Il braccio di ferro tra Amministrazione comunale e Acquedotto lucano (Al) continua. Il primo cittadino di Policoro, Nicola Lopatriello, ritorna così su una polemica iniziata un anno fa sul dissesto stradale della rete viaria cittadina: “Ho scritto –osserva- e chiamato più volte ad Acquedotto lucano per sollecitare alcuni interventi di manutenzione ordinaria su importanti arterie stradali, ad oggi come gruviere. Infatti le imprese appaltatrici di Al dopo aver provveduto a scavare le strade per i lavori di loro competenza e di manutenzione delle condutture di acqua, non provvedono sistematicamente ai rattoppi e al ripristino della normalità nella circolazione stradale di veicoli a motore. Così ci troviamo ad avere strade piene di buche, e su alcune di esse siamo stati costretti ad installare segnali stradali provvisori per avvertire gli automobilisti della presenza di lavori iniziati e mai portati a termine. A questo punto dato che non ho avuto nessuna risposta da Al, che lo ricordo è un Ente il cui capitale sociale è in mano ai Comuni, tra cui anche quello di Policoro, e dunque inadempiente nei confronti di un azionista, non potendo più tollerare un disagio del genere, a maggior ragione sotto le festività natalizie e di fine anno, nella mattinata di mercoledì 22 ci siamo sostituiti noi stessi all’Ente subregionale e con una nostra squadra di operai abbiamo provveduto a riparare per il momento alcune strade, tipo quella di via Bologna. Ovviamente a fine lavori complessivi invieremo la nota spese ad Al, che ci dovrà rifondere tutti i costi sostenuti che non possono gravare sul bilancio comunale poiché non ci competono direttamente. In caso contrario citeremo l’Ente in giudizio e stiamo pensando di farlo per i danni certi degli anni passati. Visto che il dialogo istituzionale e le buone maniere non sono state sufficienti, mi sembrava doveroso passare alla fase due mettendo in campo le ragioni del territorio e di un’intera comunità che chiede di poter vivere in una città con una normale qualità della vita. Ed è quello che noi stiamo fornendo, almeno per le nostre competenze. Dei disastri altrui non rispondiamo in prima persona, ma faremo valere le nostre ragioni nelle sedi competenti”.
giovedì 30 dicembre 2010
Strade dissestate in città. Lopatriello: “La colpa è di Acquedotto lucano”
Il braccio di ferro tra Amministrazione comunale e Acquedotto lucano (Al) continua. Il primo cittadino di Policoro, Nicola Lopatriello, ritorna così su una polemica iniziata un anno fa sul dissesto stradale della rete viaria cittadina: “Ho scritto –osserva- e chiamato più volte ad Acquedotto lucano per sollecitare alcuni interventi di manutenzione ordinaria su importanti arterie stradali, ad oggi come gruviere. Infatti le imprese appaltatrici di Al dopo aver provveduto a scavare le strade per i lavori di loro competenza e di manutenzione delle condutture di acqua, non provvedono sistematicamente ai rattoppi e al ripristino della normalità nella circolazione stradale di veicoli a motore. Così ci troviamo ad avere strade piene di buche, e su alcune di esse siamo stati costretti ad installare segnali stradali provvisori per avvertire gli automobilisti della presenza di lavori iniziati e mai portati a termine. A questo punto dato che non ho avuto nessuna risposta da Al, che lo ricordo è un Ente il cui capitale sociale è in mano ai Comuni, tra cui anche quello di Policoro, e dunque inadempiente nei confronti di un azionista, non potendo più tollerare un disagio del genere, a maggior ragione sotto le festività natalizie e di fine anno, nella mattinata di mercoledì 22 ci siamo sostituiti noi stessi all’Ente subregionale e con una nostra squadra di operai abbiamo provveduto a riparare per il momento alcune strade, tipo quella di via Bologna. Ovviamente a fine lavori complessivi invieremo la nota spese ad Al, che ci dovrà rifondere tutti i costi sostenuti che non possono gravare sul bilancio comunale poiché non ci competono direttamente. In caso contrario citeremo l’Ente in giudizio e stiamo pensando di farlo per i danni certi degli anni passati. Visto che il dialogo istituzionale e le buone maniere non sono state sufficienti, mi sembrava doveroso passare alla fase due mettendo in campo le ragioni del territorio e di un’intera comunità che chiede di poter vivere in una città con una normale qualità della vita. Ed è quello che noi stiamo fornendo, almeno per le nostre competenze. Dei disastri altrui non rispondiamo in prima persona, ma faremo valere le nostre ragioni nelle sedi competenti”.
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