Le Acli di
Policoro sono state presenti con una propria delegazione al Consiglio comunale
straordinario convocato il 14 dicembre, al fine di deliberare l’approvazione
dell’ordine del giorno del 10 dicembre scorso contro le attività di ricerca ed
estrattive di idrocarburi liquidi e gassosi nel mare Jonio. Già con le
iniziative dei giorni scorsi l’associazione policorese aveva invitato
l’assessore Marcello Pittella ad esprimersi pubblicamente sulla delicata
questione delle trivelle nello Ionio che, sebbene ancora a livello di indagini
preliminari, andrebbero a deturpare in maniera irreversibile l’immagine dello
Ionio come mare pulito, che favorisce e richiama un turismo ecosostenibile. Il
circolo Acli di Policoro invita tutti i
cittadini a schierarsi al fianco di movimenti e associazioni per rafforzare il
no alle perforazioni in terra e in mare senza nessun compromesso con le
istituzioni.
“Sappiamo –osserva una nota
dell’associazione cattolica- che l'assessore all'ambiente della Regione
Basilicata, Vilma Mazzocco, ha ricevuto una delegazione di sindaci dei
comuni interessati dalle istanze di ricerca nel Mar Jonio della Shell (d73 F.R.
- SH e d74 F.R. - SH) e dell'Apennine Energy srl (d148 D.R. - CS), al fine di
acquisire un loro consiglio per esprimere un parere
regionale alla richiesta del Ministero dell'Ambiente rivolta alla possibilità
di queste indagini esplorative sulla eventuale presenza degli idrocarburi nel
nostro mare. Noi chiediamo
alla Regione di esprimere parere
negativo sulle istanze di ricerca della Shell e dell'Appennine Energy srl,
associandoci a quanto già espresso dalle altre associazioni ambientaliste ed
invitiamo i sindaci a convocare i rispettivi consigli comunali in seduta
straordinaria per predisporre ed inviare
alla regione ed al Ministero dell'Ambiente le proprie deliberazioni di netta
opposizione a questo atto unilaterale di
violazione della sovranità territoriale, che passa sulle nostre teste
autorizzato dalle leggi dello Stato, ed
a tenersi pronti per uno stato di mobilitazione permanente che veda anche la
presentazione di ricorsi al TAR contro
le autorizzazioni ministeriali”.
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