POLICORO – Martedì 12 giugno il
comitato acqua pubblica del centro jonico che vede Giovanni Lasalandra tra i
promotori è sceso in piazza Eraclea per l’ennesima attività di divulgazione e
sensibilizzazione sul rispetto del principio di legalità e in particolare i due
referendum del 12/13 giugno 2011 sull’acqua: a distanza di un anno non si abbassano
le tariffe togliendo il 5% del profitto dall’acqua, non si rende pubblica la
gestione dell’acqua togliendola alle società per azioni, non si tutela l’acqua
dalle trivellazioni petrolifiere. Queste le rivendicazioni del comitato civico.
E ricordano che nel mondo un miliardo e
300 mila persone non hanno accesso all'acqua potabile ma in Italia
continuiamo a sprecarla come nulla fosse: i nostri impianti sono malmessi e ne
perdono per strada più di un terzo, il 38%. Per sistemare le cose servirebbero
65 miliardi di euro in 30 anni, dice uno studio di Althesys, una società
indipendente di ricerca. Ma fra incertezza delle norme e crisi economica gli
investimenti sono fermi, nelle città le tubature continuano a gocciolare mentre
nel resto del mondo si muore di sete. “Il vero nodo è proprio quello del
profitto. Nonostante il risultato del referendum continuiamo –osservano i componenti
del comitato- a pagare la cosiddetta remunerazione del capitale, che in
bolletta pesa tra il 10 e il 20%. È vero che la soluzione non è semplice dal
punto di vista tecnico ma dopo un anno non si è mossa una foglia e il Forum
dell'acqua ha lanciato una campagna di «obbedienza civile»: in 20 mila, un po'
in tutta Italia, hanno calcolato per conto loro quella voce in bolletta e hanno
deciso di non pagarla”. Il Comitato chiede ai sindaci di convocare l’assemblea
AA.TO. per abbassare le tariffe e trasformare Acquedotto lucano Spa e Acqua Spa
in società di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini nella governance.
In alternativa uscire da Acquedotto lucano e gestire l’acqua attraverso un consorzio pubblico locale e infine un piano
di tutela delle acque e dighe dall’inquinamento delle estrazioni petrolifere.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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