POLICORO – L’associazione Stelle d’Argento del centro jonico
domenica 2 dicembre con una manifestazione full immersion si è allineata ad
altre associazioni del settore nella ricorrenza dell’anno europeo
dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Nella loro sede
di via Monginevro, dapprima hanno pranzato e poi per tutto il pomeriggio hanno
trattato questo delicato problema dal nome geragogia (l'educazione degli
anziani), ovvero benessere psico-fisico-sociale. Infatti le persone anziane
negli anni a venire diverranno “maggioranza relativa” (usando un linguaggio
politico) tra le generazioni. In questa prospettiva occorre spostare
l'attenzione dal campo della sanità al campo dell'educazione declinando nei
nuovi termini la geragogia. La prima nazione a sollevare il problema
dell’invecchiamento alle Nazioni Unite è stata nel 1948 l’Argentina e poi nel
tempo la geragogia è stata inserita nei confini sanitari essendo costantemente
rivolta alla prevenzione primaria, secondaria e “terziaria” anche se mai
completamente attuata con gli obiettivi entro lo stesso orizzonte sanitario.
Comunque sia studi scientifici hanno dimostrato l’effettiva capacità delle
persone anziane di autodeterminazione e proposizione nelle persone in assenza
di patologie gravi e impedimenti ambientali. E’ stata anche l’occasione per
contribuire a far prendere coscienza alla società civile, alla politica e alle
istituzioni che i cambiamenti demografici sono un processo irreversibile da
assumere come sfida positiva. L’invecchiamento attivo è un tema di ben diversa
ampiezza – e va detto che costringe a ‘riflettere bene’ anche sugli equilibri
prefigurati dal nuovo assetto del sistema pensionistico. In effetti l’esame
della realtà dell’invecchiamento deve riferirsi alla pluralità, alla eterogeneità
e alla multidimensionalità delle situazioni economiche, sociali, familiari, professionali
delle generazioni che occupano le fasce d’età considerate “anziane”. Ci si è
posti anche il problema dell’invecchiamento attivo delle prossime generazioni
alla luce dei cambiamenti sociale e del welfare e del significato positivo
dell’ invecchiamento attivo: significa che le persone ‘avanti negli anni’ non perdono
affatto la possibilità e il desiderio di progettare
nuove esperienze di vita attiva, nonché di realizzarle, se
incontrano condizioni esterne che non siano di impedimento e magari, invece, le
aiutino a coltivare speranze, interessi, propositi e progetti di vita
eliminando la netta separatezza attuali delle stagioni della vita.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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