mercoledì 5 dicembre 2012

L’anno dell’invecchiamento attivo: gli anziani come risorsa




POLICORO – L’associazione Stelle d’Argento del centro jonico domenica 2 dicembre con una manifestazione full immersion si è allineata ad altre associazioni del settore nella ricorrenza dell’anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Nella loro sede di via Monginevro, dapprima hanno pranzato e poi per tutto il pomeriggio hanno trattato questo delicato problema dal nome geragogia (l'educazione degli anziani), ovvero benessere psico-fisico-sociale. Infatti le persone anziane negli anni a venire diverranno “maggioranza relativa” (usando un linguaggio politico) tra le generazioni. In questa prospettiva occorre spostare l'attenzione dal campo della sanità al campo dell'educazione declinando nei nuovi termini la geragogia. La prima nazione a sollevare il problema dell’invecchiamento alle Nazioni Unite è stata nel 1948 l’Argentina e poi nel tempo la geragogia è stata inserita nei confini sanitari essendo costantemente rivolta alla prevenzione primaria, secondaria e “terziaria” anche se mai completamente attuata con gli obiettivi entro lo stesso orizzonte sanitario. Comunque sia studi scientifici hanno dimostrato l’effettiva capacità delle persone anziane di autodeterminazione e proposizione nelle persone in assenza di patologie gravi e impedimenti ambientali. E’ stata anche l’occasione per contribuire a far prendere coscienza alla società civile, alla politica e alle istituzioni che i cambiamenti demografici sono un processo irreversibile da assumere come sfida positiva. L’invecchiamento attivo è un tema di ben diversa ampiezza – e va detto che costringe a ‘riflettere bene’ anche sugli equilibri prefigurati dal nuovo assetto del sistema pensionistico. In effetti l’esame della realtà dell’invecchiamento deve riferirsi alla pluralità, alla eterogeneità e alla multidimensionalità delle situazioni economiche, sociali, familiari, professionali delle generazioni che occupano le fasce d’età considerate “anziane”. Ci si è posti anche il problema dell’invecchiamento attivo delle prossime generazioni alla luce dei cambiamenti sociale e del welfare e del significato positivo dell’ invecchiamento attivo: significa che le persone ‘avanti negli anni’ non perdono affatto la possibilità e il desiderio di progettare nuove esperienze di vita attiva, nonché di realizzarle, se incontrano condizioni esterne che non siano di impedimento e magari, invece, le aiutino a coltivare speranze, interessi, propositi e progetti di vita eliminando la netta separatezza attuali delle stagioni della vita.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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