sabato 15 dicembre 2012

Acli: no trivelle neollo Jonio


Le Acli di Policoro sono state presenti con una propria delegazione al Consiglio comunale straordinario convocato il 14 dicembre, al fine di deliberare l’approvazione dell’ordine del giorno del 10 dicembre scorso contro le attività di ricerca ed estrattive di idrocarburi liquidi e gassosi nel mare Jonio. Già con le iniziative dei giorni scorsi l’associazione policorese aveva invitato l’assessore Marcello Pittella ad esprimersi pubblicamente sulla delicata questione delle trivelle nello Ionio che, sebbene ancora a livello di indagini preliminari, andrebbero a deturpare in maniera irreversibile l’immagine dello Ionio come mare pulito, che favorisce e richiama un turismo ecosostenibile. Il circolo Acli  di Policoro invita tutti i cittadini a schierarsi al fianco di movimenti e associazioni per rafforzare il no alle perforazioni in terra e in mare senza nessun compromesso con le istituzioni.Sappiamo –osserva una nota dell’associazione cattolica- che l'assessore all'ambiente della Regione Basilicata, Vilma Mazzocco, ha ricevuto  una delegazione di sindaci dei comuni interessati dalle istanze di ricerca nel Mar Jonio della Shell (d73 F.R. - SH e d74 F.R. - SH) e dell'Apennine Energy srl (d148 D.R. - CS), al fine di acquisire un loro consiglio per esprimere un parere regionale alla richiesta del Ministero dell'Ambiente rivolta alla possibilità di queste indagini esplorative sulla eventuale presenza degli idrocarburi nel nostro mare. Noi chiediamo alla Regione di esprimere  parere negativo sulle istanze di ricerca della Shell e dell'Appennine Energy srl, associandoci a quanto già espresso dalle altre associazioni ambientaliste ed invitiamo i sindaci a convocare i rispettivi consigli comunali in seduta straordinaria per  predisporre ed inviare alla regione ed al Ministero dell'Ambiente le proprie deliberazioni di netta opposizione  a questo atto unilaterale di violazione della sovranità territoriale, che passa sulle nostre teste autorizzato dalle leggi dello Stato,  ed a tenersi pronti per uno stato di mobilitazione permanente che veda anche la presentazione  di ricorsi al TAR contro le autorizzazioni ministeriali”.


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