In una classifica realizzata dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) la struttura complessa di chirurgia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Policoro è risultata seconda a livello nazionale per percentuali di interventi chirurgici per l’asportazione della cistifellia, realizzati con tecnica Laparoscopica, che è mini-invasiva e, oltre a ridurre la sofferenza, consente una più rapida dimissione e guarigione dei pazienti. I dati, relativamente al 2010, sono stati pubblicati nei giorni scorsi dal quotidiano economico “Il sole 24ore”. La percentuale di interventi in laparoscopia per la Colicistectomia nell’ospedale Giovanni Paolo II di Policoro, rapportata a quelli realizzati con la tecnica invasiva tradizionale, per la colecistectomia è del 96,70%. Al primo posto ex aequo vi sono il policlinico San Pietro di Bergamo e l’ospedale Città di Castello di Perugia ( 96,90% ), mentre il secondo posto il nosocomio jonico lo condivide con l’ospedale civile SS Trinità di Pescara e l’ospedale civile SS Antonio e Biagio di Alessandria. Gli interventi di Laparoscopia all’Ospedale di Policoro dal 2005 vengono eseguiti dal dott. Vincenzo Sassone, che è anche direttore della struttura complessa di chirurgia, e dalla sua équipe. La tecnica chirurgica Laparoscopica è tra le più moderne innovazioni che si sono affermate in questi ultimi anni in chirurgia generale e d'urgenza.
“Questo risultato è stato possibile raggiungerlo- ha dichiarato il dott. Sassone - solo grazie alla collaborazione attiva di tutto il personale medico e non della struttura complessa di chirurgia, della sala operatoria, degli anestesisti e della amministrazione aziendale, che già da alcuni anni ci ha dotati di una strumentazione di ultima generazione che ci consente di adottare le tecniche più innovative e di intervenire anche nei casi più complessi.” Il direttore generale dell’Asm Giampiero Maruggi ha espresso soddisfazione per la notizia, sottolineando che : “solo raggiungendo con la collaborazione di tutti simili risultati, è possibile ridurre l’emigrazione sanitaria ed utilizzare le risorse per offrire agli utenti servizi di eccellenza.”
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