venerdì 10 dicembre 2010

A Policoro la Dc vale quanto il Pdl

Otello Marsano è tornato a casa. Nella Democrazia Cristiana. Giovedì sera 2 dicembre alle 19 in una conferenza stampa presso il Municipio convocata per l'occasione, ha spiegato le ragioni alla base della sua scelta di lasciare il Pdl. Trovano così conferma le indiscrezioni pubblicate sul Quotidiano che anticipavano la notizia. Ora Il Pdl è rimasto con tre consiglieri comunali soltanto: Domenico Bianco, Rocco Colucci e Livia Lauria. La Dc con l'ingresso dell'ex presidente del Consiglio ed ex sindaco (della Dc) è passata da due a tre consiglieri. Gli altri sono Mimmo Simone e Pasquale Suriano. In pratica la Dc a Policoro vale quanto il Pdl. Un caso più unico in Italia. «Ora -ha esordito Marsano- pretenderò rispetto. Sono stato nella Dc sin da quando avevo sedici anni, ora ne ho sessanta. Ero vice segretario regionale del Movimento giovanile, il cui segretario era Lillino Lamorte. Nel '90 a quarantenni divenni sindaco di questa città. Iniziarono dopo un po' nel '92 con l'avvento di Tangentopoli, le mie disavventure giudiziarie. Ebbi 43 avvisi di garanzia e 31 processi. Nove anni passati a difendermi nei Tribunali, tanto che mi chiamavano “avvocato”. Ne sono uscito pulito –ha continuato- e la politica l'avevo messa da parte. Troppe lacrime avevo versato. Fui imprigionato, avversato e umiliato. Solo perché rappresentavo un partito che si voleva spazzare via”. Poi il riscatto. Lento e in salita. “L'amicizia con il senatore Cosimo Latronico - ha spiegato - mi ha portato in Forza Italia. Il Pdl? Se non cambia non sarò né il primo né l'ultimo ad andare via. Ci sono anche troppe devianze morali. Vado via anche per ragioni personali. Ero stato ritenuto merce di scambio. La mia presenza veniva vista con sospetto. Non lo potevo accettare. Non vendo la mia dignità per un piatto di fagioli. Nelle mie vene scorre il sangue nobile della Dc. Ritorno - ha concluso – nella casa dei poveri, non ci sto comodo ma vivo nell'utopia che il sogno democristiano possa rinverdirsi».

Fonte
il Quotidiano della Basilicata

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