POLICORO – Quinta udienza in Corte d’Assise, a Potenza, presidente Aldo Gubitosi, per l’omicidio di Francesco Mitidieri, avvenuto davanti ad un pub di via Caltanissetta nella notte tra il 7 e l’8 maggio 2005. Sono stati interrogati i testi prodotti dalla difesa dell’unico imputato del delitto, Antonio Francese, 21 anni all’epoca dei fatti, di Cassano allo Jonio (Cosenza). Francese deve rispondere anche del ferimento di Gianfranco Prillo, l’amico disabile in cui aiuto intervenne lo sfortunato ragioniere di Policoro. “Si è trattato, in particolare – ha detto Giuseppe Labriola, avvocato della famiglia Mitidieri- dell’interrogatorio di Carlo Achillea, di Policoro, autotrasportatore, il quale avrebbe riferito ad un suo collega di lavoro calabrese che l’omicidio non era stato commesso da Francese ma da Prillo. Invece, il teste aveva già detto ai carabinieri che aveva avuto paura e che per questo aveva detto quelle cose. Ieri, molte volte si è trincerato dietro i “non ricordo” ma alla fine ha ammesso di aver avuto timore. Sostanzialmente – ha concluso Labriola- ha confermato di aver avuto subito un’azione tendente a cambiare, come sul dirsi, le carte in tavola”. Sentito anche Rocco Labanca, l’amico di Achillea, che ha detto che era stato quest’ultimo a dirgli che Francese e i suoi due amici di Cassano allo Jonio che avevano preso parte alla rissa che portò al ferimento mortale di Mitidieri non c’entravano con il delitto. Discussa anche una consulenza medico legale di parte. Molta attenzione è stata data alla goccia di sangue di Mitidieri caduta sulla scarpa di Francese. Per la difesa le modalità della ferita al petto escludono la fuoriuscita di sangue. Versione contestata dall’avv. Labriola. Prossima udienza il 26 aprile.
Fonte
Filippo Mele
La Gazzetta della Basilicata
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