POLICORO - Dopo il “cinema per
lo sviluppo del territorio” e “il cinema come opportunità di marketing
territoriale”, la Summer school, organizzata dalla Fondazione Eni Enrico Mattei,
in partnership con il Gruppo Sole 24 Ore, ha fatto tappa, mercoledì mattina, per
la terza giornata del ciclo di workshop sul “Cine - turismo”, nella location
del resort di Marinagri a Policoro. Filo conduttore, in questa occasione, il
coinvolgente
workshop dedicato al “Cinema
e la sua filiera industriale” con il leit-motiv su: «Il Progetto artistico e
ideativo
- la struttura e
l'organizzazione produttiva di un film». A parlarne è il direttore Multimedia Lab
– Cattid La Sapienza, Università di Roma, il professore Ginadomenico Celata, il
giovane produttore Andrea Iervolino e il ricercatore della Fondazione Eni
Enrico Mattei, Delio Colangelo. A coordinare i lavori, l'esperta di
comunicazione culturale e relazioni istituzionali, delegata Ferpi cultura, Elisa
Greco. Il momento formativo si è configurato immediato, con un dibattito
aperto, sollecitato dalla Greco sul «prodotto filmico nella sua dimensione industriale»,
tra i giovani corsisti e i relatori. Un confronto sul valore ed i nuovi scenari
della produzione cinematografica. «L'investimento nell'audiovisivo e, in modo
particolare, nel cinema -ha evidenziato il professore Celata- è ad alto
rischio, perchè si pone in un mercato, quello del “consumo del tempo libero”, altamente
concorrenziale. Come investimento, il cinema potenzialmente –ha continuato- è
in grado di garantire al territorio su cui si concentra, un aumento dei redditi
locali attraverso l'applicazione del moltiplicatore keynesiano (che uno studio
del 2004 dello stesso Celata ha stimato pari a 3- 3,5 per il cinema)». Da
questo punto di vista, in una fase in cui la competizione tra sistemi
territoriali avviene sulla base della specializzazione produttiva, per un territorio
può risultare strategico specializzarsi in un singolo segmento della filiera
cinematografica. «Una regione come la Basilicata -ha spiegato- potrebbe trovare,
ad esempio, nell'innovazione tecnologica avanzata applicata alla fase della
post-produzione il proprio vantaggio competitivo. Una possibile declinazione, potrebbe
essere rappresentata dal recupero delle sale cinematografiche dismesse nei
piccoli comuni attraverso la digitalizzazione». Un altro aspetto su cui il
cinema può agire, è rappresentato dalla costruzione e successiva trasmissione dell'immagine
del sistema territoriale. «Su questo aspetto, la Film Commission può svolgere –ha
aggiunto Celata- un ruolo fondamentale, definendo l'immagine che vuole
trasmettere, la tipologia di professionalità da formare sul posto, gli
obiettivi in termini di flussi turistici. Sulla base dei risultati raggiunti nelle
diverse esperienze maturate dallo stesso territorio, si evita di perdere delle
occasioni di sviluppo locale».Mentre per il ricercatore
della Feem, Colangelo «è sul
rapporto tra produzione cinematografica e territorio si è tornato a discutere
delle Film commission, come attore fondamentale per realizzazione di prodotti
che possano coniugare il valore artistico a quello di promozione territoriale».
Colangelo, ha offerto una panoramica delle Film commission italiane e
presentato alcuni casi studi che, anche nell'ottica della futura Film commission
lucana, mostrano l'importanza strategia di tale ente».
Fonte
Il Quotidiano della
Basilicata
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