POLICORO – Nicola Viceconti è uno
scrittore di origini lucane e nella serata di sabato 15 dicembre presso l’hotel
residence “Heraclea” del centro jonico ha raccontato alla platea dei presenti
gli orrori della dittatura di Videla, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, in
Argentina attraverso dei filmati e soprattutto con i suoi tre libri, uno dei
quali è invece un romanzo sull’emigrazione nel Paese sudamericano, una delle
mete privilegiate degli italiani e dei lucani che nel primo dopoguerra con la
famosa valigia di cartone hanno lasciato il Belpaese per mettere radici forti
in Sudamerica, dov’è presente una delle comunità lucane più numerose tra gli
oltre un milione che sono emigrati in tutto il mondo. “Nora Lopez detenuta N84”
ha vinto il prestigioso premio “Inedito 2012” al salone del libro di Torino e
insieme a “Due volte ombra”: “Sono romanzi –racconta Viceconti- frutto di una
intensa ricerca e testimonianza delle condizioni di vita di tanti desaparecidos
perseguitati durante la dittatura militare di Videla perché non allineati al
regime. Molti di loro sono stati torturati, con la complicità anche di quasi la
totalità della società civile, compresa una parte della chiesa. Tante le mamme
in gravidanza che dopo aver messo alla luce un bambino/a sono sparite e i loro
aguzzini sono diventati i genitori adottivi per portare avanti il progetto di
pulizia ideologica. I più fortunati sono stati liberati dai militari, i quali
con questo gesto seminavano il terrore tra la popolazione interessata proprio
perché i liberati, a loro insaputa, diffondevano il “credo” del regime e le
pene da espiare per chi non era omologato”. Questi due libri sono un trattato
sui diritti umani violati e contro i crimini sull’umanità perpetrati nel tempo
e purtroppo ancora attuali in molte zone del mondo: “A partire dagli inizi
degli anni ’80 –continua Viceconti- con i ritorno alla democrazia e libere
elezioni vinte dal presidente Alfonsìn, piano piano l’Argentina è ritornata
alla normalità; però solo a 25 anni di distanza dalla dittatura stanno venendo
a galla le responsabilità dopo i relativi processi. Sono ben 920 gli ergastoli
comminati dalla magistratura argentina contro i torturatori. Oggi quel passato
difficilmente potrà ritornare con quelle stesse modalità, ma c’è un’altra forma
di dittatura, più soft, dalla quale ci dobbiamo difendere: quella dei poteri
economici, finanziari e bancari che con la loro forza possono isolare intere
nazioni dal contesto internazionale proprio come l’embargo nel diritto
internazionale. Però non mancano forme di protesta impensabili negli anni del
potere militare (1970 ndr) come la rete informatica con i suoi scambi di
informazione e comunicazione in tutto il globo. E abbiamo avuto una conferma della
loro forza con le sommosse in Maghreb negli ultimi tempi”. Di tutt’altro
genere, ma sempre ambientato in Argentina, il libro: “Campansita”, in cui il
filo conduttore è l’emigrazione. Ambientato nel 1926 narra la storia di
fantasia di un emigrante di Acerenza (Potenza) che, ricoverato in Argentina,
racconta ad un’infermiera di un amico che aveva abbandonato il figlio. Un libro
sulla ricerca dell’identità perduta per tanti discendenti di emigranti lucani
che è stato anche oggetto di un cortometraggio di Alfredo Santucci: “Hablar
alla luce del sole” ambientato in Val d’Agri dove uno dei protagonisti ritorna
per conoscere la propria terra natia. L’appuntamento culturale è stato
organizzato dall’associazione presidio del libro “Magra Grecia” della
direttrice della biblioteca cittadina, Angela Delia, e ha visto la
partecipazione anche dell’assessore comunale alla Cultura Massimo Scarcia e del
presidente dimsissionario della Commissione regionale lucani Antonio Di Sanza; inoltre
è stata intervallata dai classici balli argentini. Primo fra tutti il Tango.
Gabriele Elia
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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