"Dopo l'Appenine Energy Srl e la Shell anche l'Eni presenta, con l'istanza d 67, richiesta di cercare idrocarburi nel Mar Jonio ma in questo caso rispetto a tutte le altre società petrolifere, l'Eni ha ricevuto anche l'esclusione Via (Valutazione d'Impatto Ambientale) per la fase iniziale". Lo rende noto il Comitato Mediterraneo No Triv, che spiega: "L'esclusione della Via preclude ai comitati di cittadini di poter partecipare attivamente ad una fase amministrativa importantissima escludendo, di fatto, la possibilità di presentare osservazioni ed esprime parere negativo alla ricerca di idrocarburi in mare a causa del grave pericolo di danno ambientale che tale attività industriale comporta.
E' per questo motivo che il Comitato Mediterraneo No Triv ha deciso di inviare,
al Ministero dell'Ambiente, richiesta di motivazione della esclusione Via
(Valutazione d'impatto Ambientale) per l'istanza dell'Eni. In effetti, per la
prima volta un comitato di cittadini si avvale di una direttiva della Corte di
Giustizia Comunità Europea che nel 2009 ha indicato l'obbligo delle autorità
amministrative competenti di comunicare ai cittadini che ne hanno fatto
richiesta, dei motivi per i quali la decisione di esclusione della valutazione
degli impatti ambientali è stata assunta. Inoltre, il Comitato Mediterraneo No
Triv - prosegue il comunicato - chiede che il Ministero dell'Ambiente non
si limiti a considerare ogni singola istanza delle società petrolifere separatamente
ma di valutarle complessivamente. Se una sola richiesta di ricerca e poi di
estrazione di petrolio in mare può avere conseguenze anche gravi sull'ambiente
e sulla salute dei cittadini, appare quanto meno necessario considerare tali
effetti moltiplicati per ogni singola autorizzazione richiesta dalle società
petrolifere".
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