POLICORO – La solidarietà come valore universale e virtù innata che dovrebbe caratterizzare l’agire quotidiano di ogni essere umano, proprio perché qualità innata. E a diffonderla nel centro jonico oltre alle parrocchie, cittadini comuni, associazioni varie e istituzioni, c’è anche da poco più di un anno la Croce rossa italiana (Cri), sezione donne, che nella serata di sabato 28 novembre ha organizzato il “Concerto della solidarietà” nella chiesa Buon Pastore. Ad allietare la serata due cori polifonici, “Esperia” e “Monteverdi”, i quali hanno tenuto la ricca platea di cittadini incollati sulle sedie e panche per quasi due ore. La grande affluenza di pubblico è stato il termometro di una sensibilità manifestata dai presenti che, nonostante i venti di crisi economica internazionale, non hanno fatto mancare la propria presenza fisica e morale all’appuntamento il cui ricavato è finito ai ceti meno abbienti di cui la locale sezione della Cri, guidata dalla presidentessa Rosa Modarelli, si fa portatrice in ogni manifestazione. Infatti sono bastati pochi mesi di vita per far conoscere ai più l’attivismo delle socie e la loro sensibilità tanto da aver aperto anche una sede in piazza Dante dove il venerdì si incontrano dalle 17:00 alle 19:00 le volontarie e tutte coloro che si vogliono iscrivere: “Cerchiamo di dare- esordisce la Modarelli- una mano ai più bisognosi visto che in questo periodo purtroppo le famiglie che arrancano sono tante, le cui tensioni sono acuite dalla crisi mondiale che ha allargato la forbice tra i ricchi e poveri. Con queste iniziative sicuramente nel nostro piccolo cerchiamo di riequilibrare la società attraverso il principio della solidarietà, concretizzandolo così materialmente in quello che in gergo parlato prende il nome di giustizia sociale. E sono felice che in tanti hanno risposto al nostro appello, di sussidiarietà orizzontale, a partire dai cori polifonici per poi finire alle tante attività commerciali che hanno sponsorizzato l’evento, all’Amministrazione comunale che ci ha fornito anche un locale pubblico e poi tutti coloro che silenziosamente hanno aperto il loro cuore preferendo donare più che ricevere nell’anonimato. A tutti và la nostra gratitudine”.
Gabriele Elia
(il Quotidiano della Basilicata)
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