Il lavoro è un «valore non
negoziabile». L'affermazione di monsignor Giovanni Ricchiuti pronunciata nel
corso del week end sociale (16/17 febbraio) celebrato a Policoro (Padre
Minozzi) dalla conferenza episcopale di Basilicata e dalla commissione
regionale per il laicato dal tema: “Famiglia e lavoro per lo sviluppo del
Mezzogiorno”. Durante i lavori il prelato ha sostenuto che il lavoro è non solo
un monito a chi dovrebbe governare i processi economici, ma anche una condicio sine qua non, che serve
all'uomo per promuovere la propria dignità e alla famiglia per realizzare le
aspettative che le sono proprie. A far riflettere i convenuti nella giornata
dei giorni scorsi, c'era l'economista lucano, Nino D'Agostino. Il focus della sua
relazione è stata ovviamente incentrata sul lavoro. Un lavoro che, in una
realtà come quella meridionale, è una delle urgenze da affrontare. Ma chi sono
gli attori su cui far leva? Prima di tutto la politica che da una parte deve
«organizzare la spesa pubblica in funzione dello sviluppo, dell'interesse
collettivo e non soltanto per creare consenso» e dall’altra «distribuire le
risorse con criteri di giustizia sociale, aggredendo prioritariamente il tema
della povertà e dell'esclusione sociale». C’è poi il ruolo che devono avere le
imprese. «Nuova occupazione - ha detto D’Agostino - si ha quando si è
competitivi, in un mercato dei beni che tira, che apre nuovi spazi di
collocamento dei prodotti» ma per essere competitivi bisogna tener conto «della
pressione fiscale, il costo del lavoro, quello dell'energia, l'accesso al
credito». Ma attori nel processo economico sono anche i giovani che devono
«saper cogliere le opportunità che ci sono» e «accettare il rischio d'impresa».
D’Agostino ha auspicato un “piano del lavoro” come strumento fondamentale per
risponde ai morsi della crisi auspicando una «economia sociale di mercato come
modello di sviluppo dell'economia che concili la libertà di mercato con la
giustizia sociale, armonizzandole tra di loro». Ma per fare tutto questo c’è
bisogno di «un cambiamento» e non assecondare lo status quo. D’Agostino
guardando alla realtà lucana ha parlato anche di «questione lavoro al
femminile». «Lo sviluppo della regione - ha detto - coincide in massima parte
con la questione femminile». E ha aggiunto: «la disoccupazione femminile è uno
spreco di risorse umane che non ci possiamo permettere» che «non è soltanto
ricerca di pari opportunità lavorative e reddituali» ma anche e soprattutto
«questione demografica: senza la ricomposizione
in tempi brevi del tessuto
demografico regionale non si va da nessuna parte». Ad aggiungere altri spunti,
ci ha pensato l’arcivescovo di Acerenza, Monsignor Giovanni Ricchiuti. Nella
sua omelia, durante la messa di ieri mattina ha detto che: «il week end è un
segno che va interpretato come un superamento sempre più forte delle distanze
tra clero e laici. Aiutateci nello svolgimento del nostro compito di essere
vostre guide. Il lavoro rimane di per sè un valore non negoziabile. La Chiesa
promuove i valori che gli provengono dalla "visione" che ha il suo
fondatore sull'uomo. Questi valori sono per i credenti e per non credenti; sono
per tutti gli uomini di buona volontà. A questo riguardo, desidero porre la
vostra attenzione sulla necessità di ritornare al Compendio della Dottrina
Sociale della Chiesa, dove il lavoro è inserito tra le grandi questioni del
nostro tempo e se ne parla subito dopo la famiglia, che rimane la prima
preoccupazione della Chiesa!». Le conclusioni del week end, dopo le relazioni emerse
dai laboratori sono state affidate a monsignor Francesco Nolè, vescovo di Tursi
- Lagonegro.«Essere capaci di dire e fare la verità, sempre, in ogni
situazione. Fare la verità significa mettere l'uomo al centro di ogni
attenzione. Parliamo dell'uomo che incontriamo nella disegno originario di Dio:
sua
immagine e sua somiglianza.
Non nascondiamo che il cammino non sempre è facile; ma il segreto rimane quello
di superare ogni forma di individualismo, in ogni campo. Il rapporto quotidiano
con gli altri deve essere contraddistinto da un atteggiamento
di carità vera». Infine ha
ripreso l’immagine di D’Agostino sulla «donna che salverà la Basilicata».«Dico
-ha detto Nolè- che non solo la Basilicata sarà l'immagine della donna
impegnata che si riappropria della sua originaria vocazione - che è di apporto
significativo allo sviluppo della regione -ma del mondo intero! Riproporre
allora una diaconia autentica dove la fede è la vera protagonista nelle azioni
che guidano il cristiano nel suo quotidiano».
Fonte
Il Quotidiano della
Basilicata
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