, ha importato la cultura del lavoro e dell’impresa del ricco nord est. Ora si guarda all’Ipsia (Istituto professionale di Stato per l’industria e l’artigianato) “Pitagora” di Policoro con un occhio diverso. Il primo settembre la nuova preside si è insediata con il sorriso tipico di chi vuole dialogare con tutti e poi decidere con idee chiare. Proprio come quando ha chiesto espressamente la sede di Policoro: “Conosco questa città –esordisce- perché tanti colleghi che l’hanno visitata ne sono rimasti colpiti per la sua dinamicità e per le sue potenzialità proiettata verso il futuro. Sarebbe stata più comoda per me un’altra località, magari vicino Acri, però ho deciso io di avvicinarmi e scegliere Policoro. Il primo approccio è stato molto positivo con tutti, con i quali ho instaurato un buon rapporto sentendo e coinvolgendo docenti e personale Ata responsabilizzandoli il più possibile sui loro diritti e doveri. E infatti vorrei puntare molto sulla comunicazione per scambiarci pareri su come rendere il piano dell’offerta formativa e progetti extracurriculari più moderni calibrandoli sull’educazione e formazione dei nostri discenti. E in questo non mi dispiacerebbe collaborare anche con gli altri istituti scolastici della città. Per ora come progetto embrionale ho quello di un certamen, (concorso letterario) su poeti e scrittori del luogo per aprire di più il territorio e i personaggi che l’hanno reso celebre (una sorta di federalismo culturale ndr). A Gorizia, il cui istituto comprendeva liceo-scuola d’arte e indirizzo tecnico, ha dato grandi risultati. E poi non trascurerò nemmeno il buon lavoro fatto dal mio predecessore, Francesco Di Tursi, su progetti specifici: uno su tutti quello contro la dispersione scolastica. Gli istituti professionali negli anni sono stati oggetto di tante mini riforme, a cominciare dalla diminuzione delle ore di laboratorio, che l’hanno reso un mix di tecnica e formazione umana di base per cui chi si diploma ha tante opportunità di scelta: più possibilità di ingresso nel mondo del lavoro, rispetto ad altri indirizzi, sviluppando una cultura di impresa; e possibilità di iscriversi all’università, soprattutto a facoltà tecniche come ingegneria”. Rispetto all’anno scolastico 2009/2010 il numero degli iscritti è rimasto sostanzialmente lo stesso: 520 un anno fa e 500 quest’anno con una prima al Chimico di Rotondella persa, ma compensata con una prima in più a Policoro.
Gabriele Elia
(fonte Il Quotidiano della Basilicata)
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