POLICORO – Le concessioni ministeriali per la
ricerca di idrocarburi in mare violerebbe l’articolo 191 del Trattato di
Maastricht. A sostenerlo è il Comitato interregionale (Puglia, Basilicata,
Calabria) “Mediterraneo No Triv” in
un incontro tenutosi giovedì 18 aprile nel Municipio della città jonica alla
presenza anche di alcuni amministratori tra cui: il primo cittadino di
Policoro, Rocco Leone, e politici di Roseto Capo Spulico, Villapiana, Ginosa a
Palagiano. Il legale dell’associazione ambientalista, Giovanna Bellizzi, ha
spiegato: “Oggi presentiamo questa denuncia affinchè i sindaci la facciano
propria di violazione del trattato istitutivo dell’Unione Europea (Ue)
sottoscritto nel 1992, il quale ha tra i suoi principi quello della
precauzione. Significa in parole povere che ogni Stato membro, e dunque anche
l’Italia, prima di rilasciare la concessione di V.I.A. (valutazione di impatto
ambientale) e dunque dare il là alle piattaforme petrolifere nel Mar
Mediterraneo nel nostro caso, ma questo vale anche nelle acque di competenza di
altri Stati membri, ha l’obbligo di introdurre norme di prevenzione di
potenziali rischi per la salute pubblica e l’ambiente; questo principio vale
anche per gli impianti industriali con ricadute sulla salute, istituendo una
commissione di studio scientifica che sia imparziale, trasparente e obiettiva
che valuti le istanze pervenute escludendo ovviamente quelle dannose per i
cittadini”. Ma c’è di più: “A supporto di questo articolo del trattato di
Maastricht, c’è anche un Protocollo di intesa, sempre dell’Ue, sottoscritto a
Barcellona sulla protezione specifica del Mar Mediterraneo, che lo tutela
esplicitamente come bene comune dalle estrazioni petrolifere in quanto mare
semi-chiuso e dunque a forte rischio di impatto ambientale”. Felice
Santarcangelo, tra i promotori dell’incontro, ha sostenuto che il 20 maggio
scadono i termini per presentare le osservazioni da parte di associazioni,
amministratori, cittadini relativamente alle due istanze dell’Enel, D78/79,
alle quali si sommano altre 10 tra Eni, Shell, e altre società il cui iter per
il rilascio della V.I.A. da parte del ministero dell’Ambiente è già avviato e
al 99% nel Golfo di Taranto saranno installate le piattaforme per la ricerca di
idrocarburi in mare. Ricordiamo che le osservazioni non sono vincolanti ma solo
consultive. Il sindaco Rocco Leone (Pdl) sostiene la causa dell’associazione, e
ha dichiarato che porterà in uno dei prossimi Consigli comunali questa denuncia
rivolata alla Commissione Ue che sarà estesa a tutti i Comuni del circondario
che hanno anche aderito al recente Protocollo di Herakleia sulla tutela del Mar
Mediterraneo. Santarcangelo ha concluso affermando che la Regione Sicilia ha
già discusso la denuncia aperta dei sottoscrittori, tra cui il Comitato
“Mediterraneo No Triv”. Non si escludono altre clamorose manifestazioni dato
che ormai sembra prossimo l’arrivo di altre Trivelle nel circondario che va da
Taranto a Crotone.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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