giovedì 13 gennaio 2011

In mobilità i dipendenti della Argo Srl

POLICORO – Per trentuno unità lavorative del centro jonico e dintorni quello appena trascorso sarà stato il Natale più triste della loro vita. Il colpo di coda della crisi economica del 2010 ha colpito anche a ridosso delle festività di fine anno quando si augura a tutti, amici e nemici, buon anno e felice 2011. Per queste maestranze però sotto l’albero c’è stata la sorpresa che mai avrebbero voluto trovare: la mobilità. La società da cui dipendevano ha dato loro il benservito lo scorso 14 dicembre: l’Argo Srl, specializzata in prefabbricati. Lavoravano da anni alle dipendenze della famiglia Massocchi, molto conosciuta in città per aver portato negli anni d’oro del boom economico di Policoro ricchezza ed economia con le loro aziende: Polfruit, lavorazione di prodotti ortofrutticoli e Sjlca, quest’ultima operante nel settore dei prefabbricati rilevata anni fa da una cooperativa di ex dipendenti del loro stesso gruppo. Ma i Massocchi sono ancora operativi in città proprio con l’Argo, sempre prefabbricati, e poi con il colosso dell’Orogel, settore ortofrutticolo. E se per l’ortofrutta si continua a lavorare e produrre, forte sia del marchio che della fetta di mercato che occupa l’azienda emiliana, purtroppo lo stesso non di può dire dell’Argo prefabbricati. “Le commesse sono finite”, è stato il malinconico commento di un ex ormai dipendente. E così dopo anni di lavoro la proprietà ha dovuto tirare le somme e provvedere a malincuore a mandare a casa tutte le maestranze, molte delle quali non sono più giovanissime e non ricollocabili sul mercato del lavoro. E ora che succede? “Aspettiamo in primo assegno di mobilità –osserva uno di loro- entro il quattordici febbraio anche se avanziamo delle mensilità arretrate e la tredicesima”. Fino a quando durerà l’ammortizzatore sociale avranno di che vivere, ma poi si troveranno anche loro in mezzo ad una strada come tanti, purtroppo, lucani in cerca non più di un posto di lavoro, ma più semplicemente di un’opportunità di impiego in una terra dove il lavoro è veramente un miraggio tanto fa averne scoraggiato anche la ricerca. La crisi internazionale ha colpito indistintamente tutti, ma in Basilicata i morsi si sono fatti sentiti laddove quelle poche aziende presenti hanno dovuto ridimensionare l’organico o chiudere i battenti nel peggiore dei casi. Infatti il 2010 è stato su questo fronte un vero e proprio bollettino di guerra. Così non si fa altro che alimentare le speranze di una sistemazione definitiva solo nel pubblico, dato che il privato non dà garanzie; con la politica ancora più forte nella concertazione, trasformando i cittadini quasi in sudditi. A maggior ragione quando la mobilità è l’anticamera del licenziamento.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

Nessun commento:

Posta un commento