giovedì 3 febbraio 2011
Altri tagli all’ospedale Giovanni Paolo II: Utic accorpata alla rianimazione. Protesta del comitato cittadino
POLICORO – Da poche settimane c’è stato il rompete le righe del comitato pro ospedale di Tinchi di Pisticci dopo le rassicurazioni della Regione sul futuro del locale nosocomio; che ora la protesta parte da Policoro. Nella serata di venerdì 28 gennaio nella locale sede Acli del centro jonico il neo-comitato si è incontrato per la seconda volta a distanza di qualche mese. Presenti i rappresentati di Cittadinanzattiva, Acli, Ola e il portavoce Ottavio Frammartino. Durante la seduta ancora una volta sono stati messi sotto le lente di ingrandimento la volontà della dirigenza dell’Asm di annettere l’ospedale di Policoro a quello di Matera, il Madonna delle Grazie, dopo l’accorpamento dell’Asl 5 di Montalbano a quella della città dei Sassi (Asl): “Riteniamo –osservano tutte le associazioni presenti- che da mesi sia in atto un impoverimento di servizi e risorse umane. La vecchia Asl 5 era un’azienda virtuosa sotto il profilo economico e ora i tagli alla sanità stanno penalizzando l’ospedale di Policoro a scapito di quello di Matera. Questo allarme non è nostro, ma ci facciamo carico delle preoccupazioni del personale sanitario dopo la perdita dell’ambulanza medicalizzata del 118, l’accorpamento dell’Utic alla rianimazione, con il conseguente taglio del personale, e senza più altri servizi di altrettanta importanza come quello dell’Urologo, Oncologo, che prima c’erano e ora non ci sono più; per non parlare poi del server delle prenotazioni che da tempo non funziona anche se non ci sono pericoli di soppressione, almeno questo ci auguriamo. Il Pronto soccorso è uno sgabuzzino e le promesse di ammodernamento vengono puntualmente ritardate”. Questo lo stato dell’arte descritto dai presenti cui si aggiunge, sempre secondo gli stessi: “i tagli milioni di euro della spesa pubblica, che hanno avuto ripercussioni sui posti letto arrivati a 107 da 227. Nonostante tutto però a Policoro le prestazioni sono ottime nella radiologia, 18599 l’anno, con soli 4 medici e anche quelle del Pronto soccorso. Oltretutto con la chiusura di nosocomi della Calabria jonica, Policoro è diventato il riferimento naturale di questi Comuni e dunque non solo siamo contrari a questo piano di ridimensionanto, ma vogliamo che venga potenziato e sia realmente il terzo polo sanitario regionale. Con la legge 502 la Regione ha l’obbligo di audire i cittadini senza decisioni unilaterali prese in spregio ad ogni forma di confronto e dialogo con i territori. Non vogliamo intraprendere azioni forti come quella di Tinchi, ma non siamo nemmeno disposti ad accettare pedissequamente tutto ciò che ci viene propinato. Già siamo penalizzati su alcuni servizi, vedi sopra, inspiegabilmente; a cui si aggiungono altri problemi: l’ecografia digitale non esiste; la privacy nel Pronto soccorso non viene garantita; lunghe liste d’attesa con l’alternativa di andare a pagamento per fare prima ma con un aggravio di costi per l’utente. Ecco l’ospedale di Policoro non è un corpo a sé, ma un territorio di riferimento, facilmente raggiungibile, da tanti cittadini”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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