Nei giorni scorsi non sono
mancate prese di posizione pubbliche da parte di due movimenti civici Impegno
comune e Trenta, forza di maggioranza in Municipio a Policoro, contro i vertici
regionali del Pdl in vista delle elezioni politiche del 24/25 febbraio. Infatti
è stato detto che i supporters di entrambi i movimenti hanno le mani libere e
votano per chi meglio credono. Una mossa politica poco felice che isola di
fatto l’unico vero partito della coalizione di centro-destra che amministra la
città, il Pdl. Il quale deve già fare i conti con un isolamento politico dal
contesto provinciale e regionale, tutto ad appannaggio del centro-sinistra; ora
ci si mettono anche gli alleati a prendere le distanze dall’azionista di
maggioranza della coalizione. Le loro dichiarazioni discordanti rispetto a
quello che si poteva pensare, ad eccezione a dire il vero del consigliere
Ferrara (Impegno comune) che non ha mai apprezzato l’operato dei parlamentari
del Pdl, fanno pensare che l’allenanza di un anno fa è solo un cartello
elettorale e non un’ allenza politica programmatica. In un partito o coalizione
si dovrebbe stare per convinzione e non convenienza. Oltretutto alcuni degli
eletti, sia nell’una che nell’altra lista, sono stati fino ad un anno fa nel
direttivo locale del Pdl e tesserati quando il partito era gestito alla stessa
stregua di com’ è ora. Perché uscire allo scoperto ora? Sin dalla nascita nel
bene, quando ha vinto, e nel male, quando ha perso, il Pdl è stato sempre un
partito con una identità ben precisa e personalistica che ha preso decisioni
rapide, vedi la scelta del candidato sindaco alle comunali senza aspettare che
si muovesse l’apparato come nel Pd che tra primarie si e primarie no ha perso solo
tempo nell’organizzazione della campagna elettorale iniziata per loro solo
nella seconda parte di marzo, quando viceversa il Pdl era già al giro di boa
nelle case della città e si apprestava a ripassare. Oltrettutto la classe
politica candidata in posizione utile è di tutto rispetto, nonostante le
decisioni dall’alto, con Cosimo Latronico capolista alla Camera, una delle
migliori espressioni di tutta la Regione e lo stesso dicasi per Guido Viceconte
al Senato, due volte sottosegretario e coordinatore del partito di Forza Italia
prima in Puglia e poi in Basilicata. Alternative il Pdl ne ha poche poiché non
ha una classe dirigente in Regione; qualcuno c’era ma ha prefeirto fare le valigie
e poi eclissatosi in altri partiti o addirittura ritiratosi a vita privata.
Pertanto questa presa di posizione contro, a prescindere, non giova al Pdl né a
tutta la sua maggioranza, anche perché proposte altenative non se ne sono
sentite per cambiare l’organigramma del partito. Una situazione simile a
Policoro si è verificata anche nel recente passato. Il centro destra, con varie
articolazioni, vince le amministrative del 2008 con 5800 voti, nel 2009 si vota
alla Provincia e anziché appoggiare il candidato uscente, Paolo Castelluccio
(Pdl), l’allora maggioranza candida il consigliere Antonio Ripoli nella lista
della Santanchè, il fratello del sindaco con la lista Addc di Rosa Mastrosimone
disperdendo così i voti della coalizione. Risultato: nessuno dei tre andò a
Matera e Policoro perse il seggio di rappresentanza. L’anno dopo di rinnova il
Consiglio regionale e la musica non cambia: il candidato ufficiale della
maggioranza è sempre Paolo Castelluccio, solo che lo votano in pochi tra gli
amministratori: solo 1300 voti a Policoro. C’è chi si orienta verso Enzo
Ruggiero (Udc) e chi addirittura verso altri candidati pur di non votare
Castelluccio. Il resto della telenovela è storia di ieri con la maggioranza che
si polverizza terminando anzitempo la legislatura. In un quadro politico così
frastagliato, venti liste circa alla Camera e altrettante al Senato, il buon senso
avrebbe dovuto portare chi amministra a semplificare lo scenario politico anziche
complicarlo ancora di più ripercorrendo strade già imboccate senza via
d’uscita.
Gabriele Elia
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