POLICORO – La sanità jonica ancora nell’occhio del ciclone. Prima la soppressione della medicalizzata, poi il paventato accorpamento della Rianimazione all’Utic, alcuni reparti che necessitano di personale medico ed infermieristico; per il “Giovanni Paolo II” di Policoro la diagnosi è impietosa: ridimensionamento. Questo è il futuro del presidio. Dopo le proteste dell’apposito comitato, il volantinaggio di giovedì 17 dei Cittadini Attivi di Bernalda, ora l’ennesima doccia fredda anche delle visite di medicina sportiva che vengono ridotte a due volte la settimana. A lanciare l’Sos è Luigi Cappucci, noto maratoneta e fondatore dell’associazione podistica amatori di Policoro: “I cambiamenti organizzativi dell’Asm (Azienda sanitaria di Matera ndr) mi preoccupano nell’ambito della medicina sportiva. Infatti da gennaio a Policoro c’è stato un grave cambiamento dell’organizzazione delle visite e delle prenotazioni. Prima in ambulatorio erano cinque i giorni settimanali in cui si potevano effettuare le visite; con il nuovo anno i giorni sono stati ridotti a due con il conseguente allungamento dei tempi per le liste d’attesa di quasi il triplo dei giorni: da 30-45 a 120. Di conseguenza viene preclusa ogni attività agonistica e ogni attività di prevenzione tanto declamata dalle istituzioni sanitarie. L’attività agonistica richiede impegno e intensità per il nostro fisico, e pertanto le visite preventive erano il nostro punto di riferimento. Ora i disagi sono più grandi dovendo aspettare molto più tempo per sapere se siamo o meno idonei. La certificazione di idoneità sportiva agonistica in Italia è un requisito indispensabile, a tutti i livelli, per svolgere le attività in ambito: scolastico, provinciale, regionale e nazionale ed ha fini sia di prevenzione/curativo che educativo insegnando ai giovani l’importanza della prevenzione. Fino al dicembre 2010 il servizio era impeccabile anche a fronte di una mole di lavoro che raggiungeva nella fascia jonica le 1600 prestazioni mediche-sportive a fronte di almeno 10 mila iscritti alle varie federazioni sportive e associazioni presenti nel comprensorio. Ecco con questi numeri anziché confermare il servizio, viceversa lo abbiamo ridimensionato dopo tante battaglie per istituirlo. Ma i nostri sacrifici sono stati vani se quasi con un colpo di spugna e in poco tempo anni di attività sportiva e di rivendicazioni sono stati cancellati nel silenzio più assoluto. E’ proprio vero che a costruire e difficile, ma a distruggere non occorre nulla”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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