Il
17 dicembre a Policoro parte la marcia della sostenibilità per salvare il mare e
la terra dalle trivellazioni petrolifere con sindaci, le associazioni e i
cittadini dello jonio appulo-lucano-calabrese.
Tutti sono invitati a partecipare e dare il proprio contributo di dee e di
tempo per fermare lo scempio ambientale delle nostre terre, del nostro mare e
per costruire un percorso culturale, sociale e politico di sostenibilità in
campo ambientale, economico ed energetico nel rispetto degli interessi dei
cittadini e non delle lobby dell’energia. In ballo c’e il nostro presente e il
futuro delle nuove generazioni.
Nel mar Jonio delle 11 istanze di ricerca petrolifere in itinere
sono già pervenute nei comuni jonici ben 4 istanze con relativo procedimento di
Valutazione d’Impatto Ambientale Ministeriale cui i comuni, province, regioni,
associazioni e cittadini dovranno opporsi. I 4 procedimenti arrivati nei comuni
riguardano 2 della Schell (D73 e D74) e 2 dell’Appennine Energy srl (la D1448 e
la D150). Le ultime 2 dell’Appennine Energy sono le trivellazioni sottocosta
attaccate alla battigia (vicino agli ombrelloni) e riguardano due tratti di
costa, da Nova siri a Metaponto in Basilicata e da Villapiana a Rossano in
Calabria. Sono ben 6 le compagnie petrolifere che vogliono mettere le mani sul
mar Jonio.Inoltre le istanze di ricerca petrolifera sulla terraferma a macchia
d’olio riguarderanno a breve tutti i comuni costieri da Manduria(Ta) a Rossano
Calabro (parte della Basilicata è già interessata).Da Nova siri(Mt) a Roseto
Capo Spulico(Cs) i comuni hanno già ricevuto i primi nuovi procedimenti su
terraferma.
All’assalto dei petrolieri e degli interessi delle lobby petrolifere sulle
nostre coste e sui nostri mari si contro-porrà la cultura civile e democratica
dei sindaci e dei cittadini per cambiare le leggi e le istituzioni che remano
contro i nostri territori. Se ci troviamo in queste condizioni, è colpa dei
parlamentari che appoggiando il governo Passera –Monti hanno dato il via libera
ai procedimenti per trivellare i nostri mari e delle regioni che autorizzano le
trivellazioni in terra ferma(Basilicata docet). Il petrolio poco e di bassa
qualità che si vuole estrarre nello Jonio non alzerà di molto i valori economici
di quello già estratto in terraferma in Basilicata che è appena il 6% del
fabbisogno nazionale (cioè appena 22 giorni di fabbisogno nazionale), non
giustifica il sacrificio delle popolazioni meridionali sottomessi agli interessi
delle multinazionali o delle incapacità istituzionali, che di nazionale hanno
ben poco. Come le società petrolifere che vengono a perforare: sono private e
non pubbliche e dunque fanno profitti e non partecipano alla riduzione del
deficit petrolifero nazionale perché vendono al miglior offerente il petrolio
estratto da noi. All'Italia forse non lasciano nemmeno il giusto ritorno di
tasse. Le leggi sono fatte a favore dei petrolieri e non dei cittadini. I
petrolieri alle condizioni attuali trivelleranno poco alla volta tutta l'Italia
con tutti i mari, perché non lasciano nulla ai territori e non hanno severe
regole ambientali così come accade in tutte le altre parti del mondo. Se
imponiamo condizioni politiche,sociali,economiche e ambientali come nel resto
del mondo diverso i petrolieri vanno via da soli.Alla fine i territori
diventeranno dei deserti con il richio di perdere l'acqua ,vera unica ricchezza
rinnovabile e non a termine .
Il 17 dicembre è solo l’inizio di un percorso che i cittadini dello Jonio
inizieranno nelle proprie comunità per fermare le lobby dei petrolieri ,la
cultura politica del sottosviluppo e per affermare nuovi modelli sostenibili e
compatibili con i territori .
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