Nella XXXIII giornata nazionale per la vita, in programma il 6 febbraio, anche il Cav (Centro di aiuto alla vita)del centro jonico si mobilita con una manifestazione. Nella serata di sabato alle 19:00 presso la chiesa Madre Maria SS del Ponte di piazza Eraclea ci saranno delle preghiere tratte dal libro: Amen Maria di Cristina di Gesù crocifisso con intermezzi del cantautore lucano Antonio Labate e il coro polifonico “C. Monteverdi”. Mentre in mattinata, alle 10:30, sempre in piazza Eraclea le volontarie del Cav hanno previsto una giornata di sensibilizzazione. Il giorno successivo è prevista la Santa Messa nel reparto Ostetricia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” in collaborazione con Rinnovamento dello Spirito e l’Azione cattolica con la distruzione delle “Primule per la vita” e in un secondo momento la premiazione degli studenti vincitori, presso la biblioteca “Massimo Rinaldi”, del concorso fotografico dal tema: “Educare alla pienezza della vita”. Che è anche il messaggio del Consiglio episcopale permanente: "L'educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione", spiegano le volontarie del Cav, che aggiungono: "Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza della vita sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa di aiuto poiché riteniamo che alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita. Con preoccupante frequenza, la cronaca riferisce episodi di efferata violenza: creature a cui è impedito di nascere, esistenze brutalmente spezzate, anziani abbandonati, vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro. Cogliamo in questo il segno di un’estenuazione della cultura della vita, l’unica capace di educare al rispetto e alla cura di essa in ogni stagione e particolarmente nelle sue espressioni più fragili. Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso. Occorre perciò una svolta culturale, propiziata dai numerosi e confortanti segnali di speranza, germi di un’autentica civiltà dell’amore, presenti nella Chiesa e nella società italiana. Tanti uomini e donne di buona volontà, giovani, laici, sacerdoti e persone consacrate, sono fortemente impegnati a difendere e promuovere la vita. Grazie a loro anche quest’anno molte donne, seppur in condizioni disagiate, saranno messe in condizione di accogliere la vita che nasce, sconfiggendo la tentazione dell’aborto. Vogliamo di cuore ringraziare le famiglie, le parrocchie, gli istituti religiosi, i consultori d’ispirazione cristiana e tutte le associazioni che giorno dopo giorno si adoperano per sostenere la vita nascente, tendendo la mano a chi è in difficoltà e da solo non riuscirebbe a fare fronte agli impegni che essa comporta”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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