domenica 27 febbraio 2011
All’Ipsia “Pitagora” di Policoro ci sono due nuovi indirizzi scolastici
IPSIA Policoro
POLICORO – Il dibattito locale sul nuovo piano di dimensionamento scolastico continua in città tra alterni punti di vista. Da un lato ci sono coloro i quali sostengono la penalizzazione di Policoro per quel che concerne l’offerta formativa dei due istituti superiori pubblici presenti; dall’altro c’è chi canta vittoria per aver “incassato” un buon risultato per la propria scuola. Così dopo il liceo scientifico “E. Fermi”, tocca all’Ipsia “Pitagora” fare il punto della situazione scolastica. E lo abbiamo fatto che il dirigente calabrese Nella Giudice.
1) Il nuovo piano di dimensionamento scolastico regionale, dalle prime dichiarazioni, sembra aver scontentato tutti gli addetti ai lavori. Che giudizio dà Lei in generale?
“Ritengo che ci siano state delle forzature, probabilmente una lettura più accurata, attenta e realistica del territorio avrebbe portato a risultati diversi. All’inizio era partito un buon coordinamento, orientato nel senso di ridurre la frammentazione, invece l’attuale piano rischia di produrre disorientamento. Il piano di dimensionamento doveva essere un ponte tra i bisogni degli studenti e le offerte del territorio e, al contrario, mi sembra che si siano create nicchie inutili”.
2) La scuola che Lei dirige è stata “promossa” a Isis. Cosa significa in termini pratici?
“Un’offerta formativa professionale e tecnica è una ricchezza perché allarga il ventaglio di possibili sbocchi professionali. La stessa Marcegaglia afferma che ci sono 80 mila richieste per specializzati inevase e invita i ragazzi della scuola media, grandi utilizzatori di tecnologie, a cercare una vocazione tecnica e professionale”.
3) Avendo letto il piano di dimensionamento scolastico, l’Ipsia “Pitagora” di Policoro allarga la sua offerta formativa con nuovo indirizzi di studi. Quali?
“Gli indirizzi nuovi sono due e precisamente “Meccanica, Meccatronica ed Energia” e “Elettronica ed Elettrotecnica”, che si aggiungono a quegli storici: chimico-biologico (sede di Rotondella), abbigliamento e moda, elettrico, elettronico, termico e meccanico”.
4) Essi hanno dei legami con il territorio?
“Il potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale può disegnare un nuovo possibile futuro con sbocchi concreti. Le attività di laboratorio, le esperienze di stage in azienda e di alternanza scuola-lavoro creano un bagaglio di concretezza da spendere in un mercato di lavoro sempre più variegato e flessibile. Si tratta di diplomi per i quali la richiesta di lavoro è alta. Il legame con il territorio dovrebbe risultare efficace per le competenze trasversali, le abilità fortemente esperenziali ed operative che i nostri allievi acquisiscono durante il loro percorso formativo”.
5) Dopo aver conseguito la maturità nei nuovi indirizzi del Piano dell’offerta formativa chi decide di iscriversi all’università, quale facoltà è la più idonea?
“Ritengo che le facoltà scientifiche e tecnologiche siano la chiave dello sviluppo e lo sbocco universitario dei nostri giovani allievi. Scuola e università insieme possono fare molto per recuperare l’unità differenziata della conoscenza”.
6) Per chi decide invece di voler entrare nel mondo del lavoro quali sono le opportunità occupazionali?
“Attualmente c’è una fase di crisi che attraversa trasversalmente tutta l’Italia;tuttavia la dinamica sociale ed economica del sapere rendono l’istruzione professionale e tecnica uno dei trampolini di lancio, in sintonia con i dettami della società della conoscenza, in cui conta soprattutto la quantità di conoscenza acquisita, trasferita e utilizzata nel lavoro”.
7) Nelle scorse settimane avete aperto le porte dell’istituto tecnico ai genitori di potenziali alunni nell’Open Day. Che riscontro avete avuto?
“Gli studenti e le famiglie hanno bisogno di chiarezza, di essere consapevoli nei minimi dettagli del percorso formativo scolastico, per cui gli incontri sono stati improntati sul dialogo, su informazioni accurate e sul rispetto delle scelte formative dei ragazzi”.
8) Con l’approvazione del piano di dimensionamento le scuole superiori della fascia jonica sono più vicine, in generale, al territorio e alle sue esigenze?
“Il territorio come soggetto culturale è la sede di soddisfazione dei bisogni. In questo senso deve essere elemento aggregante, un incrocio culturale, da cui si diramano flussi in entrata e in uscita. A me sembra, invece, che il piano di dimensionamento regionale si sia mosso in direzione dei localismi e dei particolarismi, per cui si è persa l’occasione per un’aggregazione dei paesi dell’alto jonio, rendendola di fatto più difficoltosa”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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