Assolti due volte. Sempre
perché «il fatto non sussiste». Lo ha deciso giovedì pomeriggio la Corte
d’appello di Catanzaro confermando la sentenza di primo grado nei confronti di Vincenzo
e Marco Vitale, difesi da Aldo Casalinuovo, Giancarlo Pittelli e Riccardo
Laviola, titolari della struttura turistica “Marinagri”; Nicolino Lopatriello,
ex sindaco del Comune di Policoro, difeso da Filippo Vinci e Piermaria Lista; e
Felice Viceconte, dirigente del settore Urbanistica dello stesso Ente difeso da
Francesco Viceconte. Si è concluso così il processo di secondo grado per
l’ultimo stralcio dell’inchiesta sulle «toghe lucane», avviata a suo tempo dall’ex
pm di Catanzaro Luigi De Magistris, che aveva ipotizzato l’esistenza di un
comitato politico-affaristico giudiziario operante in Basilicata. Il suo
successore, Vincenzo Capomolla, avrebbe drasticamente ridimensionato l’impianto
dell’accusa, ma sui presunti illeciti per la realizzazione del complesso
turistico “Marinagri” di Policoro sarebbe andato fino infondo, chiedendo il
rinvioa giudizio per Vitale padre e figlio, l’ex sindaco Lopatriello e il
tecnico Viceconte. Lo scorso 3 maggio il procuratore generale Eugenio Facciolla
aveva chiesto la condanna per tutti e quattro, sia pure al minimo della pena.
Ma con la decisione di giovedì è arrivata l’ennesima conferma che ’iter
amministrativo per la realizzazione di Marinagri sarebbe stato perfettamente legittimo,
e che nessuna delle contestazioni mosse dagli inquirenti era fondata, oggi come
allora. Nessuna violazione edilizia e nessuna truffa ai danni del ministero delle
Attività produttive che ha
concesso un piccolo
contributo per la realizzazione del villaggio turistico. «Clamoroso», hanno
commentato a caldo i legali di Nicola Lopatriello, Filippo
Vinci e Piermaria Lista, che
hanno ribadito come il loro assistito avesse affermato fin dall’inizio la sua
completa estraneità rispetto ai fatti contestatigli dall’allora pm De
Magistris, senza che nessuno gli desse ascolto sul serio. «La correttezza istituzionale
del nostro assistito- hanno aggiunto i due legali - ora è stata compiutamente dimostrata
sia nel dibattimento di primo grado che in quello d’appello. Sebbene aggredito
nella propria immagine istituzionale, avendo fornito risposte chiare e precise
alla magistratura, Lopatriello risultato assolutamente estraneo alle accuse,
che a questo punto possiamo dire che si sono davvero rivelate clamorosamente
infondate e sono state mosse ingiustamente nei suoi confronti». Ora la Procura
generale di Catanzaro farà un ultimo tentativo in Cassazione? Si vedrà. Come si
vedrà se alla fine qualcuno chiederà conto alla Giustizia di un’inchiesta che
ha avuto riflessi economici considerevoli e si è risolta nel nulla. Ma per
questo potrebbe essere necessario aspettare ancora un’altra sentenza prima:
quella sulle cosiddette “toghe lucane bis”.Gli atti dell’ex pm De Magistris sono
stati acquisiti integralmente.
Fonte
Il Quotidiano della
Basilicata
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