giovedì 13 gennaio 2011

Ordinanza disattesa. Il giorno della Befana nomadi ancora sul lungomare

POLICORO – Gli zingari si sono affezionatati alla città jonica. E non se ne vogliono andare più. Né con le buone né con le cattive. Le forze dell’ordine, Polizia locale in particolare, più volte hanno fatto capire loro come il lungomare, lato destro del primo parcheggio, non è un accampamento per gitani e nomadi. E allora eccoli puntualmente nei giorni di festa o nel fine settimana arrivare in riva allo Jonio, stendere i panni sul lungomare, aprire sedie a sdraio, apparecchiare, la classica pennichella e poi all’imbrunire tagliare la corda per andare altrove. E lo fanno con una naturalezza tale da non meravigliare più nessuno. Nemmeno i passanti del posto che si recano sulla Duna alla ricerca di un po’ di tranquillità. Così il giorno della Befana sono stati avvistati: stesso luogo, stesso punto e stesse abitudini e senza nessun contrasto, almeno fino alle 14:00: è stata festa anche per loro. Ignari di un’ordinanza sindacale firmata nei giorni scorsi dal primo cittadino di Policoro, Nicola Lopatriello, sulla tolleranza zero che tanto rumore ha fatto. Tanto da aver scomodato anche il servizio pubblico della Rai. Forse nessuno li ha messi al corrente che sono “indesiderati” in città non solo a mare ma su tutto il territorio comunale. Infatti l’ordinanza parlerebbe chiaro e non ci sarebbe nemmeno bisogno di commenti. Però nessuno gliela ha fatto notare, dato che il loro peregrinare non prevede aggiornamenti in materia e per loro tutto il mondo è Paese. Come se vivessero nel mondo dei balocchi. Ma forse la colpa non è loro, ma di chi non fa rispettare le leggi e le ordinanze. Già perché l’Italia è la nazione delle leggi, regolamenti, decreti, circolari e questa proliferazione di norme e provvedimenti annessi e connessi ha scoraggiato i tutori dell’ordine pubblico. Almeno questa è la spiegazione più plausibile. Per malignare invece hanno lasciato correre dando l’idea di vivere in una zona franca incontrollata dove tutto è permesso: “tanto non succede mai niente…”. E se questo può essere vero, fino a prova contraria, nell’ordinanza le prove contrarie ci sarebbero: danni al patrimonio pubblico e sporcizia varia. Non sono elementi sufficienti per far scattare il divieto? Sulla carta si, ma in pratica no. Giovedì c’erano almeno cinquanta persone che hanno visto non solo le roulotte ma addirittura i panni stesi su una superficie di 20 metri. Possibile che nessuno ha disturbato i nomadi? A cosa servono i divieti se poi non vengono applicati? E se con il passaparola nel prossimo week end a Policoro arriveranno non due ma tre, quattro e decine di camper di nomadi cosa succederà? Ecco perché mai dimenticare il vecchio adagio: prevenire è meglio che curare.

Fonte
Il Quotidiano della Basilicata

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