Nell’agenda politica del Pd deve ritrovare cittadinanza il Metapontino, area economicamente forte, ma che sconta ritardi nelle politiche di sviluppo messe in campo dalla Regione. Un’area territoriale trainante per l’intero territorio non può aspettare e subire i tempi della burocrazia. I due settori principali, l’agricoltura e il turismo, hanno bisogno di risposte efficaci e puntuali. Come il piano dei lidi, le politiche di sistema, le infrastrutture non possono segnare il passo a causa di un sistema burocratico farraginoso. La governance regionale accentua i ritardi e limita la
spinta propulsiva di un territorio in movimento. Apt, Pit-Metapontino, Osservatorio regionale della costa, Provincia e Comuni non si parlano e il più delle volte mettono in campo politiche da fotocopia l’uno dell’altro. Questo mentre il privato fa sistema e chiede a gran voce certezze. I Piot che dovevano rappresentare un sistema di governance dal basso hanno fatto emergere le criticità croniche del sistema pubblico. I grandi passi in avanti del sistema privato, sono stati resi improduttivi da idee e progetti pubblici il più delle volte non rispondenti alle reali necessità del territorio. Senza considerare il rischio che le esigue risorse vengano utilizzate per pseudo iniziative culturali a danno dei progetti dell’imprenditoria turistica. La Regione ha il dovere di programmare e riformare la governance per colmare un vuoto e definire un sistema pubblico degno del nome, mettendo in atto una riforma vera, partendo dalle comunità locali, rimaste per troppo tempo solo sulla carta. Solo così il Metapontino potrà mettere le ali e prendere il volo, nell’interesse dell’intera comunità provinciale, e risolvere questioni annose, quali la manutenzione della pineta ionica, la creazione di un vero e proprio sistema turistico omogeneo, a partire dalla risorsa mare, passando dall’archeologia all’ambiente, alla storia dei nostri piccoli Comuni. Sono risorse importanti per un sistema integrato di offerta turistica. Ma con i presupposti attuali il rischio è che il sistema subisca duri contraccolpi, difficilmente recuperabili con politiche di sostegno. Serve, invece, potenziare il sistema turistico recuperando ritardi annosi nella realizzazione di importanti infrastrutture. Stessa cosa dicasi per il settore primario. L’agricoltura ha rappresentato per 20 anni il volano di sviluppo e crescita delle nostre comunità, ma questa spinta positiva si è interrotta quando sono venuti meno i presupposti trainanti della riforma fondiaria. Oggi quel sistema è passato, le aziende agricole di 6 ettari non sono sufficienti a garantire un idoneo reddito alle famiglie e se a questo aggiungiamo la mancanza di un sistema organizzato di filiera, la crisi strutturale è ormai una realtà. Anche in questo caso la governance pubblica di settore è pesante, passata e fallimentare. Pur avendone consapevolezza, la Regione stenta a produrre una riforma vera. I Consorzi di Bonifica, oltre a produrre debiti, non sono in grado di rispondere al compito per cui sononati; l’Alsia è un’agenzia superata
che non dà al settore né innovazione, né politiche di sviluppo; l’Arbea rallenta i pagamenti degli aiuti che, per la loro denominazione dovrebbero essere immediati e risolutivi di stati di crisi. Confermare lo status quo significa non rispondere alle richieste del comparto, limitando la spinta delle politiche di settore, portate avanti dagli imprenditori illuminati del Metapontino, che investono e si misurano nel sistema globale, a testa alta. Loro ci chiedono politiche di sviluppo, non ci chiedono sostegni; ci chiedono politiche di sistema e non politiche di colonizzazione del territorio. Insomma credo sia non più rinviabile una riforma vera della governance. Lo chiede il Metapontino, lo chiediamo noi, classe dirigente del Partito democratico dell’area, perchè crediamo nella partecipazione vera ai processi di riforma. Potremo discutere di queste cose, potremo evitare di ridurre tutto al parlarsi addosso? Questa è una delle basi di discussione per un governo del partito partecipato e democratico,libero da condizionamenti di caste e di privilegi. Ci auguriamo che il segretario provinciale, Pasquale Bellitti, sappia interpretare queste istanze e le traduca in politiche, attraverso la definizione di una proposta di governo unitario reale, libero dalla morsa dell’unanimismo che danneggia il Pd e il territorio. Con questo spirito e determinazione valuteremo la proposta che il segretario Bellitti porterà all’assemblea, non avendo avuto l’opportunità di conoscerne i contenuti politici.
Francesco Labriola
(direzione regionale Pd -Partecipazione democratica)
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