“I
nuovi locali del Servizio per le tossicodipendenze di via Puglia a Policoro non
sono idonei alla tipologia della prestazione sanitaria. Prestazione delicata
per il necessario rispetto della privacy dei pazienti, ma anche per la
difficile convivenza con residenti e fruitori dei numerosi locali commerciali
dell'area”. A tornare sulla questione, nella doppia veste di consigliere
regionale del Pdl e di medico, Mario Venezia. “L'Asm – sottolinea - ha delocalizzato
il Ser.T dall'ospedale di Policoro verso un edificio nei pressi della via del
Cimitero di proprietà di un privato cittadino, adottando una decisione
inopportuna ed illegittima”. Il consigliere, ad oltre un mese dal
trasferimento, evidenzia “la totale e completa violazione del diritto alla
privacy degli utenti del Ser.T. Ma – aggiunge - c’è di più, infatti, nello
stesso stabile del nuovo Ser.T è già operativa una Casa famiglia per minori in
affido. E’ facile immaginare come due mondi affini per disagio ma in conflitto
per la tipologia del paziente, possano realmente entrare in conflitto. Neanche
la presenza della Casa famiglia, che come è noto accoglie bambini in condizioni
di disagio, e che dovrebbe essere ospitata in strutture ‘protette’, è stato
considerato elemento discriminante per l'accreditamento della struttura a
ospitare il Ser.T. Da considerare anche la questione di una possibile
inidoneità della struttura ad ospitare il servizio medico. La decisione assunta
dall'Azienda, quindi, invece di limitare il problema, contribuisce ad
accrescerlo, con grave pericolo per gli utenti”. “Per tale situazione –
aggiunge ancora l’esponente del Pdl - l'Asm ha considerato la struttura quale
sede accreditata per ospitare servizi prima ubicati nella struttura pubblica
dell’Ospedale Civile di Policoro e poi trasferiti in edifici di proprietà
privata, con conseguente incremento delle spese come i canoni d’affitto per il
godimento di beni di terzi. Per ragioni di sintesi cito il solo caso relativo
al pagamento del canone di locazione a carico dell'Asm che, da notizie apprese,
corrisponderebbe a 5mila euro mensili che, moltiplicati per anni 6 (più 6 come
le normative contrattuali d’affitto prevedono), corrisponderebbe ad una somma
notevolmente gravosa da far pesare sulle tasche dei cittadini”. “Alla luce di
questi elementi - conclude Venezia - valuterò l'opportunità di sottoporre la
questione all'attenzione degli organi giudiziari competenti e formalmente, al
garante per la privacy, chiamato a pronunciarsi su una probabile violazione
della normativa in materia. Quello che chiedo alla Giunta De Filippo e all’
assessore Martorano è se, ad oltre un mese dal trasferimento del Ser.T., sia
sufficiente sensibilizzare il Governo regionale affinché individui una nuova
soluzione o, al contrario e a tutela della salute dei cittadini, investire del
problema, addirittura, l'autorità giudiziaria. Alla Giunta della Basilicata
rammento che la questione in oggetto riguarda un servizio pubblico del Sistema
sanitario nazionale dedicato alla cura, alla prevenzione ed alla riabilitazione
delle persone che hanno problemi conseguenti all'abuso di sostanze psicoattive
(droghe o alcool) che generano dipendenza dalle stesse. “La struttura di
Policoro – fa presente il consigliere - oltre ai numerosissimi pazienti,
dispone di una propria pianta organica, definita periodicamente dalla Regione
dove vi sono operatori altamente professionali, qualificati e specializzati
proprio nel trattamento delle dipendenze da sostanze psicoattive. Medici, infermieri
professionali, educatori professionali, assistenti sanitari, assistenti
sociali, psicologi e personale OTA (Operatore Tecnico per l'Assistenza),
professionisti che lavorano in condizioni di precarietà anche per l' assenza di
guardie giurate per la vigilanza delle sostanze stupefacenti utili per la cura
dei degenti ”.
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