Fumata grigia all’udienza preliminare, sul presunto giro di tangenti per l’appalto della pubblica illuminazione a Policoro. Il 28 mattina, il Gup Rosa Bia ha preso atto del legittimo impedimento di un legale della difesa, rinviando l’udienza al prossimo 24 aprile. Gli indagati nell’operazione della Guardia di finanza, denominata “Sistema Policoro”, sono persone tra ex amministratori, dirigenti e imprenditori locali e baresi. In tutto 13 persone, accusate a vario titolo di istigazione alla corruzione, corruzione aggravata e per la parte politica anche falso ideologico. I pubblici ministeri Rosanna De Fraia e Celestina Gravina hanno già argomentato nei giorni scorsi i capi d’accusa, con riferimenti ai risultati delle indagini. Ma sul buon fine del procedimento preliminare, grava anche un’eccezione tecnica presentata da tutti gli avvocati della difesa, che hanno fatto presente all’ufficio del Gup la probabile palese incompatibilità del giudice Bia, che non godrebbe della terzietà necessaria ad esprimersi, per un eventuale rinvio a giudizio. Il motivo tecnico risale al 6 settembre 2010, quando la stessa dottoressa Bia, in qualità di Giudice per le indagini preliminari, firmò un decreto di proroga delle intercettazioni ambientali e telefoniche a carico degli indagati. L’articolo 34 del Codice di procedura penale stabilisce che il giudice “giudicante” non debba mai aver indossato le vesti del giudice inquirente per il medesimo procedimento. In altri termini, il magistrato chiamato a valutare la posizione degli indagati in fase di udienza preliminare, non deve aver preso visione degli atti nella fase istruttoria, ovvero durante il lavoro investigativo coordinato dalla pubblica accusa. Questo per non perdere la serenità e la terzietà necessaria ad esprimere la valutazione finale. Ora potrebbe accadere che, in attesa della prossima udienza, l’ufficio proceda a sostituire il Gup Bia, oppure che la sostituzione avvenga dopo, con un ulteriore slittamento della data utile per conoscere il destino dei 13 indagati. In un caso o nell’altro, l’eventuale rinvio a giudizio potrebbe arrivare a pochi giorni dalle elezioni, visto che la data già stabilita del voto è il 6 maggio.
Fonte Il Quotidiano della Basilicata
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