POLICORO – I temi del lavoro sono stati al centro di una tavola rotonda tenutasi presso l’Ipsia (Istituto professionale per l’industria e l’artigianato) “Pitagora” di Policoro nella mattinata di sabato 19 dicembre, organizzato dall’omonima scuola e dalle Acli (Associazione cattolica lavoratori italiani) che ha nel ricercatore Giulio Sarli il presidente di circolo cittadino “Massimiliano Kolbe”, dal tema: “Problematiche giovanili oggi – Proposte per un nuovo orientamento nel mondo del lavoro”. Gli istituti tecnici dovrebbero essere la fucina del mondo produttivo, nel senso che proprio da queste scuole dovrebbero uscire gli imprenditori del futuro, quelli che devono potenziare il debole tessuto economico della Basilicata. Infatti nell’acronimo Ipsia si legge, vedi sopra, industria e artigianato, ovvero uno dei tre settori dell’economia insieme ai servizi e all’agricoltura. Purtroppo però in Italia la distanza tra scuola e mondo del lavoro è abissale nonostante l’Ipsia di Policoro preveda nel suo Pof (Piano dell’offerta formativa) percorsi alternativi studio-lavoro, con stage in grosse realtà industriali. Però è ancora troppo poco per garantire un futuro lavorativo concreto ai giovani nella propria terra nel Sud, e in questo una parte fondamentale la recitano le Regioni con il federalismo scolastico nel campo della formazione e nella scuola alle quali sono delegate gli strumenti per invertire questo trend. Giulio Sarli ha spiegato come: “la nostra associazione ha scelto di testimoniare i temi del lavoro e delle preoccupazioni giovanili proprio rivolgendosi a quei ragazzi che sono in cerca di prima occupazione e che con un orientamento più adeguato forse sono in grado di affrontare meglio le difficoltà del sistema. La nostra associazione non è in grado di dispensare posti di lavoro, ma è sicuramente un’organizzazione capace di illustrare i vantaggi della formazione professionalizzante”. Mentre il Dirigente scolastico (preside) dell’Ipsia, Francesco Di Tursi, ha evidenziato come proprio i giovani degli istituti professionali sono molto capaci ma anche i più disorientati nella ricerca del lavoro. Un ex suo collega, invece, Giuseppe Di Matteo ha invitato i giovani a non andare via e ad avere maggiore fiducia nel futuro, spronandoli ad un maggiore protagonismo ed una maggiore attività di studio per essere più competitivi. Più tecnica la relazione di Francesco Parrella, dirigente dell’Ufficio Lavoro della Regione Basilicata, che ha snocciolato tutte le azioni che il Dipartimento Regionale della formazione sta mettendo in campo per sostenere le politiche giovanili: dal programma P.A.R.I., alla formazione presso le aziende compresa la formazione continua, rispondendo così alle numerose sollecitazioni che i giovani diplomandi dell’Ipsia avevano rivolto in merito alle opportunità per tutti. Infine i lavori sono stati egregiamente conclusi dal dr. Maurizio Drezzadore, responsabile nazionale del Dip. Lavoro delle Acli, il quale ha evidenziato come i grandi mutamenti del lavoro assumono l’aspetto della precarietà, dell’insicurezza e della mobilità, ma anche della mancanza di tutela e qui al Sud anche del basso livello retributivo. Questi aspetti sono lo specchio della globalizzazione ed emblema di questa precarietà sono proprio i giovani, i quali per queste incertezze sul loro futuro fanno slittare in avanti le scelte di vita. Dentro questo smarrimento d’identità l’economia è diventata tutto e la politica si è isterilita divenendo incapace di disegnare il futuro soprattutto per i giovani. I Governi e le Istituzioni locali certamente devono dare risposte più organiche e di prospettiva al tema del lavoro, ma anche i giovani devono credere di più nel loro futuro e devono attrezzarsi con le competenze e la conoscenza alle sfide della competizione globale. Un saluto è stato portato dal presidente regionale delle Acli, Leonardo Braico, e il convegno ha avuto il suo epilogo con un premio alla carriera al preside storico dell’Ipsia per ben 27 anni: Alfonso Palmieri.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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