sabato 20 aprile 2013

Le concessioni ministeriali per le estrazioni di idrocarburi in mare violerebbero il Trattato di Maastricht



POLICORO – Le concessioni ministeriali per la ricerca di idrocarburi in mare violerebbe l’articolo 191 del Trattato di Maastricht. A sostenerlo è il Comitato interregionale (Puglia, Basilicata, Calabria)Mediterraneo No Triv” in un incontro tenutosi giovedì 18 aprile nel Municipio della città jonica alla presenza anche di alcuni amministratori tra cui: il primo cittadino di Policoro, Rocco Leone, e politici di Roseto Capo Spulico, Villapiana, Ginosa a Palagiano. Il legale dell’associazione ambientalista, Giovanna Bellizzi, ha spiegato: “Oggi presentiamo questa denuncia affinchè i sindaci la facciano propria di violazione del trattato istitutivo dell’Unione Europea (Ue) sottoscritto nel 1992, il quale ha tra i suoi principi quello della precauzione. Significa in parole povere che ogni Stato membro, e dunque anche l’Italia, prima di rilasciare la concessione di V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) e dunque dare il là alle piattaforme petrolifere nel Mar Mediterraneo nel nostro caso, ma questo vale anche nelle acque di competenza di altri Stati membri, ha l’obbligo di introdurre norme di prevenzione di potenziali rischi per la salute pubblica e l’ambiente; questo principio vale anche per gli impianti industriali con ricadute sulla salute, istituendo una commissione di studio scientifica che sia imparziale, trasparente e obiettiva che valuti le istanze pervenute escludendo ovviamente quelle dannose per i cittadini”. Ma c’è di più: “A supporto di questo articolo del trattato di Maastricht, c’è anche un Protocollo di intesa, sempre dell’Ue, sottoscritto a Barcellona sulla protezione specifica del Mar Mediterraneo, che lo tutela esplicitamente come bene comune dalle estrazioni petrolifere in quanto mare semi-chiuso e dunque a forte rischio di impatto ambientale”. Felice Santarcangelo, tra i promotori dell’incontro, ha sostenuto che il 20 maggio scadono i termini per presentare le osservazioni da parte di associazioni, amministratori, cittadini relativamente alle due istanze dell’Enel, D78/79, alle quali si sommano altre 10 tra Eni, Shell, e altre società il cui iter per il rilascio della V.I.A. da parte del ministero dell’Ambiente è già avviato e al 99% nel Golfo di Taranto saranno installate le piattaforme per la ricerca di idrocarburi in mare. Ricordiamo che le osservazioni non sono vincolanti ma solo consultive. Il sindaco Rocco Leone (Pdl) sostiene la causa dell’associazione, e ha dichiarato che porterà in uno dei prossimi Consigli comunali questa denuncia rivolata alla Commissione Ue che sarà estesa a tutti i Comuni del circondario che hanno anche aderito al recente Protocollo di Herakleia sulla tutela del Mar Mediterraneo. Santarcangelo ha concluso affermando che la Regione Sicilia ha già discusso la denuncia aperta dei sottoscrittori, tra cui il Comitato “Mediterraneo No Triv”. Non si escludono altre clamorose manifestazioni dato che ormai sembra prossimo l’arrivo di altre Trivelle nel circondario che va da Taranto a Crotone.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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