POLICORO – Non è cambiato granché al Terminal Bus “Egeo” di via Bologna dopo le ripetute manifestazioni di vandalismo che ciclicamente devastano una struttura che ad entrarci sembra obsoleta di cento anni ed invece ne ha appena 12. Nel 1997 ci fu l’inaugurazione, la prima stazione dei pullman del centro jonico, in pieno centro per giunta e perpendicolare a via Puglia. Sulla carta doveva essere la bomboniera della città nel settore dei trasporti dato che la stazione dista qualche chilometro dal centro urbano, la biglietteria è stata chiusa anni fa, ci sono a malapena un paio di binari, anche se il bar funge anche da presidio, fino a quando è aperto ovviamente. Mentre nella stazione dei torpedoni, quella più frequentata dagli utenti, il caos regna sovrano durante tutta la giornata. Ognuno fa quello che vuole senza nessun controllo e a tutte le ore. Naturalmente la sera, quando le attività commerciali presenti abbassano la saracinesca, diventa una zona franca e spesso ricettacolo di strani avventori. I quali non sapendo come passare il tempo iniziano ad imbrattare muri e porte tra l’arrivo e la partenza di un autobus all’altro. Molto spesso entrare nei bagni e rischioso non sapendo chi si può trovare, e quando non c’è nessuno lo spettacolo non è dei migliori: porte scarabocchiate, pavimento sporco, acqua che sgorga dai rubinetti, quando funzionano, e fuori un via vai di persone alla ricerca di cosa? La società privata che gestisce la struttura da dodici anni non ha più la forza morale ed economica per tenerla quantomeno in uno stato decente e pertanto è come se l’avesse “abbandonata” al proprio destino. Gli stessi commercianti presenti all’interno fanno il proprio lavoro non essendo tenuti ad occuparsi di mantenere l’ordine pubblico. Una soluzione potevano essere le ronde di nuova istituzione, ma di richieste in Prefettura non ce ne sarebbero. L’unica carta da giocare è la privatizzazione totale della struttura, entrata nel piano di dismissioni comunale, che potrebbe convincere gli acquirenti a tenerla come se stesero a casa propria: pulita. Oggi non si capisce più dove arrivi il confine tra manutenzione ordinaria e straordinaria, ed è talmente sottile da far tenere, nel dubbio, i portafogli chiusi a tutti.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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