POLICORO
– L’incendio di domenica nel primo pomeriggio ha ricordato per certi aspetti
quello di due estati fa, quando le fiamme sul lato destro del lungomare
centrale partirono dalla pineta della zona Idrovora per poi propagarsi quasi
fino alla zona Lido. Fiamme alte come grattacieli allora come ora, Vigili del
fuoco pronti a combattere contro un nemico più alto di loro, volontari e
forestali a proteggere persone e cose che si potessero salvare. Domenica la
seconda puntata del film d’orrore viene raccontato direttamente da coloro i
quali sono in trincea di questi periodi per allestire lidi e strutture balneari
in vista dell’imminentissima estate: “Per poco –spiega la signora Faraco del
lido “La Conchiglia”- non rimanevo chiusa dalle fiamme…Sono rimasta scioccata
dalla forza della natura. Quando ho visto le fiamme che si avvicinavano
all’arenile ho temuto il peggio e in quel momento ho pensato a mille cose. Ho
telefonato a Carabinieri e 115 dei Vigili del fuoco gridando a squarciagola:
venite subito a mare c’è un incendio! Fate subito! Mamma mia che paura!”. Ma si
poteva evitare l’ennesimo disastro ambientale? “Quante volte in passato e nel
presente ho sollecitato le istituzioni –continua- per la pulizia dell’arredo
urbano circostante. C’è l’erba alta e secca nella pineta per non parlare poi
anche di un catamarano abbandonato che qualcuno ha buttato proprio qui di
fronte. Il mio appello è caduto nel vuoto. Se avessero approvato il piano dei
lidi con le nostre strutture nella pineta sporca come una pattumiera saremmo
morti tutti carbonizzati”. Il suo lido fortunatamente non è stato interessato
dall’incendio, così come il Bambulè e un chioschetto del lato sinistro della
Duna centrale. Il forte vento però ha portato le fiamme verso la parte centrale
del lido e a farne le spese è stato lo “Sporting Beach” di Massimo De Lorenzo. Domenica
sera era tutto distrutto: “50 mila euro di danni subiti. Era quasi tutto pronto
per l’apertura, mancavano soltanto i salottini e qualche altro dettaglio. E
pensare che quest’anno avevo deciso di aprire prima…Comunque non mi scoraggio e
già da subito sono pronto a rimboccarmi le maniche per ripartire. Ho solo un
rammarico: l’ho saputo non dai miei colleghi balneari ma da un mio cugino in
città! Ero a casa a pranzare prima di ritornare per ultimare i lavori, e quando
mi ha telefonato sono subito ritornato sul posto e davanti mi sono ritrovato
giorni e soldi di investimento andati, purtroppo, in fumo”. Mai metafora fu più
azzeccata. Anche la pineta antistante, presidiata dai
pompieri e gli agenti della forestale per tutta la notte tra domenica e lunedì,
si presentava violentata nella sua integrità e bellezza. Il disastro ambientale
poteva mietere anche danni alle persone, che fortunatamente non ci sono stati
ma soltanto per puro caso di un destino che questa volta è stato benevolo. Se
l’incendio avesse colpito il camping “Policoro Village”, staremmo qui a
raccontante un’altra pagina nera della storia della città jonica: “Ho fatto
investimenti –sostiene Antonio Lavieri- di svariate migliaia di euro e in pochi
attimi stava andando tutto a rotoli. La nostra struttura in legno è immersa
nella pineta e figuratevi cosa sarebbe successo se le fiamme ci avessero
invaso. Siamo letteralmente abbandonati da tutti e già da domani (lunedì ndr) a
mie spese utilizzando il “tarupo” farò pulire l’area circostante da erbacce e
sterpaglia e poi, dopo aver inviato una lettera del mio avvocato alle
istituzioni, provvederò con un gruppo di boscaioli ha creare le linee
tagliafuoco che non ci sono. Non c’è prevenzione, tutti se ne fregano e si
ricordano di noi solo quando devono venire a battere cassa…Voglio vedere se
qualcuno avrà il coraggio di denunciarmi perché come privato faccio le cose che
dovrebbe fare il pubblico”. Non si capisce bene da dove abbiano avuto origine
le fiamme, anche se i Carabinieri della locale compagnia stanno indagando, però
l’ipotesi più plausibile è quella accidentale. Forse con troppa leggerezza si è
dato fuoco ad un cumulo di carte ed erba.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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